Le Liste civiche Osimo hanno presentato una mozione consiliare per chiedere al sindaco e alla giunta «di sollecitare Astea e la sua partecipata Dea, a mettere in atto tutti gli investimenti necessari per potenziare/adeguare la rete elettrica locale affinché sia possibile per qualsiasi cittadino osimano e qualsiasi azienda agraria locale, poter realizzare e quindi connettere impianti fotovoltaici, potendo partecipare attivamente al processo di transizione energetica ormai già avviato e incentivato sia dal Governo centrale che dalla Regione Marche».
Con l’atto da discutere nella Sala Gialla i movimenti civici sollecitano in sostanza «un potenziamento della rete elettrica locale al fine di migliorare la connessione di impianti fotovoltaici di tipo domestico e a servizio di attività artigianali, tenuto conto che la situazione energetica in atto, rende ormai necessaria la trasformazione e l’adeguamento della rete elettrica nazionale con interventi e investimenti che consentano la piena integrazione delle rinnovabili, in particolare del fotovoltaico sempre più diffuso, in modo che sia al tempo stesso garantita un’adeguata sicurezza e flessibilità del sistema».
La Regione Marche, nell’ambito del processo di transizione energetica, ha stanziato 2,5 milioni di euro per ridurre i costi energetici delle famiglie a basso reddito, mediante contributi erogati in funzione dell’indicatore Isee, che potranno finanziare interventi di produzione energetica da fonti rinnovabili per il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti elettrici e termici in ambito domestico, a servizio di unità immobiliari residenziali. Le Liste civiche rilevano che ad Osimo «un ostacolo alla diffusione del fotovoltaico è spesso rappresentato dalla difficoltà di connettere i nuovi impianti alla rete elettrica locale, che negli ultimi anni non ha subito un vero adeguamento/potenziamento. – scrivono nella mozione – Tenuto conto che per le richieste di connessione di nuovi impianti fotovoltaici sono sempre più frequenti le risposte del gestore di rete, nelle quali si pongono limitazioni circa la potenza che può essere immessa o addirittura con esito negativo. E questo vale non solo per impianti di media grande dimensione ma anche per gli impianti domestici che spesso non vengono più connessi se di potenza superiore ai 3 kW».
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