di Antonio Bomba (Foto di Giusy Marinelli)
Dopo mesi di confronti multipli e faccia a faccia che li hanno visti protagonisti, alla fine lo scontro è arrivato. Daniele Silvetti e Ida Simonella al Museo Spazio Presente si sono duramente affrontati nell’evento organizzato dal circolo Riccardo Lombardi e moderato dal collega Giancarlo Trapanese.
Un duello schietto e diretto che ha scaldato e non poco le oltre 100 persone presenti. Un pubblico misto e variegato, decisamente differente da quello che ha presenziato alle decine di confronti tenuti fin qui. Di certo partecipe con tanto di urla di grida di apprezzamento o di diniego, fischi, applausi a scena aperta. Si è sentito di tutto un po’, insomma. Per entrambi. Con tanto di microfono di Simonella malfunzionante che le ha impedito, in alcuni passaggi, di esprimersi in maniera fluida, dovendo spesso interrompersi quindi, una molla saltata fuori da chissà dove e recuperata dallo stesso Silvetti.
Ad ogni modo la vera bagarre è iniziata quando Trapanese ha chiesto ai due quale visione avessero in mente per il turismo.
Dopo la risposta di Simonella, Silvetti ha sostenuto ironicamente che: «Anzitutto per un’amministrazione che ha destinato lo 0,12% del bilancio al turismo, parlare di visione, ecco… insomma. È tutto sulle spalle degli imprenditori e noi invertiremo questa tendenza. Penso ad un festival del Rosso Conero». Prima di rispondere ad altra domanda sulla metropolitana di superficie, Simonella ha contro-domandato al rivale: «Parli di 0,12%. Mi sai dire che capitolo di spesa è?». E giù applausi. Silvetti, notata Simonella maneggiare al telefonino poco prima, le ribatte: «Che fai, ti suggeriscono dal cellulare?» E applausi anche per lui. «Questa – riprende parola Simonella – è una cosa scorretta e non vera. La verità è che lui non sa nulla di bilancio». Parte un mix di applausi e fischi per entrambi, durato molti secondi. E ancora Simonella a incalzare: «Hai detto del festival del Rosso Conero come proposta turistica ma va tra le economie produttive. Cosa c’entra con le spese per il turismo. Noi per cultura e attività economiche ci mettiamo milioni di euro. Deve chiedere scusa agli anconetani per quello che dice». E giù ancora cori, fischi e applausi vari a seconda di come ognuno la pensava.
A questo punto Trapanese, non con qualche difficoltà, è riuscito a ristabilire l’ordine delle cose e a riportare il confronto sui temi e la pacatezza. Più o meno.
Perché all’ultima domanda quando il giornalista chiede ai candidati sindaco perché uno dovrebbe votare per lui: «Riteniamo – ha detto Silvetti – che con il nostro programma si libereranno le energie fin qui inespresse di tante persone con capacità e personalità. Per una grande rivoluzione culturale della città».
Decisamente più dura Simonella che oltre a parlare di sé ha trovato tempo di farlo anche sull’antagonista: «Dovete votare per me perché porto una visione nuova e niente chiacchiere, promesse o slogan. La mia storia – dichiara orgogliosa – dice che ciò che ho disegnato poggia su gambe solide, competenza e i relativi risultati. Non fidatevi delle filiere. Facile dire liberiamo, facciamo cose così. Sono ricatti e storie false. Noi invece – conclude – siamo autonomi liberi e decidiamo il nostro futuro sulla base di una proposta completa e i fatti».
Prima ancora di questi alterchi le stilettate non erano comunque mancate. Silvetti aveva fatto notare come: «Bene che qualcuno (cioè Simonella, ndr) voglia istituire un assessorato alle frazioni, ma i risultati del primo turno su quelli che per noi sono borghi, diciamo che parlano chiaro» e anche che «Sommando tutti i voti il 60% di chi si è espresso lo ha fatto contro l’amministrazione uscente. Il dato fa riflettere».
L’assessora al Bilancio ancora in carica dal canto suo aveva invece posto l’accento sul fatto che secondo lei «Il cambiamento in sé non è un valore. Mi rifiuto di pensarlo. La realtà è molto più complessa degli slogan», aggiungendo che «In questa campagna elettorale sono giunti i principali esponenti del Governo. Hanno detto che è ora di liberare Ancona. Ancona è stata liberata 79 anni fa, non certo da loro e non ne ha bisogno adesso».
Sul resto delle domande poste da Trapanese durante il confronto, durato oltre 2 ore, i due sfidanti al ballottaggio hanno offerto le stesse risposte fornite in tutti i precedenti confronti, nel pieno e coerente rispetto dei rispettivi programmi elettorali firmati e accettati anche dalle loro coalizioni. Tanti i punti su cui entrambi hanno addirittura concordato, come il no all’Area Marina Protetta vista non idonea alla realtà esistente, sì allo spoil system, l’importanza di essere vicini agli ultimi e ai deboli, investire pesantemente sul decoro cittadino e altre cose.
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