Il presidente Francesco Acquaroli, commissario per l’alluvione del settembre 2022, ha provveduto a firmare il decreto di approvazione del Piano per la realizzazione delle Opere Strutturali e Infrastrutturali.
Si tratta, di un piano operativo che prevede interventi per oltre 110 milioni di euro, finanziato con i fondi stanziati dal Governo a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito le valli del Misa e del Nevola.
«La prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico sono una priorità – ha sottolineato Acquaroli –. Questo piano comprende una serie di interventi necessari e resi possibili grazie ai fondi stanziati dal Governo, che ci hanno permesso, in un anno dall’alluvione, di procedere a una programmazione puntuale di opere importanti e strutturali in base alle velocizzazioni burocratiche introdotte dall’ordinanza 1011. Importante è stato il lavoro di coordinamento – ha aggiunto – tra tutti gli enti coinvolti e tante sono le risorse in campo, a cui si aggiungono quelle stanziate dalla Regione, già implementate prima dell’alluvione e che ha stanziato successivamente fondi propri per circa 25 milioni. Una mole di attività importanti che produrrà effetti rilevanti nelle valli del Misa e del Nevola e nel comprensorio del Catria in termini di messa in sicurezza e ripristino della zona, mitigazione del rischio, manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua e soprattutto una risposta infrastrutturale. Abbiamo potuto cogliere gli effetti degli interventi di manutenzione anche durante le ultime forti piogge delle scorse settimane; precipitazioni simili di portata a quelle del 2014 ma che non hanno avuto alcuna conseguenza sul territorio. L’obiettivo è restituire sicurezza e tranquillità alle popolazioni e alle imprese di questo territorio che ha già subito eventi drammatici».
Il Piano prevede la realizzazione di nuove opere strutturali complesse per la riduzione del rischio idrogeologico, precedentemente non inquadrabili tra quelle di ordinaria competenza del Dipartimento nazionale di Protezione Civile. Per questo è stata predisposta e approvata lo scorso giugno l’ordinanza 1011, che permette di intervenire, direttamente, a livello strutturale, sulle situazioni più gravi sotto il profilo dei rischi residui, previa intesa dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.
«L’ordinanza 1011 ha permesso di fatto un cambio di metodo operativo – ha aggiunto il vicecommissario per l’emergenza Alluvione, Stefano Babini -. Una vera e propria svolta in termini di snellimento burocratico perché sarà possibile gestire interventi strutturali, come ad esempio vasche di laminazione o interventi sulle intere aste fluviali per la messa in sicurezza del territorio senza dover seguire le procedure ordinarie più lente e complesse».
La consistente mole di risorse stanziate dal Governo «ha permesso di gestire un serio processo di programmazione – spiega la Regione – che prevede gli interventi di somma urgenza dei soggetti attuatori e dei comuni, i ristori per i danni subiti da famiglie e imprese e, appunto, il piano delle opere complesse approvato dal Commissario, che era stato predisposto in bozza fin dall’estate, e che giunge ora nella versione definitiva, restando sempre ammesse varianti e rimodulazioni, dopo le verifiche dell’Autorità di bacino e i nuovi rilievi aerei resi necessari per la taratura dei modelli idraulici, dopo la modifica degli alvei dei corsi d’acqua attuata nella fase degli interventi di somma urgenza».
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