facebook rss

Vertebral Body Tethering,
primo e innovativo intervento al ‘Salesi’
su una 13enne affetta da scoliosi

ANCONA - La ragazzina era affetta da una forma grave che la costringeva al corsetto 18-20 ore al giorno. Attraverso una via anteriore toracica videoassistita, sono state posizionate piccole viti sulle vertebre, sulle quali è stata fissata una corda in materiale sintetico flessibile che è stata messa in tensione per ridurre la curva scoliotica. Dopo l’operazione, che ha coinvolto un team multidisciplinare della Clinica Ortopedica e della Chirurgia Pediatrica, ha iniziato a camminare senza dolore ed è stata dimessa in una settimana

L’equipe multidisciplinare del Salesi che ha effettuato l’intervento

 

Un intervento innovativo alla colonna vertebrale di una paziente 13enne affetta da scoliosi è stato portato a termine dall’equipe chirurgica della Clinica ortopedica e di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Salesi di Ancona. La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da curvatura e rotazione delle vertebre, che colpisce circa il 2% della popolazione pediatrica (in particolare tra 11-14 anni). Una volta riconosciuta, deve essere monitorata perché tende a peggiorare con la crescita; la terapia più praticata, riconosciuta a livello internazionale, è il busto da indossare almeno 18 ore al giorno fino al termine della crescita e, nei casi più complessi, la chirurgia. Qualche volta il corsetto non funziona, in particolare se la scoliosi compare in età precoce e supera i 40°, tanto che alla fine dello sviluppo diventa inevitabile l’intervento di “artrodesi vertebrale” (fusione), per correggere la curva con viti e barre in titanio. La zona operata, però, dopo tale intervento, diventa rigida, non si può piegare e si determina una grave limitazione del movimento che per un adolescente comporta pesanti conseguenze sia fisiche che psicologiche.

L’intervento è stato eseguito per la prima volta nelle Marche, lo scorso agosto, all’ospedale Salesi di Ancona su una ragazzina di 13 anni con una scoliosi grave che la costringeva al corsetto 18-20 ore al giorno. Attraverso una via anteriore toracica videoassistita, con ristretti tagli sul fianco, sono state posizionate piccole viti sulle vertebre, sulle quali è stata fissata una corda in materiale sintetico flessibile che è stata messa in tensione per ridurre la curva scoliotica. L’operazione è durata circa tre ore e mezzo e, dopo tre giorni, la paziente ha iniziato a camminare senza dolore e dimessa in una settimana. L’intervento ha coinvolto un team multidisciplinare composto dalla dottoressa Monia Martiniani e dal dottor Leonard Meco della Sos Clinica Ortopedica dell’Adulto e Pediatrica – diretta dal Pprofessor Antonio Pompilio Gigante – insieme al professor Giovanni Cobellis – direttore della Sod di Chirurgia Pediatrica – con l’assistenza del dottor Ventrella della Sod di Anestesia e Rianimazione Pediatrica – diretta dal dottor Simonini – e dall’equipe infermieristica del Blocco Operatorio coordinata dalla dottoressa Ilaria Franconi.

La scoliosi della paziente prima e dopo l’intervento

Monia Martiniani, responsabile della Chirurgia vertebrale dell’Adulto e Pediatrica afferente alla Sod Clinica Ortopedica, spiega in una nota che «alla luce delle nuove tecniche operatorie per il trattamento delle scoliosi idiopatiche, in età evolutiva, sicuramente quella di Vertebral Body Tethering (Vbt) ha una grande rilevanza a livello internazionale. Si tratta infatti di una tecnica di “non fusione” in alternativa alla classica artrodesi vertebrale. Consente di poter intervenire precocemente in età giovanile preservando il movimento e la crescita residua del rachide, consentendo ai ragazzi di continuare la pratica sportiva». Martiniani sottolinea che «inoltre la procedura può essere risolutiva in caso di curve scoliotiche per quei ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, particolarmente restii a indossare il busto per molte ore del giorno e della notte».

Il dg dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini, ha espresso soddisfazione. «E’ un intervento poco invasivo che raddrizza la colonna vertebrale senza renderla rigida permettendo – mette in evidenza – così ai ragazzi in crescita di fare sport, di sentirsi a proprio agio e vivere la loro vita serenamente: rendere il loro futuro felice è un obiettivo appagante e doveroso». Un’ ultima annotazione, il trattamento delle deformità vertebrali in età pediatrica costituisce una delle voci di mobilità sanitaria regionale passiva. Il “Progetto Scoliosi” del Salesi – creato dalla collaborazione della Clinica Ortopedica e la Sod di Anestesia e Rianimazione Pediatrica – nasce anche per colmare questa grave lacuna della sanità marchigiana, mette insieme competenze plurispecialistiche rare e di comprovata valenza nazionale e si innesta su una storia che parte da lontano, la storia pluridecennale della Chirurgia Vertebrale della Clinica Ortopedica dell’Adulto e Pediatrica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X