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Si finge poliziotto
e tenta di truffare due famiglie:
l’allarme corre sui social

OSIMO - Ieri lo sconosciuto avrebbe telefonato per avvertire che uno dei componente del nucleo familiare contattato, dopo aver causato un incidente, era stato trattenuto negli uffici della Questura di Ancona e che per poterlo rilasciare sarebbe stato necessario versare subito del denaro
Truffa

(foto d’archivio)

 

Almeno due tentativi di truffa telefonica, con modalità simili, sono andati a vuoto ieri ad Osimo, grazie alle potenziali vittime che non sono cadute nella trappola e hanno subito lanciato l’allarme sui social e avvertito le forze dell’ordine. In entrambi i casi l’interlocutore sconosciuto si sarebbe finto poliziotto per avvertire che uno dei componente della famiglia contattata, dopo aver causato un incidente, era stato trattenuto negli uffici della Questura di Ancona e che per poterlo rilasciare sarebbe stato necessario versare subito del denaro. Sono in corso indagini.

«Verso le 13.30 ho ricevuto due telefonate sul numero fisso da parte di un un impostore che si è spacciato per un brigadiere della Questura di Ancona il quale mi avvisava che mio figlio aveva avuto un’incidente.- racconta un’utente sul gruppo Fb ‘Osimo Speaker’s Corner – La prima telefonata è avvenuta senza colloquio, ho risposto e mi ha riattaccato immediatamente senza parlare; alla seconda telefonata si è presentato, mi ha chiesto se ero io la signora…. e ha iniziato a dirmi dell’incidente: gli ho urlato contro con tutto il fiato che avevo e tempo massimo 30″ ha riagganciato. Fate massima attenzione e avvisate quante più persone anziane possibili che vivono a casa da sole».

Il copione si è ripetuto in un’altra abitazione di Osimo. «Ci hanno chiamato al numero fisso spacciandosi per la questura di Ancona dicendo che mio fratello aveva investito una persona che chiedeva un risarcimento per il danno sennò avrebbe sporto denuncia e mio fratello sarebbe andato in galera. – riassume in un post nella stessa community Fb un’altra internauta – Accertata la truffa, li ho mandati a quel paese e segnalato il numero alla polizia postale. Comunque fate attenzione».

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