Il nuovo metodo di trappolamento dei cinghiali nella zona del palazzo della Regione? «Un successo». A dirlo sono stati ieri in conferenza stampa l’assessore alla Sicurezza urbana del Comune di Ancona Giovanni Zinni, l’assessore regionale Andrea Maria Antonini competente per la fauna selvatica in area urbana e Massimo Iuliano, presidente Urca (Unione regionale cacciatori Appenino) Marche, presentando i risultati ottenuti dalla sperimentazione del trappolamento dei cinghiali sul territorio attraverso il metodo ‘pig brig trap systems’.
Zinni ha subito fatto notare un primato, nel merito, per Ancona: «Siamo i primi in Italia – ha infatti dichiarato – ad avere messo in campo questo tipo di attività e mantenendo l’impegno preso con i cittadini, in 6 mesi abbiamo ottenuto un risultato positivo dalla sperimentazione di trappolamento».
Un successo, quello raggiunto, che il vicesindaco dorico si sente di condividere con le altre autorità politiche e civili presenti: «Tutta l’attività è frutto di un lavoro di equipe nato in conferenza di servizi e che ha visto un importante ruolo della Regione Marche, che ci ha sostenuto economicamente, così come dell’Urca, la quale ha svolto l’attività sul territorio. Il nostro obiettivo è quello della tutela e della sicurezza dell’ambiente – ha proseguito Zinni – in ambito urbano e debellare il fenomeno della fauna selvatica in area urbana”. Zinni ritiene però opportuno ringraziare una seconda volta la Regione in quanto oltre al contributo ha facilitato tutto «permettendo la cattura dei cinghiali da parte dell’Urca, evitando loro qualunque tipo di sofferenza».
Dal canto suo Antonini ha invece tenuto a sottolineare come «La Caparbietà dell’assessore Zinni è stata fondamentale. Questa sperimentazione rappresenta un primo passaggio per comprendere se possa essere replicata anche in altre realtà. Il fenomeno, per diversi motivi stava diventando preoccupante perché i cinghiali sono pericolosi, possono creare incidenti gravi. Siamo stati obbligati ad aumentare la percentuale di indennizzo per incidenti stradali causati dagli ungulati, dal 60 all’80% portando i risarcimenti a circa 1,5milioni di euro all’anno». L’assessore regionale prosegue ponendo l’accento su di un altro aspetto a suo modo di vedere quantomai importante: «Il cinghiale è anche un veicolo di malattia, come la peste suina, ma fortunatamente non ha colpito il territorio».
Dal successo ottenuto ad Ancona, l’annuncio: «Il 28 dicembre prossimo, a Cupra Marittima, incontrando tutti i sindaci interessati, valuteremo come arginare il fenomeno anche nei centri urbani e zone prossime al mare attraverso questo sistema». Le novità però non sono finite qui. Per Antonini il cinghiale abbattuto può diventare una risorsa economica attraverso «la filiera della carne di cinghiale. Ci si sta lavorando con l’Urca. A seguito di selezione e dopo congelamento entro un’ora dall’abbattimento, possa essere commercializzato».
Iuliano dell’Urca ha spiegato invece che «ad agosto è iniziata la fase di monitoraggio con l’utilizzo di fototrappole e quella di pasturazione, quest’ultima attività necessaria all’attrazione dei cinghiali al luogo di cattura e evitare che gli animali in questione girino per la città in cerca di cibo».
Ricordiamo che l’accordo tra Enti che sta alla base della sperimentazione è stato sottoscritto a metà novembre 2023 e vede coinvolti: il Comune di Ancona, la Regione Marche, l’Ast di Ancona, l’istituto zoo profilattico sperimentale di Marche e Umbria, il commissario nazionale per la Peste Suina, il comando regionale dei Carabinieri, quello della polizia provinciale di Ancona e quello della polizia locale di Ancona, sempre tenendo costantemente informata la Prefettura di Ancona.
(A.Bomb.)
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