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Si raccoglie in preghiera
ma spariscono le offerte in chiesa:
50enne allontanata con foglio di via

FABRIANO - Lo scorso fine settimana i poliziotti del Commissariato avevano raccolto la preoccupazione del parroco per quella presenza “strana” ed entrando in chiesa avevano avvicinato la donna mentre tentava di uscire da una porta secondaria

 

Dopo che era entrata in chiesa sparivano le offerte dalle cassette dell’elemosina. Il questore di Ancona, Cesare Capocasa, firma il rimpatrio per una sospetta autrice di furti nelle chiese fabrianesi. I fatti risalgono allo scorso fine settimana quando due poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fabriano, in servizio di repressione di reati contro il patrimonio, venivano avvicinati da un parroco del centro cittadino che riferiva loro della presenza di una donna “strana” che periodicamente (ogni due o tre settimane) si recava in chiesa per pregare. La stranezza consisteva nel fatto che, dopo essersene andata, si constatavano piccole mancanze in chiesa (offerte per le candele, ex voto ecc.). Nelle stesse circostanze, anche alcuni fedeli pativano mancanze di verosimile natura furtiva (borseggi, furti con destrezza di beni contenuti all’interno di tasche di soprabiti etc.). Nessuno l’aveva mai vista compiere i predetti gesti illeciti ma i forti sospetti di tutti si concentravano su di lei.

Richiesta dai poliziotti la descrizione della sospetta, il religioso riferiva che proprio in quel momento questa si trovava in chiesa. Con il suo consenso, gli agenti vi entravano notando immediatamente la donna segnalata che si trovava nei pressi del votivo con offerte: alla loro vista, si allontanava repentinamente verso una uscita secondaria. L’atteggiamento veniva immediatamente colto dagli operanti i quali, seguita e raggiuntala, procedevano alla sua identificazione. Questa risultava essere una cinquantenne italiana di origine straniera, residente in un Comune prossimo al capoluogo dorico, disoccupata, nel suo passato, reati contro il patrimonio e vari provvedimenti di foglio di via obbligatorio da alcune locialità della regione. Richiesti motivi delle sua presenza, la donna affermava che, pur non avendo parenti in Fabriano né validi motivi per trovarvisi, da tempo ne frequentava le chiese perché a queste particolarmente devota.

La versione non convinceva affatto i poliziotti che cercavano di acquisire ulteriori elementi: in particolare, alla richiesta di conoscere con quale mezzo fosse giunta a Fabriano, la donna prima dichiarava l’utilizzo del treno, poi sostenendo in auto con un amico per poi affermare un passaggio occasionale da un conoscente. Non erano necessarie, a quel punto, altre conferme per convincere i poliziotti di trovarsi difronte ad un soggetto pericoloso per la collettività. Per questo, la donna veniva allontanata. Nel corso della stessa giornata, gli agenti contattavano anche altri religiosi titolari di parrocchie cittadine individuandone una in cui la sospetta si recava con la stessa frequenza della prima assumendo i medesimi sospetti atteggiamenti. Anche in questo caso si evidenziavano, successivamente alle “visite”, piccole mancanze di beni esposti alla pubblica fede.

La vicenda con le particolari connotazioni di pericolosità e di necessaria tutela delle strutture religiose e della cittadinanza fabrianese, veniva analizzata ed ulteriormente approfondita dalla Divisione Anticrimine della Questura di Ancona la quale emanava, nei confronti della donna, il provvedimento di prevenzione del foglio di via obbligatorio dalla città di Fabriano per un periodo di tre anni. La donna non potrà più entrare sul territorio comunale se non con previo avviso alla Polizia e per comprovati motivi di lavoro o salute. Alla luce delle recente revisione della specifica materia (il “decreto Caivano”), l’infrazione al divieto ed alla prescrizione è tornato ad essere un delitto di natura penale punito con la reclusione da 6 a 18 mesi e multa sino ad euro 10 mila. La misura è stata notificata ieri alla interessata. Permane alta l’attività di sorveglianza preventiva alle strutture sensibili di Fabriano da parte del Commissariato di polizia che si accompagna a quella repressiva, con mirati servizi in abiti civili utili per “scovare”, come in questo caso, sospetti e pericolosi in “trasferta”.

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