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Rifondazione Comunista: «Conerobus
sia preservata dalla privatizzazione
e si tutelino i suoi lavoratori»

TRASPORTO PUBBLICO - Rc afferma anche di «non fidarsi più del presidente Papaveri» e auspica che le autorità comunali, provinciali e regionali risolvano alla svelta i problemi dell'azienda di Tpl

di Antonio Bomba

Conerobus. Salvaguardare i posti di lavoro e preservare l’azienda stessa dalla sua privatizzazione. È questa l’opinione del Partito della Rifondazione Comunista di Ancona a riguardo dell’azienda Tpl operante nella gran parte della provincia.

«Come molti sapranno – inizia così il loro comunicato l’azienda del trasporto pubblico locale per Ancona e provincia, la Conerobus Spa, sta rischiando di finire schiacciata dalla pressione debitoria che incombe sui bilanci. Qualche giorno fa in un’intervista tv, il presidente di Conerobus Papaveri si è affrettato ad allontanare qualsivoglia pericolo per i lavoratori, autisti e non, che rischierebbero il proprio posto. E purtroppo sono molti. Il debito a fine 2022 ammontava a 14 milioni di euro. La regione Marche ha stanziato circa 2 milioni ma ci vuole ben altro per ripianare una situazione economica davvero preoccupante. Se ne sono interessati davvero tutti in questo periodo, dalla nuova amministrazione a guida Silvetti al presidente della provincia di Ancona, dal sindacato dei trasporti ad appunto la regione. I lavoratori di Conerobus che denunciano il mancato coinvolgimento nella vicenda».

Il messaggio di Rc prosegue: «L’impressione è che non si voglia ammettere che il rischio più concreto è la completa privatizzazione della società. Gli anni del Covid e gli aumenti del carburante hanno creato grossissime difficoltà a tutto il settore trasporti, ma Conerobus, a causa di scelte sbagliate della sua dirigenza, basti pensare all’incremento di impiegati amministrativi e al ricorso alle consulenze esterne arrivate a costare 360 mila euro nel 2021 rispetto ai 187 mila del 2010, la riduzione di personale delle officine a fronte di un parco mezzi vetusto e che necessità di manutenzione costante oltre ai mancati premi produzione ai lavoratori. Come Rifondazione Comunista Ancona – il comunicato va avanti – non siamo preoccupati solo del futuro e delle condizioni di lavoro di autisti e collaboratori, ma anche del continuo aumento dei prezzi dei biglietti e degli abbonamenti che inevitabilmente vanno a ricadere sui cittadini e sull’ambiente. Chiediamo che l’amministrazione comunale appena insediatasi non lasci incancrenire una situazione che dal 2014 va avanti in modo a dir poco avventuroso, ma che metta le mani su una situazione non più rinviabile. Delle rassicurazioni del presidente Papaveri – affermano – non ci fidiamo. Se si vuol evitare il disastro della privatizzazione si stanzino più fondi, che spesso vengono destinati a cose alquanto frivole, come le campagne turistiche in cui la regione spende migliaia di euro, e si dia un occhio di riguardo anche ai cittadini e a chi vuole utilizzare mezzi alternativi alle auto private per i loro spostamenti. A salvaguardia – è la loro conclusione – dell’ambiente e dei posti di lavoro».

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