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Sanità, l’allarme dei sindacati:
«Servono assunzioni a tempo indeterminato,
il tempo delle decisioni non è più rinviabile»

CGIL, CISL E UIL lanciano un appello alla Regione: «I recenti avvisi a termine possono solo essere un rimedio nell’immediato ma non sono assolutamente sufficienti per ovviare alle gravi carenze. Nel frattempo va chiarito il futuro dei tanti lavoratori in scadenza nelle prossime settimane. C'è urgenza di potersi confrontare con direttori generali delle Aziende e non con commissari»

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«Non sono più rinviabili decisioni in merito all’indizione di nuovi concorsi pubblici a tempo indeterminato per le figure professionali sanitarie ed amministrative di cui il Servizio sanitario regionale è sprovvisto. I recenti avvisi a tempo determinato possono solo essere un rimedio nell’immediato ma non sono assolutamente sufficienti per ovviare alle gravi carenze di queste figure, riscontrate in tutte le Aziende sanitarie». E’ l’allarme lanciato da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. I sindacati si dicono preoccupati per la sempre maggiore difficoltà di trovare infermieri sul mercato e quindi sono intenzionate ad esercitare un forte pressing sulla Regione, rispetto a diverse tematiche aperte.

«Non solo, come detto, accelerare i tempi per nuovi concorsi ma anche arrivare quanto prima alla stabilizzazione dei precari – aggiungono le tre sigle sindacali – Per questo, è stata inviata al Servizio salute, subito dopo la definizione delle linee d’indirizzo sulla stabilizzazione Covid da parte della Conferenza delle Regioni, la richiesta di incontro per definire il percorso da mettere subito in atto per stabilizzare i tanti operatori che hanno dato un fondamentale contributo nel terribile periodo della pandemia. Abbiamo preteso che i candidati scegliessero precisamente l’Azienda in cui desideravano essere assunti in modo da generare graduatorie per singolo ente nell’ambito della medesima procedura di reclutamento. Ciò per scongiurare il ripetersi della confusione generata dalla precedente modalità di arruolamento; successivamente è stato definito il protocollo per le stabilizzazioni del personale precario del Servizio sanitario regionale, che praticamente andrà aggiornato alla luce delle Linee d’indirizzo della Conferenza delle Regioni pubblicate lo scorso 10 maggio, come pure il completamento in tutte le Aziende sia della stabilizzazione secondo il decreto Madia sia l’avvio di quella Covid, diventano azioni imprescindibili per trattenere all’interno del sistema Marche tanti infermieri ed oss, che altrimenti migrerebbero verso altre Regioni, che stanno assumendo, con la perdita di professionisti formati e pronti».

«Con l’avvicinarsi del periodo estivo, sale l’ansia per la carenza di personale e la garanzia del diritto alle ferie – continuano i sindacati – Per questo vanno trovate soluzioni percorribili per assumere velocemente il personale che serve ma anche conservare quello già in servizio a tempo determinato. Non sembra la soluzione giusta, vista l’urgenza di reperire figure professionali, puntare sull’apertura di procedure di mobilità diffuse. Non vanno dimenticati due aspetti che ne impedirebbero o comunque ritarderebbero di molto l’arrivo nelle Marche: il nulla osta obbligatorio al trasferimento da parte dell’Azienda di provenienza, difficilmente ottenibile con la carenza diffusa di personale che riguarda tutte le Regioni e le clausole inserite in molti contratti di permanenza obbligatoria di 5 anni nella sede di prima assegnazione. Intendiamo essere pragmatici – concludono i sindacati – soprattutto in un momento così complesso per la sanità delle Marche. C’è urgenza di potersi confrontare con direttori generali delle Aziende e non con commissari con ambiti decisionali limitati. Auspicano quindi, che le nomine arrivino nelle prossime ore. Vogliono continuare l’interlocuzione aperta qualche settimana fa con il nuovo direttore del Servizio Salute Antonio Draisci sui temi urgentissimi dei concorsi e delle stabilizzazioni. Nel frattempo va chiarito il futuro dei tanti lavoratori a tempo determinato in scadenza nelle prossime settimane, che andrebbero trattenuti visto che molti di loro avrebbero i requisiti per la stabilizzazione Covid».

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