di Antonio Bomba
Fondi Pnrr. Che ne sarà? Dubbi e quesiti legittimi aleggiano su chiunque si occupi della faccenda visto che il governo, di comune accordo con L’Unione Europea, ha scelto di rinunciare a 10miliardi di euro, nell’ambito dell’ampio progetto di rimodulazione dell’intero finanziamento noto con il nome ufficiale di Next Generation Eu. Colpiti dalla scelta saranno soprattutto i comuni italiani, visto che la cifra era stata destinata a loro con particolare riferimento ai progetti di rigenerazione urbana. Un problema non da poco per la città di Ancona e molti suoi lavori che sono in via di partenza grazie proprio ai soldi che erano stati concessi.
Pensate, la situazione è tale che per una volta centrodestra e centrosinistra la pensano alla stessa maniera ed entrambi gli schieramenti politici si sono detti disposti a collaborare pur di garantire la concreta riqualificazione di luoghi e strutture importanti della città.
Ieri, in consiglio comunale, l’assessore ai Lavori Pubblici Stefano Tombolini ha confermato quanto a noi dichiarato settimane fa. E cioè che, se i fondi Pnrr dovessero essere ritirati, il governo concederà altri tipi di finanziamenti a tutti i progetti in linea con i tempi e le regole del Pnrr stesso. E lo ha fatto rispondendo a una doppia interrogazione urgente posta nel merito Ida Simonella (Ancona Futura) e Susanna Dini (Partito Democratico). «Sul definanziamento – ha spiegato l’assessore – stiamo seguendo tutto attraverso una serie di interlocuzioni con il ministero». E ad oggi «L’elenco dei progetti definanziati non è stato ancora trasmesso, ma forse è già stato definito. Ci hanno detto però – puntualizza – che verrà pubblicato e verrà data specifica comunicazione in merito. E ci hanno detto altresì che tutto quello che è caricato sul regis come ‘finanziato Pnrr’, continuerà a sussistere come tale». Da qui la rassicurazione: «I sottosegretari ci hanno assicurato che a quelli che dovrebbero uscire dal Pnrr, dovrebbe comunque essere garantito un seguito con altre fonti dello Stato». Alla luce di tutto questo «Direi quindi – dichiara l’ingegnere – che i progetti fin qui riusciamo a portarli tutti a casa. Sarà mia premura avvisare eventuali ritiri di fondi. Però, al momento, mi sento di tranquillizzare tutti».
Tombolini passa poi a spiegare lo stato dell’arte: «Abbiamo consegnato la gran parte dei lavori. Entro domani consegneremo tutti i cantieri delle scuole rispettando la tabella di marcia richiesta dal Pnrr. Ci mancano solo gli impianti sportivi». Infine, mano tesa all’opposizione: «Dopodiché, se vogliamo fare un focus specifico sul Pnrr in commissione, sono a piena disposizione. Diamoci una decina di giorni magari».
L’assessore è poi passato ad analizzare il modus operandi sin qui usato con punti di forza e criticità che a volte coincidono: «Sicuramente gli accordi quadro che sono stati fatti sono una soluzione molto interessante, ma in alcuni casi, nei rapporti con i professionisti, ha sviluppato criticità». Questo perché a suo modo di vedere «Fare una mole di progetti che sviluppano valori di fatturato molto importanti senza avere una struttura adeguata dietro manda incontro a criticità». Inoltre «La validazione dei progetti fatti in casa fa ricadere le responsabilità di eventuali errori di progettazione sui validatori stessi. Se siamo noi, il cerchio delle responsabilità si va a chiudere anziché sul terzo operatore, sull’amministrazione. Per cui in futuro vorremmo cambiare il regolamento».
Simonella accetta la mano tesa e offre la sua, come quella di tutta l’opposizione: «Ci consideri dalla sua parte, faremo di tutto affinché questi progetti possano essere portati a casa nell’interesse della città e del lavoro che è stato sin qui prodotto». Nella sua replica però l’ex assessora della Giunta Mancinelli, che quei fondi li aveva ottenuti attraverso la vittoria dei relativi bandi, fa notare alcune cose. La prima è che «al di là delle rassicurazioni dei sottosegretari non vi siano atti formali. E queste non rassicurano in realtà perché la pubblica amministrazione parla per atti».
L’ex delegata al bilancio, poi, lancia forti dubbi anche sui futuri ed eventuali finanziamenti alternativi promessi da Roma: «Lei conosce il codice degli appalti meglio di me. Non essendo certa la tipologia, si crea una situazione di limbo assoluto con le ditte contrattualizzate. Si va a creare – rimarca Simonella – un vuoto di carattere normativo e contrattuale ed è pericolosissimo. Quindi io spero siano già individuate le tipologie dei nuovi finanziamenti».
Altro problema, secondo la capogruppo di Af è che «Uscendo dal Pnrr, si ampia l’orizzonte temporale del completamento dei lavori». E se da una parte tutto può essere fatto con maggiore calma, dall’altro c’è chi determinate strutture le usa e ne ha necessità: «Penso – porta ad esempio – agli operatori del Mercato delle Erbe. Una situazione oggettivamente complessa. Perché un conto è farli stare 18 mesi fuori, un altro 4 o 5 anni».
Susanna Dini invece aveva chiesto rassicurazioni sul finanziamento europeo da 6milioni di euro per le scuole «Agrodolce, Collemarino, la mensa delle Leopardi, i nidi Alba Serena e Sabin».
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