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Sanità nella Valmusone, il Pd Osimo:
«Dino Latini si dimetta
dal proprio incarico in Regione»

I DEM osimani chiedono al presidente del Consiglio regionale ed ex sindaco della città di assumersi «le proprie responsabilità» dopo la discussione nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa delle Marche di una sua interrogazione a tema. «Ha criticato la maggioranza di cui fa parte ma si sta riposizionando in vista delle elezioni comunali 2024, per farsi bello scaricando le colpe sull’assessore Saltamartini che è suo alleato»

La segreteria del Circolo Pd di Osimo

 

Si è parlato anche di sanità della Valmusone, ed in particolare del trasloco del Poliambulatorio di Osimo, nell’ultimo Consiglio regionale. Martedì scorso l’assessore Filippo Saltamartini ha infatti risposto a un’interrogazione a tema presentata dal presidente del Consiglio ed ex sindaco di Osimo, Dino Latini. Il circolo del Pd osimano ritiene però che tre giorni fa si sia consumato «l’ennesimo voltafaccia di Latini, che da presidente dell’assemblea regionale fa un’interrogazione e critica la maggioranza di cui fa parte. Non è una novità, si sta riposizionando in vista delle elezioni comunali a Osimo, per farsi bello scaricando le colpe della sanità osimana sull’assessore Saltamartini, che è suo alleato.- sottolineano in una nota i dem osimani- La verità è che Latini è al suo secondo mandato in Regione e finora al di là di tante promesse ha portato zero risultati. I lavori di ampliamento del Pronto soccorso di Osimo sono fermi da tre anni, l’annunciato spostamento del Poliambulatorio è al palo, manca il personale sanitario e l’ex Muzio Gallo è completamente abbandonato. Inutile fare convegni e interrogazioni se poi non si danno risposte concrete ai cittadini».

Per il Pd Osimo in sostanza «a parole si dice di voler potenziare la sanità pubblica, ma nei fatti si sta favorendo quella privata. E i cittadini sono costretti a spostarsi fuori dal nostro territorio per avere una risposta sanitaria in tempi ragionevoli. Latini dovrebbe dimettersi dal proprio incarico in Regione e fare mea culpa sulla scelta dell’Inrca, da lui tanto criticata, ma di fatto strategica per consentire alla nostra città di avere ancora un presidio sanitario funzionante» conclude il comunicato.

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