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Simonella: «Porterò a 800 i dipendenti
comunali», mentre proseguono
gli appelli a votare per lei

VERSO IL BALLOTTAGGIO - La candidata sindaca del centrosinistra risponde alle richieste della Cisl, mentre l'ex senatore Paolo Guerrini e 84 sindacalisti cittadini chiedono di votare per lei

Ida Simonella

di Antonio Bomba

La candidata sindaca del centrosinistra Ida Simonella ha risposto all’appello della Cisl di incrementare il personale comunale e promette: «Arriveremo a 800 unità».

«Per quanto riguarda il personale del Comune – si legge nel comunicato in risposta alle richieste del sindacato – negli ultimi anni sono stati attivati percorsi orizzontali di carriera per valorizzare professionalità ed esperienza dei lavoratori. E soprattutto sono stati banditi tanti concorsi pubblici che hanno permesso a decine di giovani di entrare nella Pubblica Amministrazione ed al comune di Ancona di sopperire ai numerosi pensionamenti legati a Quota 100».

Simonella specifica che tra i concorsi banditi figurano «oltre a quello per la polizia locale, per amministrativi e tecnici, quello per educatrici di asili nido, atteso da anni, in un’ottica di gestione in house, anche in prospettiva».

E sui contratti ritiene che «È necessario definirne un nuovo, integrativo decentrato, alla luce del nuovo Ccnl Funzioni Locali – continua Simonella – che porti alla valorizzazione dei lavoratori condividendo l’organizzazione di servizi sempre più efficienti ed efficaci. Intanto daremo seguito alla recente delibera di Giunta che ha previsto di aderire alla conciliazione davanti all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, per dirimere il tema della ‘massa vestiario’ che coinvolge circa cento unità della Polizia Locale tra coloro in servizio e coloro in pensione. È poi nostra intenzione – conclude – indire nuovi concorsi e portare il numero dei dipendenti dell’Ente ad almeno 800 unità».

Nel frattempo si sprecano gli appelli a votare per lei al ballottaggio.

Uno è quello già noto come ‘degli 84’ essendo tale il numero dei firmatari, appartenenti ai più svariati mondi e categorie lavorative della città. Tutti però, appartenenti a sigle sindacali.

Antonio Pignataro, tra i firmatari dell’appello al voto

«Il primo turno elettorale – inizia così il loro appello – per il rinnovo del consiglio Comunale di Ancona ha costituito un’importante occasione di scelta fra molteplici proposte di governo della città, un confronto che nelle ultime settimane si è acceso molto e ha consentito di affrontare e verificare nel merito le varie proposte programmatiche aiutando ad arginare il rischio astensionistico. Ora, però, Ancona è chiamata a scegliere fra due candidature a sindaco che rappresentano un’offerta di valori e di contenuti nettamente alternativi fra loro. Da cittadini e da attivisti sindacali sentiamo dunque la necessità di prendere esplicitamente posizione invitando le elettrici e gli elettori anconetani a recarsi massicciamente alle urne e a votare a favore di Ida Simonella, per garantire alla città un futuro aperto, partecipato e nettamente mirato al sociale ed alla tutela dei diritti; a partire da quelli dei più deboli e bisognosi di un intervento pubblico».

Fatta la dichiarazione, il comunicato prosegue: «Ogni giorno rappresentiamo le esigenze non solo dei lavoratori, ma anche di disoccupati e di disabili che non trovano udienza alle loro istanze di lavoro e cittadinanza; come anche di quegli anziani e pensionati che, già oggi, rappresentano oltre il 25% dei residenti e hanno assolutamente bisogno di risposte adeguate in tema di sanità e assistenza. In questo senso, per esempio, per noi sono dirimenti gli impegni sul mantenimento a servizi sanitari innovativi dell’area Inrca alla Montagnola, anche dopo il futuro trasferimento a Camerano, e il riconoscimento di un ospedale di Comunità anche per Ancona e che ad oggi la Regione di fatto nega. Così come non potremmo mai accettare che nel bilancio si riducano gli stanziamenti oggi destinati ai settori del sociale, della cultura ed educativo. Su questi temi le decisioni del Governo e l’assenza di risposte concrete da parte della Regione che incentivano la precarietà di vita e di lavoro, allungano le liste d’attesa, spingendo i cittadini verso la sanità privata a pagamento, non possono certo essere un riferimento positivo al momento del voto. Come anche per il porto, la cantieristica, le infrastrutture e il Pnrr, ambiti in cui serve concretizzare gli interventi e non inseguire ragionamenti astratti».

Anche loro, con altra terminologia, dicono ‘no’ alla filiera: «Consideriamo decisamente inappropriato indicare l’omogeneità di colore politico fra Governo, Regione e Comune come un obiettivo da raggiungere per ottenere maggiore considerazione per la città, in una logica che antepone il favore al merito nel confronto tra le istituzioni democratiche. La Costituzione , nata dall’antifascismo ed alla quale ci ispiriamo quotidianamente, pone tutti i cittadini eguali fra loro obbligando, dunque, chi governa, a Roma come ad Ancona, a valutare nel merito e non per la vicinanza politica. In questi anni, pur con fasi alterne e la necessità di esprimere una voce critica, si è costruita una relazione positiva tra sindacato confederale e amministrazione Comunale dorica, che, specie in campo sociale e nelle definizione impositiva e tariffaria, ha consentito di acquisire risultati importanti per i cittadini. Molto spesso quell’esperienza è stata trasferita, con successo, in altre città e Comuni: vedi gli importanti protocolli sugli Appalti, che hanno permesso di mitigare e gestire problematiche di occupazione e di reddito, restituendo trasparenza e legalità».

Gli 84 proseguono sul tema appalti, temendo a loro modo di vedere che: «Le scelte di governo ci riportano indietro di decenni, verso gli appalti liberi e a cascata. Abbiamo dunque bisogno di una interlocuzione forte, autorevole, aperta: per questo riteniamo necessario un tavolo permanente di confronto con il Comune, che consenta al sindacato e alle altre forze sociali di confrontarsi costantemente sui temi di fondo della città. Ad Ancona serve un sindaco che sappia farsi protagonista di una simile, rinnovata e rafforzata, fase di confronto e di iniziativa, che non abbia paura di confrontarsi con Governo e Regione sul merito dei problemi e che sia in grado di scrivere una pagina determinante per il futuro della città. Quel Sindaco per noi, oggi, – è la loro conclusione – non può che essere Ida Simonella».

E ultimo, ma solo in ordine di riporto, c’è la dichiarazione di voto dell’ex sottosegretario di Stato alla Difesa Paolo Guerrini: «Voterò Ida Simonella – dichiara – perché non rinuncio a distinguere tra il centrosinistra e la destra. Il non voto o la scheda bianca avrebbero l’effetto di un sostegno alla destra. Una destra da non sottovalutare. Voterò Ida Simonella in alternativa a Daniele Silvetti, al suo continuo richiamo alla ‘filiera’ tra Ancona e il governo nazionale, ‘filiera’ sollecitata nel comizio in piazza Roma di Meloni, Salvini e Tajani. Che cosa sarebbe – si chiede l’ex senatore – questa ‘filiera’ così tanto evocata? Si vorrebbe far pensare ai cittadini che un comune che ha lo stesso orientamento politico del governo nazionale avrebbe più ascolto e più risorse? Dunque Pesaro, Jesi, Grottammare avrebbero meno ascolto? Un vero e proprio ricatto elettorale. Non si vota solo per Ancona, è chiaro che quel voto darebbe forza a un governo che si propone tra le altre cose una controriforma fiscale ad aliquota unica e l’autonomia differenziata delle Regioni che rappresenta un vero pericolo per l’unità nazionale».

Guerrini va avanti sostenendo che secondo lui: «La vittoria della destra ad Ancona rafforzerebbe la posizione di Meloni, che parla solo di armi e guida il governo europeo più servile nei confronti degli Stati Uniti. Voterò per Ida Simonella nella speranza di dare una sponda ai tanti movimenti di lotta che si stanno diffondendo nel Paese».

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