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Patti Smith conquista Ancona
e declama L’infinito di Leopardi

MUSICA - Tutto esaurito per il concerto di una delle voci più famose ed influenti del cantautorato mondiale. Grande l'amore per le Marche legato anche a quello per il poeta recanatese. "Libertà, vogliamo il cambiamento e lo vogliamo ora" grida dal palco con la sua inevitabile forza rivoluzionaria

Patti Smith alle Muse

Patti Smith alle Muse

di Marco Ribechi

Cinquant’anni di musica e parole al Teatro Delle Muse di Ancona, Patti Smith declama L’Infinito di Leopardi e il pubblico la acclama. È stata una serata a metà tra il grande evento e un incontro confidenziale tra amici intimi quello andato in scena ieri nel teatro cittadino.
La sacerdotessa del rock Patti Smith, una delle più importanti firme del cantautorato mondiale, è arrivata nella città dorica per lanciare la prima tappa del suo nuovo “A Tour Of Italian Days” che fa da cornice alla pubblicazione del libro “A Book of Days” già bestseller in tutto il mondo.
L’artista di Chicago, da sempre vicina ai temi sociali e attivista in svariati campi, si è presentata davanti a una platea praticamente sold out insieme al bassista e tastierista Tony Shanahan e a suo figlio e chitarrista Jackson Smith per offrire uno spettacolo da sfogliare come un vecchio libro fotografico. Frammenti di vita vissuta raccontati attraverso le canzoni che negli stessi giorni e anni segnavano la vita e la carriera della rivoluzionaria cantante rock, i cui inni hanno mobilitato intere generazioni.

Patti Smith alle Muse

“Tra le pagine del diario” della Smith trovano così spazio alcuni dei più grandi artisti della storia della musica che negli anni ‘70 hanno frequentato insieme a lei l’underground dell’industria musicale.
Ecco quindi apparire Frank Zappa, a cui Patti Smith ha dedicato una canzone nel giorno dell’ultimo compleanno prima della morte, Bob Dylan, Neil Young e praticamente tutto il panorama culturale e musicale che ha segnato un’intera epoca. Ma uno spettacolo che ha visto molta poesia con citazioni di William Blake ma anche del nostrano Giacomo Leopardi che la stessa cantautrice dice di adorare perché: “suona bene persino in inglese”.
La notte si apre con il brano Grateful, tratto dall’album del 2000 Gung Ho a cui segue una dedica speciale a William Blake col pezzo “My Blakean Year”: proprio ieri infatti cadevano i 266 anni dalla nascita del poeta inglese. Dopo Ghost Dance dedicata alle popolazioni native e la reinterpretazione di un brano di Bob Dylan, la cantante inizia a raccontare la sua passione per l’Italia e soprattutto per le Marche, regione che dimostra di conoscere nel dettaglio. Dalla Chiesa di Santa Maria di Portonovo, visitata solo il giorno prima, agli angioletti sulla facciata della cattedrale di San Severino, di cui dice di essere letteralmente innamorata. Per questo, intercettando lo stupore collettivo, decide di declamare il capolavoro di Leopardi, L’infinito, poema che da sempre la rapisce e la affascina.

Patti Smith alle Muse

Lo show prosegue con i brani Nine, Dancing barefoot e Beneath the Southern Cross, la Smith esclama “Freedom! We want the change and we want it now” rispolverando vecchi slogan subito applauditi dal pubblico. Resta tempo per una dedica a Neil Young con After the Gold Rush, poi Peaceable Kingdom e Come back little Sheba per entrare infine nella chiusura dello spettacolo con i pezzi più famosi e ovviamente attesi. Sono Because the night, eseguita sia con la chitarra classica che con quella acustica, per provare le differenze, e l’immancabile People have the power, una delle musiche più trasmesse in tutte le manifestazioni, scioperi e proteste del mondo.
Le cartoline dal pianeta Patti Smith finiscono così, con dolci messaggi di spiritualità, uguaglianza e giustizia, tre temi sempre più necessari nella nostra contemporaneità ma che ormai sembrano essere affidati solo ad artisti datati decenni. Poco importa per, se il pubblico dimostra di partecipare e gradire, proprio come nella notte di ieri al Delle Muse dove gli applausi e la standing ovation ha preso in crescendo il posto dell’ottima musica presentata sul palco.

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