E’ convocata per domani mattina l’assemblea Ata per discutere ancora una volta della gestione unica dei rifiuti per la provincia di Ancona, stavolta con AnconAmbiente come fulcro centrale capace di attrarre il conferimento di rami d’azienda di società partecipate da altri Comuni. Ad illustrare al Consiglio comunale di Jesi, il progetto proposto dal sindaco di Ancona Daniele Silvetti, ieri è stato anche Lorenzo Fiordelmondo. Il primo cittadino di Jesi, ha spiegato all’aula i dettagli della proposta di candidatura di AnconAmbiente, società pubblica, come gestore unico in house providing.
«Per ora si tratta di un draft, – ha specificato Fiordelmondo – una bozza di percorso che prevede alcuni canoni specifici come il conferimento dei rami di azienda per quello che riguarda tutte le aziende pubbliche del nostro territorio, nel nostro caso di Jesi Servizi-ramo rifiuti, ma c’è anche un percorso aperto con Osimo che ha una società partecipata al 21% dal privato (Astea Spa, ndr), per fare in modo che il ramo d’azienda rifiuti possa essere conferito e possa avere una qualifica completamente pubblica. Si valuterà anche un aumento di capitale di AnconAmbiente da dividere in quote simboliche tra quei Comuni che non hanno una società propria. Questa in sintesi la proposta della quale prenderemo atto, sabato mattina nell’assemblea Ata, per la predisposizione del termine dell’istruttoria e l’organizzazione tecnica. In quella stessa sede sarà anche votata la proroga della gestione raccolta rifiuti, della quale alcuni Comuni necessitano».
Secondo il sindaco di Jesi «il dato importante di questa operazione non è quello tecnico ma politico. Dopo il cambio amministrativo del Comune di Ancona – ha ricordato Lorenzo Fiordelmondo – ho avuto modo di prendere contatti con il nuovo sindaco di Ancona e il primo tema da mettere a terra, stante la sentenza della Corte dei Conti, era stato proprio quello della gestione dei rifiuti. Su questo, pure nelle divergenze ovvie delle nostre visioni politiche e amministrative, siamo riusciti a stringere un patto territoriale. L’obiettivo era comune e abbiamo cominciato a tessere una tela, piano piano si sono aggiunti tutti gli elementi. Il dato di fatto è una pagina nuova: tutta la proiezione tecnica di questa proposta poggia su una base politica ampiamente condivisa, spero erga omnes. Si è cercato di trascinare via la questione della gestione rifiuti da una barriera che sembrava insuperabile e consolidata dal punto di vista politico, per traghettarla in un terreno istituzionale volto all’interesse di un intero territorio – ha rimarcato Firodelmondo – Le nostre società hanno un valore patrimoniale ma anche d’opera, sanno fare bene quello che fanno e poi c’è la questione della necessità di pieno controllo, per continuare a svolgere un servizio in un ambiente completamente pubblico, che non sia inquinato da situazioni che in linea ipotetica potrebbero presentarsi».
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