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La legge urbanistica è realtà,
dopo 5 giorni di assemblea
e 400 emendamenti presentati

LA LUNGA MARATONA è iniziata martedì della scorsa settimana per terminare oggi pomeriggio. Attraverso questa serie di norme la giunta Acquaroli ritiene di aver garantito lo sviluppo economico e sostenibile alle Marche. Di parere diametralmente opposto Pd e M5S che assieme a Province e Comuni storcono il naso. Ecco il dibattito in aula

Uno dei tanti splendidi paesaggi marchigiani

di Antonio Bomba

La legge regionale sull’urbanistica è adesso realtà. Dopo 5 giorni di consiglio regionale e un dibattito lungo e quanto mai estenuante per tutti, uno dei cardini del programma politico di Francesco Acquaroli è passato in assemblea. Ben 19 i voti favorevoli, 6 quelli contrari e 1 astenuto, Luigi Santarelli di Rinasci Marche che ha parlato di «attesa positiva» per motivare il suo voto. Tuttavia, vista la sua complessità, occorreranno anni prima che entri a pieno regime.

Un iter lungo anni con tanto di volata finale infinita durata addirittura 5 giorni. Pensate. Da martedì a giovedì della settimana scorsa, oltre a ieri e oggi. L’assise è stata riunita per oltre 40 ore complessive con turni di 10 ore e davvero poche pause. Il motivo? Ben 350 gli emendamenti. Tutti presentati e ampiamente discussi e poi passati o bocciati, rifiutati ma re-inseriti in legge da Francesco Acquaroli stesso il giorno dopo. Alcuni sono stati cassati prima ancora del voto causa mancanza di coperture economiche. Altri invece dopo essere stati accolti dalla maggioranza sono stati ritirati dall’opposizione per essere ripresentati dal centrodestra. Insomma, si è visto di tutto tanto che alla fine si è sforato il numero dei 400.

Dino Latini, presidente dell’Assemblea Regionale

Tornando alla legge, che consta di ben 36 articoli, c’è subito da dire che il tema è quantomai tecnico e di difficile comprensione per molti e comprende di tutto un po’. Si va dai terreni agricoli ai balconi delle abitazioni private in pieno centro cittadino. Basti pensare che, su alcuni punti specifici, sono stati espressi giudizi diametralmente opposti anche tra consiglieri appartenenti agli stessi gruppi, sia di opposizione che di maggioranza, tanto da arrivare a presentare una trentina di mozioni anche loro.

E a rinforzare il concetto di legge difficile e divisiva, nei giorni precedenti la discussione in aula, la Proposta di legge aveva fatto storcere il naso a comuni e province (che attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali avevano espresso un non parere che equivale tecnicamente ad un ‘no’) così come al Crel, il consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro, il quale ha vincolato il proprio parere favorevole alla revisione da parte della Regione di diversi articoli. Il rischio che i vari enti sentono di correre è quello di perdere autonomia in alcuni casi e di entrare in continuo contrasto con le nuove norme regionali in altri.

Francesco Acquaroli durante una delle fasi dell’Assemblea, la scorsa settimana

Secondo il relatore Andrea Assenti «si rinnova finalmente una legge vecchia di 30 anni che andrà a prendersi cura del consumo del suolo, il ri-uso del costruito e la ri-generazione urbana con la quale vengono tutelati gli interessi sociali, ambientali e paesaggistici, ma anche uno sviluppo all’insegna della sostenibilità, unendoli a quelli della sicurezza, della competitività e della conservazione del nostro patrimonio ambientale. Perché senza sicurezza non c’è sviluppo, senza salvaguardia del territorio, non c’è crescita economica». Il tutto, sempre per il consigliere di Fratelli d’Italia «si fonda su pilastri imprescindibili come i piani paesaggistici e territoriali regionali, il Pug e i processi di attivazione e rigenerazione urbana territoriale». Tutto questo con l’obiettivo dichiarato di realizzare «sviluppo economico e tutela del patrimonio ambientale per la nostra Regione».

Luca Serfilippi, Lega

Di parere completamente opposto la controrelatrice del Pd Anna Casini: «Magari – ha esordito in uno dei suoi incalcolabili interventi – fosse vero. Sarebbe bellissimo. La verità è che avete copiato e male da altre leggi regionali. Avete contro comuni e province. Inoltre questa legge è piena di vizi di conformità». Casini non la chiude qui: «Anche perché nelle Marche – incalza – non esistono autentici paesaggi brutti o in degrado. Dove qualcosa non va, basta mettere mano ai piani regolatori». Infine con umorismo: «Quando mai entrerà in vigore definitivamente? Io credo mai. Sicuro non per quando noi saremo ancora in vita. Dovesse accadere il contrario sono pronta a pagare una cena di pesce a tutti».

Il governatore Acquaroli, come detto, vede questa riforma come uno degli atti essenziali del proprio mandato, assieme alla riforma della sanità e al piano delle infrastrutture, ha difeso l’opera della giunta e della maggioranza tutta: «È una legge che raccoglie tutte le qualità delle Marche e risponde alla vocazione storica, paesaggistica e turistica della nostra regione, guardando il tutto in un’ottica di sviluppo complessivo». E alle critiche su quando la legge sarà effettivamente applicabile il presidente si fa pochi problemi ritenendo che: «Era importante partire e affrontare il tema. Per il resto non c’è nessuna fretta, va bene pure tra 4 anni».

Anna Casini, Pd, contro relatrice

L’assessore Stefano Aguzzi ha difeso l’operato dell’intera giunta: «La legge era vecchia di 30 anni e andava cambiata. A qualcuno non piace? È normale. Però, ad esempio, abbiamo avuto parere favorevole da parte dei liberi professionisti di molte associazioni di categoria».

Dicevamo degli oltre 400 emendamenti. Ebbene il ‘capocannoniere’ in questa particolare classifica è stato Fabrizio Cesetti (Pd) con ben 150 proposte di modifica alla legge. E, senza ombra di dubbio è stato lui il più in forma di tutti in questa lunga maratona. L’unico a non sentire per nulla gli effetti di questa lunga corsa durata 5 giorni e a non perdere un colpo che sia uno, tenendo viva l’attenzione di tutti. D’altro canto, come da lui stesso dichiarato: «Più lavoro e parlo, più mi ricarico che problema c’è. Anzi andiamo avanti a oltranza pure la notte. Tanto io vado in trance istituzionale». Cesetti ha anche spiegato i perché di tutti questi emendamenti, ovviamente a modo suo, rivolgendosi all’amico-rivale Assenti: «È colpa del vento. Una sera, a casa, era molto forte e non lo sopporto. Così mi sono messo i tappi alle orecchie e ho iniziato a scrivere emendamenti a questa proposta di legge. Prenditela con lui». In mezzo a tanta verve anche interventi mirati sul tema: «Questa legge paralizzerà ogni cosa perché mette bocca su tutto ma senza termini perentori. Vi sono tratti incostituzionali e ci rivolgeremo per questo al presidente della Repubblica, suo massimo garante. Ad ogni modo – ha poi sottolineato – prendiamo atto che la Regione Marche è commissariata dal ministero della Cultura. Avete dato loro un potere che nessuno gli ha mai dato, escludendo tutti gli altri ministeri. La richiamate continuamente affinché dia un parere. Ma che – chiede con humour – vi siete innamorati del ministro Sangiuliano?».

Romano Carancini, Pd

Prima del voto il governatore Acquaroli ha ricordato come «se sarà necessario modificheremo questa legge senza alcun problema, ma è necessario – rimarca anche in questa occasione – partire. Ricordo a tutti che la perfezione è nemica del bene e, per fare un esempio, a nessun Comune in questi 4 anni verrà impedito approvare prima un Pug».

Soddisfatto dell’approvazione il relatore Assenti: “Attraverso questa nuova legge regionale, le Marche entrano ufficialmente nel nuovo millennio nel settore della pianificazione territoriale. Le ‘pianificazione per il governo del territorio’ è stata approvata e consentirà nuovo sviluppo e salvaguarderà il territorio. Vengono tutelati – va avanti – gli interessi sociali, ambientali e paesaggistici, ma anche uno sviluppo all’insegna della sostenibilità, unendoli a quelli della sicurezza, della competitività e della conservazione del nostro patrimonio ambientale. Per conseguire tutti questi obiettivi sono previsti vari step attuativi come la redazione di un Piano urbanistico generale unico e l’innovativo strumento della Conferenza di co-pianificazione e Valutazione Interistituzionale costituita dalla partecipazione attiva delle istituzioni».

Andrea Assenti, Fdi, relatore della legge urbanistica regionale

Contento anche Simone Livi (Fdi) che pone l’accento su come, a suo modo di vedere, questa legge: «Favorirà la rigenerazione urbana, consentirà nuovo sviluppo e salvaguarderà il territorio. Due grandi tematiche che non sono in antitesi, bensì complementari. Con questa legge vengono tutelati gli interessi sociali, ambientali e paesaggistici, ma anche uno sviluppo all’insegna della sostenibilità, unendoli a quelli della sicurezza, della competitività e della conservazione del nostro patrimonio ambientale. Perché senza sicurezza non c’è sviluppo, senza salvaguardia del territorio, non c’è crescita economica».

Festeggia anche la Lega che ha avuto in Luca Serfilippi un gran protagonista: «Consumo di suolo a saldo zero, rigenerazione urbana e territoriale, riuso del costruito, procedure semplificate. Alla Regione il coordinamento tra i livelli diversi di piani. In Commissione abbiamo lavorato in modo partecipativo e puntuale con le Categorie e gli Enti Locali nell’accoglimento delle richieste, in particolare per il periodo transitorio: emersa una grande unità di intenti concreta e fattuale».

Da sinistra Marta Ruggeri (M5S) e Maurizio Mangialardi (Pd)

Maurizio Mangialardi, capogruppo Dem a cui han bocciato le mozioni proposte fa invece notare come «La giunta Acquaroli non solo non contrasta il consumo di suolo, ma addirittura lo favorisce. Tra tanti aspetti negativi contenuti in questa nuova legge urbanistica – fa notare – il contrasto al consumo di suolo rappresenta un vero e proprio ossimoro rispetto alla proposta varata dalla giunta regionale in quanto non lo contrasta affatto. Sono dunque del tutto fuorvianti le dichiarazioni in senso contrario rese dagli esponenti della maggioranza, dal presidente Acquaroli e dall’assessore Aguzzi.

E poi il gruppo consiliare Dem tutto: «È una legge dannosa – spiega la vice capogruppo del Pd Anna Casini – che non è stata assolutamente condivisa  con i Comuni e le Province, tanto è vero il Cal non ha espresso neppure il proprio parere. Il dato più evidente è che creerà complicazioni burocratiche, restando di fatto inapplicabile, specie per quanto concerne il Piano Casa. Abbiamo cercato in ogni modo di apportare miglioramenti a un testo peraltro anche scritto male e che si presta a generare una miriade di contenziosi tra la Pubblica amministrazione da un lato, e i cittadini e le imprese dall’altro. Ma il centrodestra, come suo costume, ha preferito erigere un muro per far naufragare il dialogo».

Fabrizio Cesetti, Pd, il mattatore della 5 giorni dell’Urbanistica

Cesetti, non stanco, dice la sua anche a legge approvata: «Abbiamo detto fin dall’inizio che sarebbe servito maggiore coraggio e più competenza per scrivere un nuovo testo unico. Ed è quello che abbiamo tentato di fare con i nostri emendamenti di fronte all’inconsistenza della proposta di legge varata dalla giunta Acquaroli e approvata pedissequamente dalla maggioranza. Al di là dei tanti aspetti negativi che rischiano di paralizzare la pianificazione urbanistica dei Comuni e delle Province, questa leggina non dà alcuna risposta a questioni dirimenti per il futuro delle Marche».

A parlare è anche la segretaria del Pd Marche Chantal Bomprezzi: «Come suo solito la destra regionale ha voluto approvare tutto in gran fretta. Questa legge è stata approvata sopra la testa di sindaci e territori, senza adeguata consultazione o partecipazione dal basso. Il risultato è l’ennesimo contenuto vuoto di visione e di prospettiva, che rischia di creare solo danni, come il piano socio sanitario».

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