Sciopero di Cgil e Uil, il sindaco di Jesi e Confindustria divisi sui temi del lavoro e le ragioni della mobilitazione. Lo strappo si è consumato al termine della manifestazione sindacale di stamattina che a livello provinciale ha scelto la piazza jesina come luogo simbolo per accogliere il corteo dei lavoratori delle aziende della Vallesina ma anche del Fabrianese.
L’associazione di categoria degli imprenditori, prendendo le distanze dalla scelta, ritenuta non super partes, del primo cittadino democrat di partecipare alla manifestazione, nel pomeriggio ha annunciato la decisione di ritirare la propria rappresentanza dalla Consulta comunale delle Attività produttive.
«Come sindaco ho partecipato oggi allo sciopero proclamato da Cgil e Uil e che si è svolto anche a Jesi. Ho aderito perché l’occupazione e le politiche economico-sociali sono temi centrali nel nostro Paese. Penso ai lavoratori e le lavoratrici della ex Caterpillar che hanno rappresentato un presidio di lotta nella nostra città. Ho partecipato allo sciopero per una questione di giustizia sociale». Lorenzo Fiordelmondo spiega così sui social la sua adesione al corteo di protesta, accanto a operai e sindacalisti. «Sono giuste le voci che si levano a sostegno dei redditi da lavoro che non reggono più il peso dell’inflazione, di chi crede che l’investimento pubblico sui servizi essenziali sia non solo necessario ma qualificante per la vita ed il futuro del nostro Paese. – prosegue – Anche in questo territorio tocchiamo con mano tagli alle risorse nelle strutture sanitarie, nel personale medico e paramedico. Medici ed Infermieri, che tanto abbiamo ringraziato per lo sforzo prodotto durante la pandemia, oggi affrontano una debolezza di sistema che rischia di vedere ulteriormente depauperato il nostro patrimonio di capacità professionali e quindi l’intero servizio sanitario. Allo stesso modo la scuola, strumento determinante per l’uguaglianza civile e sociale, che necessita di investimenti strutturali, di una programmazione di lungo respiro sugli organici».
Il sindaco di Jesi si dice inoltre convinto che «le rivendicazioni di questo sciopero sono anche le rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico impiego. Persone con le quali ho modo di condividere quotidianamente competenze, passioni, slanci e preoccupazioni; perché la manovra di bilancio che predispone il governo è il principale atto di indirizzo politico dell’amministrazione dello Stato. Tre dati politici: l’evasione fiscale non è aggredita, non è presente alcuna tassazione sugli extraprofitti ed il fondo della non autosufficienza delle persone anziane non è finanziato, a fronte di una platea di milioni di persone che ne avrebbero necessità. Jesi custodisce una storia di cultura democratica, sociale ed economica che noi raccogliamo: voglio assicurare tutte le lavoratrici ed i lavoratori e le rappresentanze sindacali che questa città non si sposterà di un metro».
Di diverso orientamento Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona e Veruska Anacleti, presidente del Comitato Territoriale Vallesina di Confindustria Ancona che in un nota a firma congiunta esprimono il loro rammarico nell’apprendere della partecipazione del Lorenzo Fiordelmondo alla manifestazione sindacale. «Confindustria Ancona ritiene che sarebbe opportuno che il sindaco, quale massimo rappresentante delle istituzioni cittadine, si astenesse dal partecipare a manifestazioni aventi una chiara ed esplicita connotazione politica ed espressione di una sola parte sociale. – sottolineano – Come ha giustamente sottolineato il presidente nazionale di Confindustria, Carlo Bonomi, “in una diatriba tra una parte del sindacato e il governo chi viene penalizzato è il mondo del lavoro e delle imprese”. Coerentemente con quanto sopra, Confindustria Ancona crede pertanto opportuno ritirare la propria rappresentanza dalla Consulta delle attività produttive, l’occupazione e il lavoro organizzata dall’attuale Amministrazione comunale in attesa di chiarimenti in merito agli odierni accadimenti» conclude la nota.
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