«Ci difenderemo sicuramente, i danni che Aeroitalia paventa di richiederci sono danni relativi a un contratto che non ha prodotto effetti e che è nullo perché loro sono stati inadempienti. E soprattutto non ha prodotto alcun esborso di soldi pubblici». Sono le parole di Marco Bruschini, direttore dell’Atim, che interviene in merito al caso che sta infiammando la politica regionale: quello del contratto da 750mila per servizi marketing con Aeroitalia. Dopo il caos dei voli internazionali cancellati e delle polemiche dei mesi scorsi, ieri l’ad della compagnia aerea Gaetano Intrieri ha alzato il tiro, annunciando di voler chiedere 25 milioni di euro di danni alla Regione. E ha puntato il dito proprio contro l’Atim, colpevole a suo dire di non aver rispettato il contratto e di non aver pagato quanto pattuito: cioè la prima delle tre rate da 250mila euro.
E così oggi è il direttore dell’Agenzia per il turismo delle Marche a dare la sua versione dei fatti, che sostanzialmente è l’opposto di quanto detto da Intrieri. «L’accordo – spiega Bruschini – doveva promuovere la destinazione Marche attraverso gli aeromobili impegnati nelle rotte internazionali. A fronte di questo avevamo fatto una verifica dei fondi regionali disponibili, verificando che c’erano dei fondi residui messi a disposizione dall’Ue che non erano stati spesi per bandi destinati alle compagnie aree. Così abbiamo trovato nelle pieghe del bilancio regionale 750mila euro e li abbiamo messi a disposizione di questa operazione di promozione e marketing, che sarebbe dovuta partire dal 1 dicembre.
Il primo ottobre Aeroitalia ci invia la prima delle tre fatture previste di 250mila euro. Ma innanzitutto l’importo era sbagliato, perché i fondi a disposizione erano 750mila euro Iva compresa, mentre la fattura era di 250mila + Iva. In secondo luogo visto che quel pagamento era una sorta di acconto, era prevista una fideiussione, che era Aeroitalia non ha mai presentato. Infine non è stato presentato un piano marketing adeguato ai 750mila euro. Così abbiamo rimandato indietro la fattura e ci siamo fermati e a quel punto Aeroitalia ha cominciato ad andare in fibrillazione». Bruschini, in ogni caso, non ritiene siano stati commessi errori nella stesura del contratto. «Il contratto – aggiunge – andava costruito, quella era una prima volontà. Poi a fronte di quella bisognava presentare un piano marketing che non è stato presentato e tutta un’altra serie di cose che non sono state fatte da chi oggi ci vuole chiedere i danni». E il logo Let’s Marche sulla livrea degli aeri e sui sedili citato nel contratto quindi era solo una parte del piano di marketing complessivo? «Loro hanno messo il logo su uno dei loro aerei – risponde Bruschini – ma l’hanno fatto a titolo personale, perché il contratto partiva dal 1 dicembre». Questa la versione dell’Atim. Il resto è storia: polemiche, voli cancellati, fino ad arrivare alla richiesta di ieri un maxi risarcimento milionario.
Ma Bruschini non si è limitato a dare la sua versione dei fatti, si è tolto anche qualche sassolino dalle scarpe rispondendo ai diversi attacchi politici arrivati in questi mesi. «Due cose mi hanno dato fastidio – ha detto – che l’Atim sia stata definita un poltronificio e che si dica che l’Atim non faccia niente. Io sono un dirigente dello Stato che si è messo in aspettativa senza assegno, ho vinto un avviso pubblico, sono stato scelto su 28 curricula e mi sono messo a disposizione per le Marche. Quindi dire che l’Atim è stata messa in piedi per dare una poltrona a Bruschini – parla di sé in terza persona – è una falsità. Su quello che abbiamo fatto in questo anno sarò più preciso prossimamente quando organizzerò un incontro apposito, per adesso posso dire che ho firmato 240 decreti». Il direttore dell’Atim ricorda poi di aver già lavorato, tanto per fare due esempi, con Veltroni a Roma nel 2002 e col governo Prodi nel 2007. «Quindi – aggiunge – mi dispiace di essere attaccato da una certa parte politica. Tirare fango sulle Marche e marchigiani, non si fa, come non si può sperare che le cose vadano male così qualcuno ci fa bella figura. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione. Io capisco che Bruschini – continua parlando ancora una volta di sé in terza persona – sia venuto a rompere equilibri quarantennali, ma ci sono cicli che si aprono e si chiudono e noi stiamo tentando di lavorare in maniera seria e trasparente».
E’ stato poi l’ad dell’aeroporto Alexander D’Orsogna a fare un bilancio dell’anno appena trascorso e delle prospettive future. «Nel 2023 – ha spiegato il manager – siamo cresciuti in doppia cifra per quanto riguarda i passeggeri, siamo usciti grazie alla Regione dal commissariamento Ue e abbiamo raddoppiato le rotte. Basti pensare al volo per Parigi, che ha portato la Francia ad essere il terzo mercato incoming dopo quello tedesco e olandese. L’azienda inoltre è riuscita a creare creare una visione di lungo termine tale per cui oggi è in grado di proporsi sul mercato come polo polifunzionale. Svilupperemo infatti il settore cargo, e con Amazon a pochi chilometri, diventeremo il quinto aeroporto cargo in Italia.
E di solito questa fa da traino anche al traffico passeggeri. Inoltre abbiamo raggiunto un accordo con il Cnr per attività aerospaziali e svilupperemo il settore avveniristico dell’aviazione elettrica, con piccoli elicotteri o arei o droni da cargo. Tutto questo avrà un aspetto dirompente di sviluppo». Quanto al traffico passeggeri, D’Orsogna ha annunciato da questo il raddoppio con Lufthansa, con due voli per Monaco. «Il 2024 potremmo superare i 600mila passeggeri – ha sottolineato – e secondo il piano industriale potremmo arrivare a 1 milione di passeggeri entro il 2027». Con Aeroitalia è finita per sempre? «Io non credo che una compagnia che ha vinto un bando pubblico sia da escludere a priori – ha concluso l’ad – e penso che la vicenda del contratto con l’Atim non intacchi l’immagine del nostro aeroporto».
Sull’argomento è intervenuto, con un video sul proprio profilo Facebook anche il presidente della Regione Francesco Acquaroli. Questo il succo del suo discorso: «Se problematiche di natura contrattuale ci sono state dovranno essere gli organi competenti a stabilire chi ha torto o ragione, ma non può essere un contratto di marketing a compromettere la credibilità dell’aeroporto delle Marche, della continuità territoriale e creare pretesti a qualcuno per far si che questo nostro servizio diventi poco affidabile. A questo noi non ci stiamo». Qui il video integrale di Acquaroli.
Ma le polemiche sul caso non si placano. A rinvigorirle oggi è la segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi. «La vicenda Atim-Aeroitalia – dice – è arrivata al punto dove le parti in causa si rimpallano le responsabilità, cercando di lasciare il cerino in mano all’altra parte e scaricandosi il barile reciprocamente. In questa partita, però, i veri responsabili politici, ideatori della nomina d’oro di Bruschini a direttore dell’Atim (poltrona che vale fino a 115mila euro lordi l’anno) sono un duetto tutto targato FdI: il responsabile nazionale turismo di FdI (e consulente della Regione Marche in materia di turismo) Gianluca Caramanna e il presidente Acquaroli. Acquaroli la smetta dunque di nascondersi e dia ai marchigiani le risposte che attendono da tempo, oppure se le faccia dare da qualcuno a Roma, come pare essere abituato. Fino ad ora, sul turismo abbiamo visto solo uno sperpero di risorse pubbliche e figuracce internazionali. Di peggio non si poteva proprio fare».
(foto/video Giusy Marinelli)
(Redazione Cm)
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