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Un quarto di secolo alla guida
dell’Urologia dell’ospedale di Jesi:
va in pensione Vincenzo Ferrara

SANITA' - Il primario ha lasciato il lavoro nel giorno del suo compleanno. Insieme alla sua équipe, ha portato il reparto del 'Carlo Urbani' ad elevarsi non solo a livello nazionale per una serie di interventi e di attività di assoluta avanguardia. «Un ringraziamento va anche ai pazienti che hanno scelto la nostra Unità operativa, arrivando da ogni angolo delle Marche oltre che da regioni italiane lontane»

Vincenzo Ferrara

 

Lascia la direzione dell’Uoc di Urologia dell’ospedale di Jesi che ha guidato dal lontano 1999, nel giorno del suo 70esimo compleanno, il dottor Vincenzo Ferrara. Quasi un quarto di secolo durante il quale, insieme alla sua équipe, ha portato l’Urologia della città ad elevarsi non solo a livello nazionale per una serie di interventi e di attività di assoluta avanguardia. Del reparto jesino, tanti per citare un esempio, resta la maggiore statistica mondiale nel trattamento mininvasivo del tumore prostatico, sempre qui è stato effettuato il primo intervento in Europa di crioablazione sui tumori del rene, mentre molte modifiche tecniche di interventi chirurgici sono nati proprio dall’esperienza dell’Urologia jesina.

Un lungo e intenso impegno professionale che ha dato prestigio al ‘Carlo Urbani’, accompagnato da una non meno proficua attività di divulgazione con i corsi ed i convegni internazionali organizzati a Jesi, la partecipazione come primo chirurgo e con funzione di tutor presso le sale operatorie di numerosi ospedali (una quarantina) di tutta Italia, l’insegnamento all’Università La Sapienza, l’attività scientifica fino alla presidenza dell’Associazione urologica WeUro. Sotto la sua guida si sono formate nuove generazioni di medici, culminate nella nomina di due suoi collaboratori a primari urologi presso altri ospedali.

Il primario Ferrara in sala operatoria

«Non avrei mai potuto realizzare tutto ciò – confida in una nota il dottor Ferrara – senza il contributo della mia équipe medica ed infermieristica, a partire dalle capo sale, senza l’aiuto dei colleghi anestesisti, radiologi, chirurghi, dell’ospedale intero, senza la collaborazione con i colleghi del territorio, piuttosto che con l’amministrazione dell’ospedale. A tutti loro, dunque, va il mio sentimento di profonda gratitudine professionale ed umana. Un ringraziamento a parte e se possibile ancora più sentito – aggiunge il medico – va anche ai pazienti che hanno scelto la nostra Unità operativa urologica, arrivando da ogni angolo delle Marche, oltre che da regioni italiane lontane. Penso a pazienti provenienti da Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, che hanno poi riempito di bellissime parole le recensioni sul nostro reparto e su tutte le professionalità che lo popolano e che sono sicuro continueranno a mantenerlo efficiente. Non potrò smettere di amare il mio lavoro, per questo continuerò a mettere a disposizione di chi lo vorrà la mia esperienza ed entusiasmo. Quindi continuerò la mia attività ambulatoriale in Jesi e quella operatoria in altre sedi vicine».

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