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Napolitano e il legame con le Marche:
la moglie Clio di Chiaravalle
e quelle visite ad Ancona, Pesaro e Recanati

L'EX PRESIDENTE della Repubblica, morto ieri a 98 anni, aveva un rapporto speciale con la nostra regione. Il Teatro delle Muse, l'incontro con Giovanni Allevi, il caffe offerto dai conti Leopardi nelle stesse tazzine usate dal grande poeta

Il presidente Napolitano all’Univpm nel 2008. A partire da domani 24 settembre e fino al giorno della celebrazione delle esequie di stato, martedì 26 settembre 2023, sarà disponibile, dalle ore 10 alle ore 19 presso la Prefettura di Ancona, in Piazza del Plebiscito, un registro delle condoglianze dove poter lasciare un pensiero e un ricordo.

 

di Maria Paola Cancellieri (foto di Giusy Marinelli)

Cordoglio anche ad Ancona, Pesaro e Recanati per la scomparsa, avvenuta ieri sera all’età di 98 anni, del Presidente Giorgio Napolitano. La data dei funerali di Stato è stata fissata per martedì prossimo, alla Camera dei Deputati, dove si svolgerà una cerimonia laica mentre la camera ardente dovrebbe essere allestita al Senato, aperta alla visite già da domani mattina.

Un legame profondo e speciale lo legava alle Marche. A Chiaravalle è nata la moglie Clio Bittoni e fin dagli anni giovanili del suo impegno politico, prima ancora che istituzionale, Napolitano era di casa nella nostra regione. Indimenticabile la visita ufficiale da presidente della Repubblica che affrontò ad Ancona il 3 e 4 marzo del 2008. Economia-impresa, Costituzione e lavoro erano stati i temi affrontati in quella due giorni  con tanti protagonisti speciali, diversi per appartenenza ma legati alle stesse radici culturali da un unico filo conduttore. Il viaggio nella ‘marchigianità’ dell’allora Capo dello Stato era partito a metà mattina del 3 marzo dall’Università Politecnica, dove seduto in un parterre di imprenditori (tra i quali Pieralisi e Guzzini), autorità, parlamentari e docenti, aveva presieduto il convegno sull”Economia marchigiana nel mercato globale’. Riallacciandosi alla relazione del rettore del tempo Pacetti, all’intervento dell’allora governatore Spacca e al forum degli imprenditori, Napolitano aveva speso parole di apprezzamento per il modello marchigiano e per la vitalità che continuava anche in quel frangente di mutamenti storici a mostrare nelle sfide dei mercati globali.

Giorgio Napolitano alla Croce Gialla di Chiaravalle nel 2008

Un esempio che esprimeva una «singolare sintonia fra realtà produttiva, istituzioni e società civile restando in armonia con i valori della gente marchigiana. – aveva evidenziato – Non ci sarebbe stata crescita dopo stagioni economiche difficili se non si fossero sprigionate formidabili energie creatrici dal mondo imprenditoriale e del lavoro; se non ci fossero state le istituzioni a sostenerle; intelligenze straordinarie, anticonvenzionali nella ricerca di un nuovo possibile sviluppo». L’ultimo pensiero di quella visita era andato all’economista Giorgio Fuà, tra i fondatori dell’ateneo dorico. Per l’occasione Napolitano aveva incontrato anche la vedova di Fuà, Erika Rosenthal. «Diede vita all’Istao – aveva osservato il presidente – dimostrando come un grande economista può operare a servizio degli interessi del Paese». A chi annotava anche i limiti infrastrutturali del sistema Marche, il Capo dello Stato aveva risposto come «il problema dei problemi è il dualismo nello sviluppo italiano, non più solo fra nord e sud. Rimane un gravissimo divario nello sviluppo economico, sociale e civile di una parte dell’Italia rispetto all’altra». Una emergenza di cui devono «farsi carico anche gli studiosi. Mi auguro – aveva chiuso in una standing ovation – che ci sia una nuova leva di economisti coraggiosi, intelligenti e innovativi».

Giorgio Napolitano a Recanati nel 2012

Nel pomeriggio della stessa giornata al Teatro delle Muse, Napolitano aveva parlato di Costituzione consegnandone una copia agli studenti. «Qui sono racchiusi – aveva sottolineato – i valori e i principi, i diritti e i doveri su cui riposa la nostra libera convivenza civile e la nostra unità nazionale». Sempre più sorpreso dalla creatività dei marchigiani, aveva poi ascoltato al piano Giovanni Allevi, al termine del concerto dell’Orchestra filarmonica delle Marche (diretta al tempo dallo stesso compositore ascolano e da Michele Mariotti).

Clio Bittoni all’ospedale Salesi nel 2008

L’ultimo scorcio di giornata era stato, infine, dedicato alla visita al cantieri navali Crn di Ancona. Affrontando il dibattito sulla piaga delle ‘morti bianche’ sul lavoro, dopo gli ultimi fatti di cronaca del tempo, il Presidente aveva invitato a «reagire alla catena tragica» auspicando «che tutte le forze politiche convengano sul testo del decreto legislativo da attuare sulla base della recente legge sulla sicurezza sul lavoro. Sarebbe uno stimolo – aveva spiegato – per procedere a garantire migliori condizioni di lavoro e per salvaguardare la vita di chi lavora in condizioni difficili e spesso con retribuzioni basse». E soffermandosi sui problemi della sicurezza nelle aziende dove esiste lavoro sommerso aveva ribadito come le ispezioni servono a garantire la sicurezza dei lavoratori e fare emergere il nero. La moglie Clio, nelle giornate anconetane, aveva visitato i piccoli ricoverati all’ospedale ‘Salesi’ e  a Chiaravalle anche la sede della Croce Gialla.

Giorgio Napolitano e la signora Clio nella biblioteca di Giacomo Leopardi

Da Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tornò nelle Marche nel 2012, a Pesaro, per la Festa della Liberazione, invitato dall’ex sindaco Giorgio De Sabbata. Un 25 aprile che vide in prima linea nell’accoglienza Matteo Ricci, oggi sindaco della città ma al tempo presidente della Provincia e l’allora primo cittadino Luca Ceriscioli (futuro governatore delle Marche), terminato con un pranzo in Prefettura. Poi la successiva visita a Recanati in un bagno di folla. A Casa Leopardi lo attendeva il conte Vanni e la contessa Olimpia che lo avevano accompagnato a visitare la biblioteca con Fabio Corvatta, presidente del Centro studi Leopardiano e le autorità della provincia. La città del poeta si era vestita a festa, guidata dall’ora sindaco Francesco Fiordomo. I conti avevano offerto alla coppia presidenziale un caffè con il servizio usato due secoli prima dallo stesso Giacomo Leopardi e il vino ‘Zibaldone’. (LEGGI l’articolo)

Alla notizia della morte, ieri sera il Comune di Chiaravalle ha subito espresso tutto il proprio dolore per l’addio del Presidente emerito, ricordandone «il profondo senso dello Stato (di cui ha ricoperto con autorevolezza le più alte cariche), la fedeltà alla Costituzione, la consapevolezza della radice antifascista della Repubblica Italiana, il segno impresso in quello che è stato il più importante Partito Comunista dell’Europa occidentale, l’impegno profuso per la giustizia sociale, il convinto europeismo, la capacità di intervenire con tenacia e incisività nei momenti più critici del nostro Paese, il farsi garante infaticabile degli equilibri istituzionali. Il pensiero va inoltre all’intenso legame di Giorgio Napolitano con la nostra città, dalla nascita della moglie Clio Bittoni a Chiaravalle alla vicinanza che il presidente emerito ha sempre mostrato verso la nostra comunità, dall’amicizia con alcuni esponenti politici chiaravallesi alla partecipazione alle Feste de l’Unità negli anni ‘60 e ‘70, fino alla sua presenza all’inaugurazione della attuale sede della Croce Gialla. Alla moglie, ai familiari e a tutti coloro che hanno conosciuto, amato e stimato Giorgio Napolitano porgiamo le nostre più sentite condoglianze».

 

 

 

Napolitano e la signora Clio ai cantieri Navali di Ancona (2008)

Giorgio Napolitano al convegno di Ancona nel 2008

 

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