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Pd, ricomincia la guerra tra bande:
l’area Bellomaria contro Bomprezzi.
La segretaria bacchetta i consiglieri regionali

DIREZIONE REGIONALE - Oggi la riunione ad Ancona. Gli esponenti dem capeggiati dall'ex candidata alle primarie attaccano duramente la segreteria: «E' stato impedito il dibattito, usati toni aggressivi». Nella nota ufficiale del partito nessun riferimento allo scontro, ma un chiaro richiamo a chi rappresenta il partito nell'Assemblea legislativa

Michela-Bellomaria

Michela Bellomaria

«Una direzione in cui è stato impedito il dibattito in merito alla relazione della segretaria che non ha evitato toni aggressivi e di rimprovero anche nei confronti del gruppo consiliare regionale. Non è stata data la possibilità di intervenire, azzerando il necessario e democratico confronto, non solo alla maggioranza dei consiglieri regionali, ma anche ai tanti componenti e tesserati che si erano iscritti a parlare. Inaccettabile, poi, la dichiarazione del coordinatore della segreteria che ha affermato che la porta del partito è aperta, non per entrare, ma per far uscire chi non condivide la linea». E’ il duro attacco che i dem dell’area Michela Bellomaria sferrano alla segretaria dem Chantal Bomprezzi dopo la direzione regionale del partito che si è tenuta stamattina ad Ancona.  Le due erano state le sfidanti delle ultime primarie, che poi hanno visto vincere proprio Bomprezzi. Bellomaria e gli altri puntano il dito sul mancato accoglimento di diverse proposte anche, tra le altre, quella che chiedeva di fare un’analisi del voto delle amministrative e di stornare una quota dei contributi versati dai consiglieri regionali ai circoli del territorio. «Un atteggiamento rigido di chiusura e non democratico – sottolineano – in una riunione in cui erano emersi spunti interessanti (Ceriscioli, Bora Verducci, Brisighelli) che avrebbero potuto arricchire la discussione in ottica costruttiva rispetto ad una relazione della segretaria che poteva essere veramente inclusiva anziché statica e blindata: indice di questa mancata volontà è stato anche il rifiuto totale ed ingiustificabile di aggiornare la discussione ad altra data. Se questo è il rinnovamento e la “reciproca collaborazione”, claim ripetuto come un mantra, ci pare che non venga affatto declinato nei fatti e la cosa che ci preoccupa di più è la totale paralisi di iniziativa politica in cui versa il partito regionale. Noi – concludono i rappresentanti dem – pensiamo che questi 5 mesi del Pd Marche non siano stati coerenti nei modi e metodi rispetto agli atteggiamenti di apertura e condivisione invocati e praticati dalla nostra segretaria azionale Elly Schlein. Vista la situazione che si è venuta a determinare, per senso di responsabilità nei confronti della comunità marchigiana e del Pd, nelle prossime settimane intendiamo costruire una serie di iniziative politiche, coinvolgendo tutti i territori, per alimentare una forte opposizione sociale al governo regionale di centro destra ed avanzare una serie di proposte tali da rendere concreta la costruzione di una nuova fase politica regionale che abbia come obiettivo la riconquista della fiducia dei marchigiani. In questo senso, riteniamo doveroso ed importante partecipare alla manifestazione sulla sanità indetta dai sindacati confederali regionali prevista sabato 15 luglio a cui aderiamo con forza e facciamo appello a tutte le strutture periferiche del Pd affinché ci sia una nutrita ed organizzata partecipazione»

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Chantal Bomprezzi

Nel comunicato ufficiale della segreteria del Pd Marche non si fa minimamente cenno alla polemica e anzi la direzione viene descritta come «molto significativa», che «dopo una approfondita analisi del voto e un intenso dibattito, ha delineato le priorità future del partito. Un dibattito – ha scritto il Pd nella nota ufficiale – molto partecipato durato più di tre ore nonostante i tempi dei singoli interventi contingentati fin dall’inizio in 5 minuti per ciascuno. Nella sua relazione, Bomprezzi ha sottolineato innanzitutto l’importanza del dibattito post- elettorale e del confronto con i segretari di Federazione e di Circolo, per individuare eventuali errori commessi e fare in modo che non si ripetano nella prossima tornata elettorale, riconoscendo il ruolo fondamentale della classe dirigente nel promuovere una discussione autorevole e seria in tutti i territori».  Bomprezzi ha posto l’attenzione sul crescente astensionismo e la necessità di riavvicinare la politica al territorio: «È importante – ha sottolineato- avviare un lavoro di ricerca e analisi delle cause di questa crisi di rappresentatività, senza cercare singoli capri espiatori ma avanzando proposte concrete. Il Pd Marche ha il dovere di discutere negli organismi regionali delle elezioni amministrative 2024, con specifica attenzione ai Comuni più popolosi della Regione: Pesaro e Fano, in primis. Occorre tutti insieme farsi carico di quelle sfide e insieme ragionare per assicurare la coalizione più ampia, i candidati migliori, il metodo di selezione più opportuno. Non lasceremo soli i Circoli dove si andrà al voto perché in questa sede condivideremo le scelte più importanti». La segretaria regionale ha evidenziato le priorità tematiche del Pd Marche, tra cui lavoro, lotta alle disuguaglianze e sanità pubblica e ha sottolineato anche la necessità di una nuova metodologia di approccio del Partito: «Il Pd Marche si deve aprire, deve necessariamente e in modo virtuoso dialogare con le forze civiche, con l’associazionismo, il volontariato e tutti i sindacati, dei lavoratori e di categoria». Sempre sul metodo, la segretaria dem ha annunciato l’organizzazione di un appuntamento annuale chiamato ‘Assemblea regionale dei Segretari di Circolo. Poi il richiamo al gruppo dei consiglieri regionali.  «Il gruppo Pd in Consiglio regionale è la nostra voce nelle Istituzioni e il principale strumento di opposizione del Partito Democratico al malgoverno della destra. Il lavoro politico del nostro Partito non può essere pienamente efficace in assenza di una collaborazione e coordinamento costante – ha detto la segretaria – In palio c’è una posta in gioco molto importante dei singoli successi, c’è la necessità di recuperare la credibilità agli occhi degli elettori e riconquistare la leadership nella nostra Regione. L’unità del partito passa prima di tutto da un’azione politica sinergica e concertata tra partito e istituzione regionale».

 

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