«Gli ambulanti di via Matteotti
sono penalizzati e chiedono di essere
spostati anche in via sperimentale»

Le bancarelle sistemate in via Matteotti durante il mercato del giovedì mattina

Per la consigliere comunale Monica Bordoni (Liste civiche Osimo) c’è disparità di trattamento tra gli ambulanti che frequentano il mercato infrasettimanale del giovedì mattina. «Ad Osimo riusciamo a svilire pure il commercio al dettaglio rappresentato anche dal venditore ambulante. Il mercato settimanale e le sue bancarelle rappresentano una storica tradizione osimana, che anima il centro storico e diventa punto importante di incontro tra cittadini. Ad avere la peggio sono gli ambulanti da anni cacciati dalla piazza centrale ed oggi con spazi assegnati in via Matteotti, dove chiaramente il passaggio dei possibili acquirenti è molto meno intenso» fa osservare Bordoni che ha raccolto i malumori degli ambulanti.

Monica Bordoni

«Sono collocati in una strada stretta, obbligati a convivere con il transito dei veicoli di carico e scarico delle merci, delle ambulanze e con i parcheggi “selvaggi” della vicina scuola. In termini di vendite la loro attività viene penalizzata, tanto più in questo ultimo periodo che ha visto la chiusura di Porta Vaccaro. Insomma, addio clienti – aggiunge la consigliera comunale d’opposizione – Hanno più volte scritto al sindaco e fatto protocollare lo scorso 16 febbraio una lettera per chiedere, anche in via temporanea e sperimentale, lo spostamento ad altra zona centrale del mercato, più idonea e con maggior flusso di persone, al fine di poter svolgere adeguatamente il mercato settimanale con le stesse opportunità di vendita degli altri colleghi. Gli spazi ci sarebbero. Al momento non solo non hanno avuto alcun riscontro, ma neppure sono stati ricevuti dall’ufficio competente come più volte sollecitato».

Questa mattina Monica Bordoni ha depositato una mozione consiliare «affinchè l’amministrazione comunale e l’assessore di settore ascoltino le istanze degli ambulanti di via Matteotti e mettano in campo tutte le azioni possibili e necessarie per ridare pari dignità agli stessi, fortemente penalizzati economicamente dalla posizione che è stata loro assegnata».