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Rapina in gioielleria,
il sindaco incontra il titolare:
«Confido nel lavoro dei carabinieri»

FALCONARA - Antonio Cettineo era stato vittima, il 6 settembre scorso, di un colpo che vede i militari impegnati in una delicata indagine. Stefania Signorini gli ha espresso «la vicinanza e l’affetto di tutti i falconaresi e l'ho invitato a non abbattersi»

da sin.: Antonio Cettineo e Stefania Signorini

 

Vicinanza, incoraggiamento, stima: sono i sentimenti che hanno animato l’incontro tra il sindaco Stefania Signorini e il professor Antonio Cettineo, erede di una storica gioielleria falconarese, vittima il 6 settembre scorso di una rapina che vede i carabinieri impegnati in una delicata indagine. Il sindaco Signorini aveva già contattato il commerciante all’indomani del drammatico evento per esprimere la solidarietà di tutta la comunità, ma nella giornata di ieri 27 settembre ha voluto incontrarlo di persona all’interno della gioielleria, che dal 1945 si apre lungo via Flaminia, davanti alla stazione ferroviaria.

«Oltre a esprimergli la vicinanza e l’affetto di tutti i falconaresi, ho invitato il professor Cettineo a non abbattersi – dice il sindaco Stefania Signorini –. Ho molta fiducia nel lavoro dei carabinieri della Tenenza di Falconara e confido che risalgano presto all’identità dei rapinatori». Il sindaco si è complimentato con il gioielliere per tutti gli attestati ricevuti dalla gioielleria, tributati dalla Camera di Commercio di Ancona e dalla Confcommercio proprio per la longevità dell’attività commerciale e artigiana.

L’incontro ha rappresentato l’occasione per ripercorrere la storia della gioielleria e della famiglia Cettineo, arrivata a Falconara nel 1943 da Zara. «Mio padre Armando – ha ricordato il professor Antonio – aveva aperto un primo laboratorio orafo nel 1944 in via Verdi, all’angolo con via Manara, poi nel 1945 aveva deciso di ampliare l’attività e di trasferirla nei locali di via Flaminia». L’attività è stata portata avanti da Armando fino a dicembre 1994, quando è rimasta dietro al bancone la moglie Anna Buljnbasich che ha potuto contare sul supporto del figlio Antonio. Quest’ultimo si è occupato a tempo pieno della gioielleria a partire dal 2012, quando è andato in pensione come insegnante dell’istituto tecnico Volterra.

Tra i ricordi del commerciante, una drammatica coincidenza: «Il 6 settembre del 1986, esattamente 37 anni prima della rapina che ho subito, i miei genitori rimasero vittime a loro volta di una cruenta rapina e finirono entrambi in ospedale, mia madre in rianimazione, mio padre con cento punti di sutura. Il rapinatore venne individuato, ma la refurtiva fu recuperata solo in parte a un monte dei pegni di Roma». Nonostante la paura e il danno economico, i Cettineo sono rimasti aperti, a testimonianza di un forte legame con la città e con i falconaresi. «La gioielleria Cettineo è  un simbolo di radicamento sul territorio – conclude il sindaco – e un esempio per i commercianti delle nuove generazioni».

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