Il 30 giugno si avvicina rapidamente ed ancora non si intravede una percorso consolidato che dia finalmente alla provincia di Ancona la possibilità di contare sulla costituzione di una Azienda Unica pubblica per gestire “in house” il ciclo integrato dei rifiuti e lo spazzamento stradale. Alla fine del mese scadrà l’attuale proroga agli attuali gestori e l’Assemblea dell’Ata – che riunisce tutti i Comuni e la Provincia, che la presiede – dovrà verificare la fattibilità di un nuovo progetto e, su quella base, procedere ad avanzare una nuova richiesta di proroga dei termini: così da poterne definire meglio i termini ed porre in essere le necessarie azioni d’avvio. Diversamente, non rimarrà altro che il percorso di affidamento a gara, da espletarsi già in corso d’anno.
Cgil, Cisl e Uil considerano, come scrivono in una nota a firma congiunta, «estremamente negativo e grave un possibile esito di privatizzazione, che trasformi un servizio fondamentale e universale in una semplice occasione di lucro; una simile soluzione non porterà beneficio a cittadini, aziende, enti locali: stretti fra il desiderio/miraggio di un ipotetico abbassamento delle tariffe, che si risolverà quasi certamente in un peggioramento della qualità del servizio e in una maggiore onerosità per i Comuni, e il costante tentativo d’impresa di ridurre i costi di gestione a spese dei salari e delle condizioni di lavoro dei dipendenti.
«Dal 2014 le organizzazioni sindacali propongono e rivendicano la costituzione di una unica società pubblica – esattamente come esiste, da tempo, in tantissime altre realtà italiane e anche nella vicina provincia di Macerata – scontrandosi con numerosi interessi (privati) e notevoli resistenze, spesso dettate da localismi e microinteressi, con un contesto legislativo nazionale che evidenzia una chiara volontà di favorire la privatizzazione del servizio. Ne è stata ultima prova il recente parere (solo formalmente “non vincolante”, introdotto in legge a fine 2022) formulato lo scorso della Corte dei Conti, sulla precedente proposta di nuova società unica, con tanta fatica avanzata e votata in sede Ata. A pochi giorni da un passaggio che può essere decisivo, – conclude il comunicato di Cgil, Cisl e Uil – deve essere chiaro che sindacati e lavoratori non accetteranno ulteriori furbizie e piccinerie: ognuno dovrà ritenersi responsabile delle posizione che si prenderanno in sede ufficiale, perché ad ognuno di queste si chiederà di renderne conto: Comuni, Provincia, Ata. Resta dunque pochissimo tempo per mettere da parte ragioni singole e interessi fuori luogo e avanzare una nuova proposta d’azione per garantire ad un servizio pubblico la necessaria gestione pubblica e, come tale, di adeguata garanzia per tutti: istituzioni, cittadini, lavoratori. Ci auguriamo che quel tempo residuo possa essere speso al meglio: noi ci saremo ancora, per vigilare e, se necessario, per sostenere la risposta migliore, anche in fase di realizzativa».
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