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Carabinieri nelle abitazioni di Sgarbi,
sequestrato il quadro di Manetti

INCHIESTA - I militari sono andati a cercare l'opera a San Severino, Roma e Ro Ferrarese. Il sottosegretario ha consegnato spontaneamente il dipinto che è al centro di una indagine per riciclaggio. Un atto dovuto per svolgere gli accertamenti necessari. Il critico: «Sono assolutamente sereno. Non ho nulla da temere»

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Un particolare dell’opera

di Gianluca Ginella

Sequestrato dai carabinieri il quadro “La cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti al centro di una indagine in cui compare, come solo indagato, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

Il reato ipotizzato è il riciclaggio di beni culturali. Oggi i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, coordinati dal procuratore di Macerata, Giovanni Narbone, e dal sostituto Claudio Rastrelli, hanno svolto tre perquisizioni nelle case dove Sgarbi userebbe risiedere: una a Roma, una a San Severino (dove ha la residenza, cosa che ha condotto l’indagine a Macerata) e una a Ro Ferrarese. Sgarbi, che ha nominato come legali gli avvocati Giampaolo Cicconi e Gloria Gatti, ha consegnato spontaneamente il quadro.

Il sequestro probatorio è un atto dovuto per svolgere gli accertamenti necessari per chiarire se il quadro, che il critico espose a Lucca nel 2021 come un dipinto di sua proprietà trovato in una abitazione storica acquisita nei primi anni del Duemila dalla madre nel Viterbese, sia o no quello rubato da qualcuno nel 2013 in Piemonte, al castello di Buriasco.

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Vittorio Sgarbi

Rispetto a quello il dipinto sarebbe stato modificato aggiungendo una fiaccola. Il sottosegretario ha sempre sostenuto che si trattasse di due opere diverse. Sgarbi è l’unico indagato. Il presunto falsario che avrebbe, stando all’ipotesi degli inquirenti, modificato l’opera, non è stato identificato.

Il sottosegretario ha commentato: «Ho consegnato spontaneamente l’opera perché siano fatte tutte le verifiche del caso, a partire dalle misure del dipinto rispetto alla cornice di quello rubato. Sono assolutamente sereno. Il sequestro è un atto dovuto. Non ho nulla da temere. Mi difenderò…».

Nei giorni scorsi Sgarbi aveva sottolineato, in una nota: «Da quello che si legge (negli articoli, ndr), l’opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme. Qualunque valutazione va fatta sull’opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un’opera di cui tutti gli esperti hanno visto l’originale esposto a Lucca».

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