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Imposta di soggiorno, Jesiamo:
«Gli attuali amministratori
da detrattori ad estimatori»

JESI - Nell'ultima seduta consiliare il consigliere Tommaso Cioncolini ha espresso tutti i suoi dubbi sulle modifiche al regolamento comunale: «Chi prenderà in affitto una stanza in città per un periodo fino a trenta giorni pagherà per 6 notti la stessa imposta che realisticamente avrebbe versato se avesse alloggiato in uno hotel a 4 stelle». Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «Turismo da incentivare senza costi importanti»

Il Consiglio comunale di Jesi

 

«Chi oggi governa la città, nel 2017, si oppose strenuamente all’introduzione dell’imposta di soggiorno. All’epoca motivarono la loro contrarietà, sostenendo che questo tributo avrebbe eclissato il turismo a Jesi, dirottando i flussi verso i comuni limitrofi. Tutto sbagliato. Oggi non solo la condividono, ma verrebbe da dire che si sono fatti prendere la mano, estendendo l’applicabilità di questa imposta a ulteriori tipologie di strutture». La critica politica è stata espressa nell’ultima seduta consiliare dal consigliere comunale d’opposizione Tommaso Cioncolini (Jesiamo). Al voto dell’aula c’era la modifica al regolamento comunale per la disciplina dell’imposta di soggiorno (emendata dai consiglieri Cioncolini e Filonzi) poi approvata con 15 sì e 15 astensioni.

Tommaso Cioncolini

«Lo scorso anno fu apportata la prima modifica e già in quella circostanza Jesiamo espresse numerose riserve. Non ci convinse e non ci convince – spiega in una nota il gruppo consiliare di Jesiamo – il meccanismo per l’individuazione dell’importo; infatti, rimosse le stelle e le possibili distinzioni tra differenti tipologie di strutture, l’amministrazione ha optato per una sola aliquota: chi spende meno di 180 per pernottare a Jesi paga 1.50 euro a notte; invece, chi spende più di 180 euro ne deve versare 2 per l’imposta di soggiorno. L’ultimo consiglio comunale ha stabilito che nell’arco di un mese solare, l’imposta di soggiorno sarà pagata per non più di sei notti, ma sarà estesa anche alle locazioni brevi (affitti per meno di trenta giorni); in sostanza, chi prenderà in affitto una stanza a Jesi per un periodo fino a trenta giorni pagherà per sei notti la stessa imposta che realisticamente avrebbe versato se avesse alloggiato in uno hotel a quattro stelle (perché nessuna struttura ha un costo a notte superiore alle 180 euro). Anzi, se la locazione di trenta giorni inizia – ipotizziamo – il 15 di qualsiasi mese, l’imposta sarà pagata per 12 giorni».

Secondo Jesiamo «è evidente che l’imposta di soggiorno è quel tributo che versano non i residenti, ma i turisti o le persone di passaggio per i più svariati motivi, quindi questa leva fiscale può superare facilmente le critiche dell’impopolarità perché non colpisce direttamente le iesine e gli iesini. Eppure, ciò che ci preoccupa è il meccanismo che equipara soluzioni economiche, come potrebbe essere l’affitto di un monolocale (per esempio, pensiamo ad uno stagista che si reca in città per un’esperienza professionale), e l’albergo con tutti i confort (ad esempio, la persona d’affari che si reca nell’hotel più lussuoso della città). Possibile che queste due soluzioni, completamente differenti sia per profilo che servizi offerti, debbano determinare il medesimo importo dell’imposta? Noi crediamo che fare parti uguali tra diseguali sia la scelta più iniqua e ingiusta. Ci è stato risposto che l’importo è sempre contenuto e si parla di solamente 1.50 euro a notte. Ecco forse è questo il nostro errore: attribuire ancora valore ai principi e pertanto impegnarsi per difenderli».

Lorenzo Fiordelmondo

Nella sala consiliare il dirigente comunale di settore ha confermato che «un soggetto che paga 179 euro al giorno deve versare 1.50 di imposta di soggiorno alla pari di chi spende 30 euro al giorno. E’ evidente che dove non è prevista la colazione si fa sempre riferimento al costo del tetto massimo del costo di 180 euro e infatti si è specificato ‘senza servizi aggiuntivi’ nel regolamento». Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo invece ha tenuto a chiarire lo spirito alla base del provvedimento. «Il costo dell’imposta di soggiorno non deve gravare sul turista che sceglie Jesi. Strutture di lusso in città non ne vedo, quindi la finalità è incentivare un turismo giovanile che possa usufruire anche delle grandi strutture senza venire caricato di costi importanti. Ma anche un manager potrebbe decidere di andare a soggiornare in una struttura che costa poco. Non è questa la differenziazione da cogliere ma su quelle misure che possano riuscire a dare spinta al turismo della nostra città. Quando avremo un aggregato di turismo importante, allora magari si può tornare a ragionare su una misura in aumento progressivamente per le diverse categorie che esistono».

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