«Ribadiamo la nostra posizione nei confronti del Piano Urbanistico Comunale (Puc): siamo molto favorevoli alla notevole riduzione di aree edificabili presenti nel Piano regolatore del 2008, scaturito da aspettative demografiche basate sulla forte richiesta abitativa di quegli anni, aspettative che, per motivi contingenti economici e sociali, si sono dimostrate poi irrealizzabili. Condividiamo i principi del Puc e i suoi obiettivi, in particolare la tutela del paesaggio, la prevenzione dei rischi e la sostenibilità Il ambientale in un’ottica di drastica limitazione del consumo del suolo. Detto questo ci sono degli aspetti critici che vanno evidenziati».Esordisce così il comunicato del gruppo di lavoro “Territorio e Ambiente”di Progetto Osimo Futura, la lista civica che nella Sala Gialla è rappresentata dal consigliere Achille Ginnetti.
«Il Piano è stato chiuso in fretta, forse il tempo stringeva, e ci sono state molte “sviste” nella redazione del documento topografico.- prosegue la nota di Pof – In alcuni casi è emersa la mancata corrispondenza con i Piani regionali ambientale e idrogeologico, in altri la non osservanza della fascia di rispetto (cioè la distanza della lottizzazione) dalle case coloniche, dalle linee elettriche ecc., oppure a volte strade improponibili o senza chiare indicazioni di sbocco non risolvendo, anzi peggiorando, un contesto viario già molto critico. Non possedere dati certi su transito e viabilità in quanto manca colpevolmente il Piano Urbano del Traffico, da molto tempo obbligatorio per legge e mai realizzato, sicuramente non ha aiutato. Alcuni di questi errori formali sono rimediabili con le osservazioni che verranno fatte al Puc, a cura e spese dei privati cittadini, per altri sarà più difficile. Un altro elemento che ci lascia molto perplessi è la mancata indicazione del costo delle opere pubbliche realizzabili con il contributo di miglioria delle nuove lottizzazioni, in altre parole i privati che costruiranno dovranno versare delle somme al Comune per la realizzazione di nuovi tratti di strade, rotatorie, parchi ecc. a servizio dell’intera comunità. Non è difficile intuire che il contributo dei privati in molti casi non riuscirà a coprire completamente il costo dell’opera pubblica prevista dagli estensori del Puc, quindi il Comune dovrà intervenire con risorse proprie cioè di tutti noi».
L’ultimo grande interrogativo che attanaglia i tecnici di Pof è collegato ad alcune aree che restano edificabili. «Qual è stato il criterio per mantenere, seppur ridotte, alcune aree edificabili del vecchio Piano Regolatore e ad altre cambiare destinazione da socio-sanitarie a edilizia privata? Parliamo di tre casi in particolare. L’insediamento abitativo previsto nel crinale di Monte Ragolo, anche saranno poche abitazioni si tratta di uno degli angoli più suggestivi e panoramici del nostro territorio, che proprio in questi giorni è stato colpito da ripetute slavine sia su via d’Ancona che su via Flaminia I e via Sbrozzola. Dovranno sorgere nuove case in aperta campagna lungo i tornanti di via Montegallo che portano ad Offagna, senza nessuna logica o continuità rispetto alle poche abitazioni vicine. E che dire della lottizzazione della collina di 8 ettari all’inizio di via d’Ancona, tra la Renault e il rifornimento Esso, dove sono previste 48 nuove abitazioni? Un’area a ridosso del fragile terreno di Monte Ragolo? No, non siamo su ‘Scherzi a parte’, è tutto vero. Purtroppo».
La Sala Gialla dà il via libera al Puc con i voti di maggioranza
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