di Laura Boccanera
«La mia attività politica è iniziata da Civitanova, mi ha cercato Costamagna e mi ha chiesto di candidarmi con i socialisti a San Severino». Vittorio Sgarbi al teatro Annibal Caro “rivela” come è cominciata la sua attività politica che lo ha condotto fino a ricoprire la carica di sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. Il critico d’arte, in città per presentare il suo ultimo libro “Scoperte e rivelazioni” non lesina racconti, storie ed aneddoti: ce n’è per tutti.
Da Ancona come capoluogo in cui “non avviene mai niente”, con un “teatro bruttissimo, povere Muse imprigionate” fino a “Le Marche, piccola terra in cui nascono pensieri altissimi”, ma anche il grandioso progetto di riscrivere un “Rinascimento adriatico” lungo le vie d’acqua con 4 grandi mostre fino al 2025. C’è di tutto un po’ (tanto che il libro passa quasi in secondo piano, nella seconda metà dell’intervento), ma il pubblico di Sgarbi, lo sa, è abituato ai suoi voli pindarici e si lascia trascinare dall’onda della narrazione.
Arrivato a Civitanova Alta, prima di raggiungere il teatro con il sindaco Fabrizio Ciarapica e la direttrice della pinacoteca Enrica Bruni viene “rapito” per mostrare la “scoperta” civitanovese rinvenuta nella chiesa di Sant’Agostino.
L’opera di Filippo Conti che si trovava nell’altare e che rappresenta “Sant’Agostino che scrive la regola” rischiava di venire rovinata dall’acqua che si stava infiltrando e così è stata spostata dalla chiesa e restaurata e ora campeggia restituita nei suoi colori originari nella Pinacoteca Moretti.
Una “scoperta” che è simile a quelle contenute nel nuovo libro di Sgarbi dove vengono raccontate 100 opere poco conosciute. La genesi del progetto affonda negli anni ’80 quando Sgarbi da giovane critico d’arte andava girando per pievi e chiese escluse dai circuiti più conosciuti annotando opere considerate di serie B e che invece restituiscono la ricchezza del territorio Italia. Sul palco dell’Annibal Caro, introdotto dal presidente della commissione cultura Gianluca Crocetti e dal sindaco Fabrizio Ciarapica, Sgarbi parte raccontando la novità del progetto culturale previsto per Ancona dopo l’incontro col sindaco del capoluogo dorico Daniele Silvetti: «fino ad oggi Ancona si era distinta per la totale distanza da qualsivoglia vivacità culturale. Nulla capita mai ad Ancona, nonostante sia capoluogo non è mai stata all’altezza di centri come Jesi, Fermo, Recanati, San Severino, Camerino. Ha anche il teatro più brutto d’Italia, povere Muse. Finalmente invece abbiamo firmato l’armistizio con Ancona e da qui fino al 2025 sono in programma 4 mostre che restituiranno un Rinascimento adriatico che passa lungo le vie d’acqua. Dopo il lungo dominio della sinistra che ha imprigionato Ancona finalmente racconteremo come tutti i maggiori pittori veneziani siano passati qui. Oltre a Vittore e Carlo Crivelli, Lotto, Tiziano, anche Tintoretto, il Veronese e Ancona sarà uno snodo fondamentale».
Ma un’ampia parentesi Sgarbi l’ha dedicata anche al suo “battesimo” con la politica che ha avuto un officiante tutto civitanovese come l’ex sindaco e presidente del consiglio Ivo Costamagna: « Nel marzo 1990 arrivo a Civitanova, ero popolare, avevo scritto libri, facevo delle cose in televisione e incontro un giovane assessore alla cultura Ivo Costamagna. Era venuto a San Severino dove avevo presentato un libro e dove l’allora sindaco Vissani mi vietò di usare il teatro perché era amico del critico d’arte Federico Zeri. Lì Costamagna mi propose di candidarmi coi socialisti per San Severino. Dissi di no, ma mi raggiunse di nuovo a Civitanova e lì alla fine ho accettato. Quindi la mia attività politica nasce a Civitanova».
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