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«La Festa del Mare
era e resta un evento
sacro e religioso»

LA SPIEGAZIONE - Don Dino Cecconi, presidente della Stella Maris, svela le radici dell'evento che quest'anno si dipanerà nell'arco di 2 giorni

di Antonio Bomba

Nuova Festa del Mare. Un giorno al via dell’evento su cui la nuova Amministrazione comunale punta tantissimo. Per rilanciare Ancona come autentico capoluogo di Regione, come più volte detto nelle loro dichiarazioni, così come per far tornare fuori quello spirito identitario che, sempre secondo loro, è indispensabile per far avanzare la città tutta.

Negli scorsi giorni sono state segnalate tutte le iniziative attraverso le quali l’organizzazione proverà ad intrattenere gli anconetani così come i cittadini marchigiani.

La Festa del Mare era e resta però un momento che nasce come sacro e quindi religioso. Sotto questo aspetto il clou lo si vivrà domenica 3 settembre con la messa alla Cattedrale del Duomo prima e la deposizione della corona di alloro in mare da parte del Vescovo poi.

Per approfondire meglio questo argomento però non esiste nessuno meglio di Don Dino Cecconi, presidente di Stella Maris.

Quest’ultima associazione, presente in diversi porti d’Italia con l’obiettivo di svolgere una attività pastorale a sostegno dei marittimi e, più in generale per ‘la Gente di Mare’ ne è stata anche l’ideatrice.

Don Dino Cecconi

Nello specifico il creatore fu Padre Francesco Catani, frate cappellano del porto, e chi ne porta avanti l’eredità, Don Dino per l’appunto, la festa voleva essere un riconoscimento per tutti coloro che lavorano in mare e per il mare e al contempo un invito spirituale a rapportarsi al mare e alle genti che lo percorrono con cura, rispetto e sensibilità. «Il Mare è nostrum, non meo – ricorda Don Dino – è un bene comune e tutti ne dobbiamo avere cura». Con questo sentimento, la Festa del Mare, come tutte le feste popolari, viene riproposta anno dopo anno alla città con le sue caratteristiche e sfumature che esaltano le tradizioni folcloristiche, culturali, e religiose della città.

Secondo Don Dino però «Sul piano sociale e umanitario la Festa è tale per tutti gli anconetani, non solo per i marittimi ed è anche tributo alle vite rubate dal mare, nel corso di attività lavorative antiche e nuove. Penso alle vittime sul lavoro e alle vite distrutte in mare durante eventi bellici e anche in attività nautiche e turistiche».

A tutto questo si aggiunge la tragedia dei migranti che perdono la vita in mare, cui va il pensiero della città e della gente di mare. Un mare che unisce, che fa da ponte con altre culture, un mare che è e sarà sempre una risorsa preziosa.

Il profondo sentimento religioso della Festa del Mare nasce però da 4 storie ben distinte.

La festa ha l’intento di richiamare la devozione a Maria, stella maris, protettrice dei marittimi e agli albori della fede che ha viaggiato via mare, se pensiamo alla memoria di Santo Stefano, il primo martire cristiano. Uno dei sassi con cui venne lapidato a Gerusalemme è giunto ad Ancona attraversando il mare, ed è conservato nel museo diocesano.

Nel 418 invece è giunto ad Ancona, ancora una volta via mare, il corpo di San Ciriaco patrono della città e della arcidiocesi, per interessamento di Galla Placidia figlia dell’imperatore Teodosio.

Scorrendo avanti nella Storia, nel 1615 un armatore veneziano di nome Bartolo, riconoscente per la sopravvivenza della sua bambina salvata dalle onde del mare in tempesta da gente anconetana, volle donare il quadro della Madonna Regina di tutti i Santi ad Ancona, ora custodito nella cattedrale, a cui il popolo anconetano è tanto devoto.

Infine e da quanto si apprende è il punto più importante la Festa del Mare si lega soprattutto alla memoria di San Francesco, partito dal porto di Ancona come pellegrino di pace per recarsi in Terra Santa e incontrare il sultano a Damietta in Egitto.  Quell’evento ha cambiato il corso della storia dell’umanità, facendo di Ancona non solo la porta d’oriente ma anche la via della pace e questa ricorrenza sia per tutti noi portatrice di un nuovo umanesimo carico di speranza.

Angelo Eliantonio, assessore con delega ai Grandi Eventi

Sul piano più pratico e meno sacro invece ieri il Ministero dell’Agricoltura ha risposto positivamente alla richiesta di autorizzazione inviata dal Comune di Ancona, per l’uscita in mare di alcuni pescherecci, con l’unico fine di catturare prodotto ittico da distribuire alla Festa del mare.

E così stanotte 3  imbarcazioni alle 4 di notte sono uscite per fare rientro attorno alle 11 derogando al fermo pesca, con un numero di cale che possa garantire un quantitativo di prodotti ittici sufficiente per la buona realizzazione della manifestazione.

I pescherecci scelti sono stati scelti a estrazione e indicati alla Capitaneria di Porto. Il pesce catturato non sarà oggetto di vendita diretta, ma sarà integralmente destinato alla degustazione in piazza Cavour.

«Ringraziamo il Ministero – ha detto l’assessore alle Attività economiche, ai mercati e ai grandi eventi Angelo Eliantonio – e anche tutta la marineria di Ancona, che insieme con noi ha costruito pezzo per pezzo questa Festa del Mare. L’uscita in mare straordinaria ci consente ancora di più, non solo di sottolineare al massimo l’essenza del coinvolgimento del comparto della pesca a questo evento, ma anche l’importanza che questo comparto ha per la città di Ancona».

 

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