«Chiediamo che Ancona diventi una città a km30, chiediamo di fermare il progetto per fare approdare grandi navi al porto. Chiediamo l’istituzione dell’Aerea Marina Protetta per tutelare una biodviersità unica al mondo, figlia dell’incontro tra il mare Adriatico e monte Conero. Chiediamo che si incrementi di molto la piantumazione degli alberi e che ci sia una migliore gestione del verde pubblico cittadino: non è solo un fattore estetico, si tratta della nostra salute».
E’ questa la piattaforma di richieste, alla quale si è aggiunta anche quella della chiusura della raffineria Api di Falconara, espressa a chiare lettere oggi pomeriggio in Piazza Roma dai manifestanti di Fridays for Future Ancona. Proprio stamattina al porto di Ancona si erano avvertite esalazioni per un probabile sversamento di idrocarburi. La manifestazione ancora in corso, é stata organizzata in contemporanea su tante altre piazze italiane in occasione del ‘Global Climate Strike’. Oggi, rispetto alle precedenti edizioni, gli attivisti di Ancona hanno però preferito restare in presidio, ascoltare musica, ed il concerto delle band locali, piuttosto che muoversi in corteo nel centro città.
Una protesta pacifica nel nome dell’ambiente, iniziata e proseguita senza problemi dalle 15.30 di oggi, che è stata animata e colorata anche dall’esposizione di striscioni sulla crisi climatica. Alcuni partecipanti, una cinquantina stimati in tutto, hanno disegnato, scritto e trasposto sui fogli bianchi la propria visione, preoccupazione e percezione dei cambiamenti climatici.
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