Una protesta contro la legge di bilancio, la perdita di salario e del potere d’acquisto, a sostegno dei lavoratori, dei giovani e dei pensionati. Una mobilitazione per gridare la preoccupazione per il mantenimento dell’occupazione in alcuni settori nevralgici come quello del ‘Bianco’. Duemila lavoratori, secondo le stime degli organizzatori (1200 secondo i numeri della Questura) hanno sfilato in corteo questa mattina dall’Arco Clementino fino in piazza Colocci a Jesi, scelta come città rappresentativa della provincia di Ancona, per lo sciopero indetto da Cgil e Uil. Si sono mobilitati gli operai della Cnh (Meccanica pesante), l’ex Caterpillar che attende ancora l’avvio della riconversione, ma anche i metalmeccanici del polo Elettrodomestico e ‘Bianco’ del Fabrianese (Electrolux, Whirlpool, Elica) con tutte le ombre che si allungano sul futuro del comparto. Alla manifestazione di protesta ha aderito anche l’Ordine degli infermieri e hanno preso parte il segretario generale della Uil Fpl nazionale, Domenico Proietti con i segretari generali di Cgil Marche, Giuseppe Santarelli, e Uil Marche, Claudia Mazzucchelli. Ad Ancona la mobilitazione invece è partita alle 7,30 davanti il liceo Galilei in via Salvador Allende -Ancona, Nel capoluogo di regione si è registrato qualche disagio nel trasporto pubblico con un contestuale aumento del traffico di auto. Allo scalo ferroviario di Ancona, questa mattina, cancellati solo 2 treni regionali.
«Nonostante il tentativo di Meloni e Salvini di far fallire lo sciopero, la mobilitazione indetta da Cgil e Uil ha visto una straordinaria risposta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra provincia». Ad evidenziarlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi, presente questa mattina al corteo sindacale di Jesi. «È chiaro che, al di là delle narrazioni della destra, cresce in tutto il Paese l’insofferenza nei confronti di un governo che, a poco più di un anno dal suo insediamento, non è stato in grado di dare neanche una risposta né sul fronte della lotta all’inflazione, né sulla necessaria crescita di salari e stipendi, riuscendo perfino a peggiorare la legge Fornero. – prosegue Mangialardi – Per non parlare, poi, del personale sanitario, letteralmente abbandonato a sé stesso dopo il dramma del Covid. Purtroppo, gli effetti di questa crociata contro il lavoro sono visibili anche qui a Jesi. Basti vedere le difficoltà che stanno attraversando due realtà importanti come la Cnh e l’ex Caterpillar, nella totale indifferenza del governo Meloni e della giunta Acquaroli».
Allo sciopero ha aderito anche il consigliere comunale di Fabriano Lorenzo Armezzani (Fabriano Progressista) che ritiene urgente e indispensabile «che nel nostro territorio si torni subito a parlare di lavoro. Per questo motivo, presentiamo una mozione per il prossimo Consiglio comunale perché sia urgentemente convocato il tavolo di confronto fra Sindaci e Parti Sociali del territorio. A inizio del nostro mandato, lo scorso luglio, – ricorda Armezzani – il Consiglio Comunale fu chiamato a discutere di un ordine del giorno presentatalo dalla maggioranza sulla vicenda Whirlpool e una mia interpellanza sul lavoro. Il precedente Consiglio Comunale, all’unanimità aveva approvato la costituzione di un tavolo permanente sulle questioni del lavoro e chiedevo che quel tavolo fosse riconvocato, non solo per parlare di Whirlpool ma anche delle molte altre difficoltà che stanno incontrando le imprese del nostro territorio».
Armezzani rammenta che in quella circostanza «il sindaco Ghergo ci informò che alcuni incontri erano stati fatti con i Sindacati: non sappiamo però se ne sono seguiti altri né sappiamo se la nostra Amministrazione, così come le altre Amministrazioni del territorio, siano al corrente dell’attuale situazione economica e produttiva. Torneremo a chiedere al sindaco di convocare urgentemente il tavolo di confronto sul lavoro e contestualmente il più ampio coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, comprese le associazioni di categoria, le centrali cooperative e gli enti di formazione. Dobbiamo sostenere un diffuso e ampio dibattito pubblico sulla questione affinché tutte le cittadine e i cittadini, anche se non direttamente coinvolti nelle mobilità, nelle casse integrazioni e nei contratti non rinnovati, prendano coscienza e si attivino, perché non dobbiamo parlare solo del lavoro di oggi ma anche del futuro del lavoro e più in generale del futuro del nostro territorio».
Oltre alla mozione in Consiglio, sulla quale Armezzani auspica la più ampia convergenza di tutte le forze politiche, «dobbiamo assumerci l’impegno di mobilitare i cittadini e le cittadine anche con incontri pubblici di confronto e di approfondimento. Fabriano Progressista già ne ha fatti per le mense scolastiche e per i servizi per gli anziani, presto, con l’aiuto di chi vorrà contribuire, organizzeremo anche un incontro sul lavoro» conclude il consigliere di Fabriano Progressista.
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