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La Giunta solidarizza con Israele,
la sinistra con i palestinesi,
il Pd Marche invoca la pace

La Guerra in medio oriente tra Israele e Hamas non lascia indifferente la politica locale. Il sindaco di Ancona mostra vicinanza con lo Stato del Vicino Oriente «Vilmente attaccato» e da ordine di esporre la bandiera con la stella di David a Palazzo del Popolo. Parere assolutamente contrario di Francesco Rubini che avrebbe «esposto la bandiera della Palestina», mentre l'assemblea Dem regionale lo scorso week end ha approvato 2 mozioni per la fine di ogni ostilità

di Antonio Bomba

Il clima sempre più torrido che di giorno in giorno si respira in medio-oriente non ha lasciato indifferente il mondo della politica locale. Anzi. Ognuno dalle vicende accadute e quelle in corso ha tratto le proprie conclusioni. Tra chi si schiera con Israele, chi con la Palestina e chi ripudia la guerra per principio e chiede la pace, con i dovuti distinguo tra Hamas, organizzazione terroristica, e la Palestina stessa.

Iniziamo quindi la nostra analisi dal Comune di Ancona. Da mercoledì, dal balcone di Palazzo del Popolo, è ben esposta la bandiera dello stato di Israele. Una scelta che arriva direttamente dal sindaco Daniele Silvetti il quale, con questo gesto ritiene «di aver portato solidarietà e vicinanza a un popolo aggredito e la cui comunità è ben presente e radicata da tempo immemore nella nostra città» Un attacco, quello sferrato settimane fa da Hamas verso Israele che il sindaco considera «frontale quanto vile, portato ad uno stato indipendente e democratico, con centinaia di civili rapiti e utilizzati adesso come merce di scambio o scudi umani. Una cosa allucinante». Il gesto voluto dall’Amministrazione dorica è stato apprezzato dalla comunità ebraica locale e nazionale, tanto che la presidente dell’unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni ha fatto pervenire personalmente i propri ringraziamenti al sindaco e alla città di Ancona tutta per il gesto.

Daniele Silvetti, sindaco di Ancona

Silvetti, tra le altre cose, a novembre si sarebbe dovuto recare a Gerusalemme ma, per ovvie ragioni, al momento il viaggio è stato rimandato a data da destinarsi.

Decisamente contrario al provvedimento deciso dal primo cittadino dorico è il leader della sinistra cittadina Francesco Rubini. Il consigliere comunale di Altra Idea di Città, su Facebook, commenta così la vicenda: «Il comune di Ancona, con questo gesto, ha scelto di stare dalla parte degli oppressori. Inutile dire che, fossi stato sindaco io, avrei affisso la bandiera palestinese e, perché no, anche una della pace».

Il Pd Marche invece segue la linea della Pace. Sabato scorso, l’assemblea Regionale è stata aperta con il voto sull’appello promosso dalla Fondazione PerugiAssisi per fermare i bombardamenti in Israele e Palestina. La mozione è stata approvata all’unanimità da tutti i presenti.

Entrando nello specifico, il Documento della Fondazione PerugiAssisi fa notare come «Anche se sembra difficile, facciamo l’impossibile per spezzare la spirale della violenza. Bomba su bomba, raid dopo raid, assassinio dopo assassinio, razzo dopo razzo, attentato dopo attentato, strage dopo strage, la violenza sta superando ogni immaginazione. Ad un’esplosione così straordinaria di violenza occorre contrapporre un’azione altrettanto straordinaria di segno contrario. Condanniamo ‘senza se e senza ma’ l’attacco ad Israele e la reazione che ne sta seguendo. Come abbiamo sempre, puntualmente, condannato tutti gli atti di guerra, di terrorismo e di violenza in ogni dove. Ma non limitiamoci a condannare. Salviamo le vite umane che possiamo ancora salvare. Non arrendiamoci all’escalation. Non lasciamoci trascinare nel baratro. Non assecondiamo la spirale della morte».

Francesco Rubini, Altra Idea di Città

E poi: «A trent’anni dalla firma degli Accordi di Oslo, dopo decenni di denunce e allarmi inascoltati, i responsabili delle istituzioni e della politica internazionale devono recitare il ‘mea culpa’ e riconoscere la necessità pressante di fare quello che non è ancora stato fatto: la pace tra i ‘nemici’, la pace a Gerusalemme. C’è un solo modo per mettere fine a questo incubo che sta insanguinando la Terra Santa e minaccia di infiammare il mondo intero: riconoscere ai palestinesi la stessa dignità, la stessa libertà e gli stessi diritti che riconosciamo agli israeliani. Tanti lunghi e dolorosi decenni di occupazione militare, uccisioni mirate, bombardamenti, guerre, arresti, repressione indiscriminata, abusi, umiliazioni, deportazioni, apartheid e violazione di tutti i fondamentali diritti umani, ampiamente documentati delle Nazioni Unite, dimostrano il fallimento di tutte le opzioni militari. Non ci sarà mai pace senza giustizia. Rinnoviamo dunque, ancora una volta, un accorato appello a tutti i responsabili della politica nazionale, europea e internazionale perché intervengano energicamente per mettere fine a questa tragedia facendo rispettare il diritto internazionale dei diritti umani, la legalità internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite. Israele e Palestina: due Stati per due Popoli. Stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza».

L’assemblea regionale del partito Democratico tenutasi sabato scorso

A essere approvata all’unanimità dall’assemblea Dem regionale è stata anche una richiesta di cessate il fuoco nella guerra russo-ucraina. Un conflitto attualmente finito nel dimenticatoio dopo un anno e mezzo di centralità assoluta agli occhi dell’opinione pubblica. Il documento è stato posto all’attenzione della segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi da Anna Rosa Cianci, coordinatrice dell’area tematica migrazione diritti umani e pace e anche questo è stato approvato all’unanimità e, adesso, verrà inoltrato alla segreteria nazionale.

«Premessa la ferma condanna dell’invasione in Ucraina – è l’inizio della lunga quanto articolata missiva di cui riporteremo solo i tratti salienti – da parte della federazione russa, la Commissione dell’Area tematica ‘diritti umani, migrazione e pace’ del Pd Marche, dopo alcuni incontri di riflessione, approfondimento e confronto, ha deciso di produrre un documento che presenta alla Segretaria Chantal Bomprezzi e della direzione regionale in merito alla guerra di aggressione della Russia di Putin nel Territorio ucraino… Un anno e mezzo è passato dal 24 febbraio 2022 dall’invasione: quella che era stata immaginata da Putin come un’azione lampo, una ‘operazione militare speciale’ a coronamento della guerra in Donbass, che si protraeva dal 2014, si è rivelata un enorme fallimento grazie al valore del popolo ucraino, che ha saputo respingere e resistere di fronte all’ingiustificabile aggressione militare».

Il documento di Cianci prosegue così: «Ora questo conflitto, che continua in maniera cruenta, con il concreto e preoccupante rischio di una escalation che potrebbe sfociare nel catastrofico utilizzo di armi nucleari, rischia di trasformarsi in una infinita guerra di posizione, dove eserciti contrapposti si combattono per conquistare territori ormai ridotti a macerie…».

La lettera va avanti facendo notare, nelle righe successive, come: «La guerra non risolve, non ha mai risolto e non può risolvere efficacemente le controversie internazionali, come ci ricorda l’articolo 11 della nostra Costituzione, ripudiandola. Ormai in Italia e nel resto dell’Europa, seguendo l’esempio di Papa Francesco, che si sta impegnando in maniera fattiva e coraggiosa a portare pace nel martoriato territorio ucraino… e fare tutto il possibile per scongiurare un pericolosissimo attacco nucleare dalle proporzioni inimmaginabili. È noto che buona parte degli iscritti e simpatizzanti al nostro Partito è a favore della cessazione della guerra il prima possibile perché le conseguenze nefaste sono pienamente tangibili anche dal punto di vista economico…».

Ancora: «L’effetto domino in Europa e nel Mondo è tangibile. La guerra ha ormai provocato e continua a provocare, per la popolazione civile ucraina, la perdita di migliaia di vite umane, con la fuga di milioni di cittadini ucraini dalle loro case verso altri Paesi, la divisione delle famiglie, la tragica condizione di tanti minori, la violenza sulle donne da parte dei soldati russi, la distruzione delle città e di siti industriali, l’interruzione dell’elettricità, la mancanza di acqua potabile, la crisi economia che avanza e la società che si disgrega. Nel frattempo, il popolo russo è piegato dalla scura volontà di Putin e chi si oppone alla guerra viene perseguitato».

Poi, dopo aver condannato la politica del Governo Meloni relativa al continuo invio di armi all’Ucraina, aggiunge: «È importante che la politica si attivi per arrivare alla pace attraverso la diplomazia e la richiesta di una conferenza permanente sulla pace. Dopo una prima fase in cui le armi fornite erano di natura difensiva ed erano necessarie alla resistenza, in questa nuova fase continuare a inviare armi all’Ucraina non farà che alimentare questa guerra senza sbocco, aggravando ulteriormente la situazione, a meno che non si voglia pensare che sia possibile marciare su Mosca o su Kiev, non esiste nessuno scenario concreto di vittoria dell’una o dell’altra parte ma solo un conflitto logorante foriero di distruzione e morte. L’Unione europea e l’Italia devono impegnarsi e agire con senso di responsabilità e consapevolezza. Siamo d’accordo con la Segretaria nazionale Pd, Elly Schlein, per quanto riguarda una difesa comune europea rafforzata, che non vuol dire meno Nato ma più voce da parte dell’Unione Europea».

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