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«Suo figlio coinvolto in un incidente,
paghi o finirà in carcere»:
85enne consegna soldi e gioielli

OSIMO – Nuovo caso di truffa del falso poliziotto andato a segno in città. L’anziana è stata trattenuta lungo a telefono per evitare che contattasse i familiari, poi si è presentato a casa un 25/30enne. «Le ha fatto sentire la voce di mio zio che piangeva ed è stata costretta a dare tutto quello che aveva. Vergognatevi» racconta la nipote

(foto d’archivio)

 

Il meccanismo dei truffatori si fa sempre più sofisticato e negli ultimi giorni sono in aumento i casi di anziani raggirati da falsi carabinieri o poliziotti segnalati alle forze dell’ordine di Osimo. L’ultimo andato a segno in ordine di tempo in città è successo lunedì scorso, in pieno pomeriggio. La vittima, una 85enne, messa in agitazione sulle presunte sorti giudiziarie del figlio per telefono da un interlocutore sconosciuto, poco dopo ha consegnato denaro e gioielli convita così di sanare la situazione. L’allarme è stato lanciato sui social dalla nipote della pensionata. «Mia nonna ha ricevuto la telefonata di un finto comandante della Polizia che comunicava un incidente successo a mio zio dove aveva perso la vita una persona e che di lì a poco sarebbero passati a prendere soldi e oro che aveva, altrimenti mio zio finiva in carcere» ha raccontato.

In quel momento l’anziana era sola in casa e percepita la situazione con il solito trucchetto il malvivente l’ha trattenuta lungo a telefono, poi è entrato in azione il complice. «Le hanno tenuto telefono fisso e cellulare sempre occupati e purtroppo non è riuscita ad avvisare nessuno e quando è arrivato questo ragazzo sui 25/30 anni le ha fatto sentire la voce di mio zio che piangeva ed è stata costretta a dare tutto quello che aveva. Vergognatevi» scrive la nipote che, proprio per mettere in guardia altri anziani dal pericolo incombente, ha voluto condividere con un post su Facebook la disperazione della sua parente, manifestatasi prima nell’ascoltare quelle false urla strazianti, e dopo quando è affiorata la consapevolezza di essere caduta in un raggiro. C’è il forte sospetto che chi ha agito abbia anzitempo monitorato la situazione: conosceva bene i nomi di tutti i componenti della famiglia e il luogo di residenza.

 

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