di Gianluca Ginella (foto Fabio Falcioni)
Omicidio di Alika Ogorchukwu, Filippo Ferlazzo condannato a 24 anni. La sentenza della Corte d’assise di Macerata oggi alle 14, dopo un paio di ore di camera di consiglio. I giudici hanno riconosciuto per il 33enne salernitano le attenuanti generiche considerandole equivalenti alle aggravanti contestate: da qui i 24 anni e non l’ergastolo come era stato chiesto dal pm Claudio Rastrelli questa mattina (leggi l’articolo).
Omicidio volontario, non preterintenzionale come invece chiedeva la difesa. I giudici hanno poi assolto Ferlazzo dall’accusa di rapina («il fatto non sussiste») e hanno stabilito una provvisionale di 350mila euro per la vedova di Alika, Charity, e 40mila euro per ciascuna delle parti civili (si erano costituiti cinque familiari del 39enne ucciso). Il delitto era avvenuto il 29 luglio dello scorso anno a Civitanova, su corso Umberto. Al termine dell’udienza Charity ha detto «sono soddisfatta delle sentenza».
Il procuratore Giovanni Narbone ha commentato: «Attediamo le motivazioni, c’erano degli spunti, evidenziati dalla difesa, che potevano portare ad una conclusione diversa, questa è stata poi la scelta della Corte d’assise, che peraltro ha irrogato a quel punto la pena massina detentiva previo riconoscimento delle attenuanti generiche. È un primo punto che viene messo a questa drammatica vicenda, poi ci saranno gli ulteriori gradi di giudizio e si vedrà. L’ufficio anche in questo caso ritiene di aver svolto il suo compito nella maniera adeguata e completa».
L’imputato era difeso dall’avvocato Roberta Bizzarri: «Soddisfatta? Diciamo di sì per come era cominciata l’udienza di oggi, quando è stato chiesto l’ergastolo. Attendiamo le motivazioni. La corte ritiene sussista l’omicidio volontario, ha bilanciato aggravanti con attenutati generiche e questo ha portato a 24 anni».
Il legale aveva detto che la condizione di Ferlazzo non è compatibile con il carcere.
I giudici però hanno valutato che al momento non ci siano elementi sufficienti per scarcerarlo e affidarlo ad una struttura dove possa curarsi. Ferlazzo come ha commentato? «Ancora non si rende conto della situazione. Nell’attesa che uscissero i giudici gli avevo prospettato l’esito più nefasto, l’ergastolo. Nella sua testa l’ergastolo sono 30 anni, quindi mi ha detto: ho avuto sei anni di sconto».
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