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Tagli delle scuole sotto 900 alunni:
«Nelle Marche sono quasi la metà,
chiediamo un incontro con l’assessore»

SINDACATI - La Cgil sulla riforma che prevede dall'anno scolastico che partirà nel 2024 una riduzione di sedi e organici: «Da Chiara Biondi ci saremmo aspettati una presa di posizione diversa. Le zone più in sofferenza sono le aree interne. Rischiamo di avere istituti anche con 10 comuni al loro interno, oltre a perdere un numero importante di posti di lavoro»

insegnante-scuola

 

«Nelle Marche poco meno del 50% delle scuole è sotto i 900 alunni, con la riforma del dimensionamento scolastico ci troveremo con istituzioni scolastiche che comprenderanno anche dieci comuni al loro interno. Chiediamo un incontro con l’assessore regionale Chiara Biondi», così Rossella Marinucci, segretaria regionale della Cgil.  Nella riforma sono previsti tagli di sedi e organici che avranno effetto principalmente a partire dal 2024/2025. «Quattro regioni italiane – dice la Cgil -, Toscana, Campania, Puglia ed Emilia Romagna, hanno impugnato la norma presso la Corte costituzionale per “lesione delle competenze regionali e dell’autonomia scolastica”; ma anche la Sardegna e l’Abruzzo, governate dal centrodestra, si oppongono al decreto, unitamente alle perplessità espresse dal Veneto, che pure rivendica la capacità programmatoria delle regioni in materia».

Gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche si innalzano da 600 alunni a 900. «Si tratta certamente di una norma di risparmio, che ridurrà progressivamente l’organico dei dirigenti scolastici continua la Cgil -, dei Dsga e il numero complessivo delle scuole che passeranno dalle attuali 8.136 a 6.885. Le scuole sottodimensionate (con più di 500 alunni ma comunque dotate di autonomia) verranno del tutto eliminate già a partire dall’anno scolastico 2024/2025 in ogni regione. Si prevede, quindi, una nuova drastica ondata di accorpamenti fra istituti che potrà portare alla scomparsa, già nei prossimi due anni scolastici».

L’aula di un istituto (Archivio)

«Da parte dell’assessora regionale Chiara Biondi ci saremmo aspettati una presa di posizione diversa – dice Rossella Marinucci, segretaria regionale della Cgil -. Perché ha sostenuto questo decreto sapendo che nelle Marche ci sono ben 114 istituti sotto i 900 alunni, poco meno del 50% (30 Ancona, 23 Ascoli, 23 Fermo, 32 Macerata, 29 Pesaro e Urbino)? Ovviamente le zone più in sofferenza sono le aree interne, a causa della diminuzione costante della popolazione scolastica. Rischiamo di avere istituzioni scolastiche dal 2024/25 anche con 10 comuni al loro interno, oltre a perdere un numero importante di posti di lavoro, mettendo a rischio il diritto allo studio proprio nelle aree che avrebbero bisogno di maggiori investimenti e non di tagli. Chiediamo all’assessora una convocazione urgente per confrontarci nel merito».

«Come mai la Regione, che nulla di tutto ciò aveva detto nel programma elettorale solo due anni fa, in modo silente vota l’accorpamento delle scuole e l’autonomia differenziata? Sul dimensionamento scolastico due regioni di centrodestra hanno votato contro e 4 regioni di centrosinistra hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale – afferma Antonio Renga, segretario generale Flc Cgil Marche –. Sull’autonomia differenziata, votata in conferenza Stato-Regioni, ad oggi la giunta non ha ancora chiarito se presenterà una proposta di autonomia».

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