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Il sindaco di Sirolo è a casa:
«Ho fatto una “passeggiata”
che è durata troppo»

IL RACCONTO di Filippo Moschella dopo le ricerche scattate sul Conero e il trasporto a Torrette per controlli. «Ero impegnato in un sopralluogo e ho trovato delle corde usate per calarsi sulla spiaggia. Mi sono fermato a toglierle. Poi sono finito in un punto in cui la radio era in un cono d'ombra e il telefono non prendeva»

Un momento delle ricerche della Croce Rossa via mare

di Alberto Bignami

«Ho fatto soltanto una passeggiata… che è durata un po’ di più», così il sindaco di Sirolo Filippo Moschella. Sta bene e, raggiunto al telefono da Cronache Ancona, mentre si trova a casa, si fa scappare pure una battuta su quanto avvenuto oggi lungo il sentiero del Passo del Lupo quando, per il primo cittadino, erano scattate le ricerche perché di lui non si avevano più tracce.

Il sindaco Filippo Moschella con l’agente Lorenzo Orazi al Passo del Lupo durante un precedente sopralluogo

Dopo i primi trattamenti medici effettuati sul posto dal personale sanitario a seguito del recupero avvenuto dopo 6 ore, accompagnato via mare col gommone dei vigili del fuoco fino al porticciolo di Numana, alla fine ha rifiutato il trasporto a Torrette per tornare a casa, pronto per proseguire il suo lavoro iniziato da questa mattina. Sì perché Moschella era appunto impegnato in un sopralluogo sia sul Passo del Lupo che sulla spiaggia, dopo averla raggiunta con l’imbarcazione della polizia locale.

«Eravamo andati per verificare la posizione delle canoe che facciamo agganciare a dei gavitelli appositi, in modo tale che se abbandonate sulla riva non creino disagio quando vi è affollamento. Mentre eravamo lì – racconta Moschella -, abbiamo notato che alla fine del Passo del Lupo c’è uno strapiombo di 4 metri dove vi erano collocate altre corde per far salire e scendere le persone dal punto in cui il Passo finisce. Cosa pericolosissima -sottolinea – perché si rischia di volare di sotto e farsi seriamente male».
Il sindaco si è quindi agganciato alla corda ed è salito in modo tale da poterla togliere dall’alto: e così, ha fatto. «Nel frattempo mi son visto arrivare un gruppetto di bagnanti – riprende -. A quel punto, dopo averli avvisati del fatto che era vietato e si rischiava la multa, ho avvisato la polizia locale del fatto che sarei salito con i ragazzi e che ci saremmo visti in cima al Passo. Proprio il gruppetto, lungo il tragitto di risalita, mi ha riferito che in giro vi erano altri giovani».

Le ricerche della Cri e l’elicottero della Capitaneria di Porto

Moschella si preoccupa per il fatto che questi ulteriori gruppi non li aveva incrociati e così decide di andare a effettuare verifiche anche in un secondo percorso, detto ‘Canalone’, ancora più pericoloso soprattutto perché, essendo chiuso anche questo, non vi è manutenzione e il terreno in alcuni tratti è friabile.
«Purtroppo si tratta di sentieri vietati, che vengono affrontati con ciabatte e borse frigo e, si sa, si finisce poi per cadere e procurarsi brutte ferite».

Proseguendo questa volta da solo, degli altri gruppi nessuna traccia ma una volta arrivato al “Canalone” «ho notato ancora altre corde utilizzate sempre per lo stesso scopo: calarsi sulla spiaggia, ma solo se si è ‘alpinisti’ e non bagnanti. Subito ho iniziato a toglierle una ad una e portarle con me per procedere poi con un verbale di rinvenimento. E’ per questo motivo – dice quasi ridendo – che la camminata mi è durata oltre tre ore».

Il sindaco a questo punto, tolte tutte le corde, arriva in un’altra zona della spiaggia raggiungibile solo dal mare, ma succede a questo punto che a metterci lo zampino è stata la sfortuna.
«Con me avevo la radio del sistema di comunicazione comunale che non funzionava perché proprio in quel punto c’è un cono d’ombra. Il telefonino non ne parliamo – aggiunge -, e in tutto ciò ovviamente nessuno mi aveva visto risalire ed è scattato l’allarme. In pratica – spiega – non ho avuto modo di avvisare che si era creata questa situazione e in cima, giustamente, si sono preoccupati. A quel punto mi sono messo all’ombra e con me, per fortuna, avevo dell’acqua che porto sempre».

Una corda per scendere in spiaggia

Finalmente però ecco l’avvistamento intorno alle 17 e il primo cittadino viene raggiunto e trasportato al porticciolo di Numana dove ad attenderlo vi è l’automedica. Filippo Moschella ha fatto dunque il suo lavoro da sindaco, diciamolo, davvero in prima linea. «Bisognava disincentivare questa pratica del lanciarsi con la corda, per non avere ragazzi sulla coscienza. L’ho fatto pensando che la spiaggia è frequentata da tanti giovani, molti dei quali potrebbero essere davvero miei figli».
Sì perché va ricordato che se si casca in uno di quei punti e si sbatte anche la testa, i telefoni non prendono e chiamare i soccorsi non sarà possibile.

Una delle tante corde, lungo i sentieri

Il sindaco di Sirolo disperso sul Conero, ritrovato e portato a Torrette

 

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