di Francesca Marsili
«C’era un muro di fumo denso e stagnante. Automobilisti nel panico che tamponavano perché non si vedeva nulla. L’impianto di ventilazione non funzionava e neppure le colonnine di Sos; i cellulari, all’interno della galleria, non prendono: poteva essere una strage».
E’ lo sfogo di Luigi Petruzzellis, uno dei tanti automobilisti che ieri sera è rimasto intrappolato all’interno della galleria Varano lungo la superstrada 77, all’altezza di Serravalle, per un’auto che all’improvviso ha preso fuoco. Il fumo denso ha invaso e saturato l’intera galleria. Sedici le persone intossicate dal monossido di carbonio finite negli ospedali di Camerino e Macerata. Tra loro, oltre ad un vigile del fuoco, c’era proprio Petruzzellis, che ieri sera stava tornando a casa, a Perugia. Ha trascorso la vigilia di Natale al Pronto soccorso di Camerino.
Ha ancora il viso annerito dal fumo. Stamattina è stato dimesso, e mentre attende che sua moglie arrivi da Perugia per riportarlo a casa e festeggiare il Natale decide di raccontare a Cronache Maceratesi quanto accaduto ieri sera all’interno della galleria, verso le 18. I toni sono quelli di una denuncia per ciò he poteva avere un epilogo ben più grave. «Oggi sto meglio, in ospedale mi hanno fatto delle flebo e dell’aerosol, ma poteva essere una strage», ripete riuscendo a mantenere la calma. «Lavoro a Recanati, e ieri sera stavo tornando a Perugia per le festività natalizie. Avevo appena imboccato la galleria più lunga, in direzione monti, quella di 3,8 Km, all’altezza di Serravalle del Chienti. Verso la metà mi sono travato di fronte un muro di fumo, non si vedeva nulla, nemmeno le luci emergenza. Sono sceso della macchina e abbiamo saputo che poco più avanti una Jeep aveva preso fuoco. Le fiamme generate erano altissime. I tamponamenti in galleria sono stati diversi. In poco tempo siamo rimasti intrappolati: si era creato un tappo, non si poteva proseguire per uscire, né tornare indietro, perchè nel frattempo erano sopraggiunte altre auto».
Petruzzellis descrive una situazione di caos totale, con automobilisti nel panico, disorientati, che non sapevano cosa fare, come uscire da quella trappola infernale che non permetteva neppure di respirare. «L’impianto di ventilazione era spento – afferma arrabbiato -, sceso dall’auto, facendo luce con una torcia, ho cercato di far fare inversione di marcia alle ultime sopraggiunte». L’uomo descrive scene drammatiche. «Ho visto persone cercare di raggiungere le colonnine dell’Sos all’interno della galleria che però non funzionavano e i cellulari non prendevano. Il panico era totale. Poi fortunatamente sono arrivati i vigili del fuoco, e ci hanno accompagnato fuori dalla galleria, nell’altro senso di marcia, uno ad uno, attraverso le porte tagliafuoco».
L’aria era irrespirabile. «Ho visto un vigile del fuoco dare la sua bombola di ossigeno ad una ragazza asmatica in estrema sofferenza respiratoria che poi è stata trasportata all’ospedale di Macerata. Un altro vigile del fuoco è caduto a terra per aver respirato troppo monossido di carbonio, anche lui è stato portato in ospedale». Un pomeriggio di festa trasformato in un inferno. Fuori dalla galleria erano sei le ambulanze pronte a dare supporto sanitario agli intossicati. Oltre ai mezzi dei carabinieri, della sstradale e dei vigili del fuoco. «Mi hanno subito attaccato l’ossigeno e trasportato in ospedale, a Camerino. Come me altri, i più gravi in quello di Macerata – aggiunge Petruzzellis -. Trovo assurdo che in una strada del genere, nuovissima, che tra l’altro chiudono spesso per lavori, non funzioni né l’impianto di aspirazione né il sistema per le chiamate di Sos. Se l’impianto di aspirazione avesse funzionato un fumo del genere non si sarebbe mai creato», conclude. E ribadisce: «Poteva essere una strage».
Il tratto di superstrada, come comunicato dall’Anas, è stato chiuso in entrambe le direzioni.
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