Gestore unico per il ciclo integrato dei rifiuti nella provincia di Ancona, anche il comune di Osimo è aperto all’idea di istituire una rete di imprese interamente pubbliche per garantire l’affidamento del servizio in house providing. Dopo i rilievi mossi dalla Corte dei Conti sulla costituzione della newco ‘Corum’ che sembra ormai al tramonto, il sindaco Simone Pugnaloni formulerà alla prossima assemblea Ata, convocata per il 29 giugno, una sua proposta che amplia e corrobora quella dei sindaci di Ancona e Jesi. La società consortile ‘Corum’ avrebbe dovuto essere composta al 12,5% anche da Ecofon Conero, società interamente pubblica del gruppo Astea spa di Osimo, il 75% sarebbe andato a VivaServizi Ancona e il restante 12,5% a Jesi Servizi.
Il prossimo 30 giugno scadrà il termine della delibera di affidamento del servizio al gestore unico e per evitare il rischio di metter a gara il servizio il sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, e il collega di Jesi, Lorenzo Fiordelmondo suggeriscono di creare un raggruppamento di imprese inizialmente partecipato da Jesi Servizi, AnconAmbiente e Cis, permettendo ai Comuni rappresentati da Ecofon di entrare nella compagine solo in seguito. Simone Pugnaloni ipotizza, invece, che anche Ecofon e le realtà che rappresenta fin da subito potrebbero essere parte del progetto. E’ necessario, però, affrontare un passaggio preliminare.
Ecofon dovrebbe fondersi per incorporazione con Centro Marche Acqua (Cma), la srl proprietaria di Astea, interamente pubblica perchè i soci sono rappresentati da 9 Comuni, 4 dei quali della provincia di Ancona (Osimo, Filottrano, Loreto e Numana). Cma si occupa prioritariamente del settore idrico ma tra le altre finalità nella sua ragione sociale include anche quella della gestione rifiuti. Potrebbe pertanto associarsi e collaborare senza problemi alla rete di imprese con AnconAmbiente e Jesi Servizi. Il sindaco di Osimo ritiene questa soluzione ottimale per allargare l’operazione ad altre aziende municipalizzate e società, non solo a quelle della cordata Ancona-Jesi, anche con la finalità non proprio secondaria di tutelare tutti i lavoratori di settore. «La forma giuridica esatta per dar forma al progetto è quella del contratto di rete di imprese. -sottolinea Simone Pugnaloni – La proposta oggi serve per essere messa in valutazione e chiedere la proroga di 6 mesi per definire un piano economico finanziario».
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