Stipendio sospeso ad un agente della Polizia locale di Ancona che non si era vaccinato durante la pandemia del Covid e che stava godendo delle ferie, già da tempo autorizzate in vista del pensionamento: il giudice del lavoro ha ritenuto il provvedimento un atto illegittimo e ora il Comune dovrà versare gli arretrati. «Doveva essere tutto legale e corretto, invece.- esordisce in una nota Vincenzo Marino, segretario regionale Ugl Polizia e Funzioni locali Marche – Nella precedente gestione del Comando di Polizia locale di Ancona, l’allora comandante, aveva pensato bene di non pagare lo stipendio a coloro i quali, durante il Covid, non si erano “potuti vaccinare (per vari motivi)”. Il caso portato all’attenzione dei giudici del lavoro, da parte di un nostro iscritto, ispettore capo Mariano Morresi con l’assistenza dell’avvocato Gianni Vitali, ha invece nella fattispecie esaminata, non solo evidenziato in modo incontrovertibile della correttezza comportamentale del nostro assistito».
Marino ricorda che sono state «diverse le nostre azioni a difesa e tutela dei lavoratori che in quel periodo si sono visti privare diritti e dignità, ma ad ogni buon grado la giustizia sta mettendo in ordine ogni cosa . Nel merito il caso da noi assistito, ha messo in luce un assurdità che solo una “leggerezza” può giustificare, in sintesi è stato “sanzionato” un lavoratore che “omissis…..si trovava a godere delle ferie, già da tempo autorizzate, in vista del pensionamento, essendo, dunque , notorio anche a parte datoriale che egli non sarebbe più tornato in servizio, con conseguente insussistenza di ogni rischio di contagio sia per sé che per gli altri“. In buona sostanza, l’allora comandante ha voluto “privare del mezzo di sussistenza principale” un lavoratore che di fatto non ha rappresentato e non avrebbe rappresentato nessun rischio o pericolo per se e per gli altri».
Il segretario regionale Ugl Polizia e Funzioni locali Marche sottolinea inoltre come «l’aspetto inquietante di questa vicenda, come di altre da noi attenzionate, è la superficialità con cui si è gestito questo problema mettendo a repentaglio “la serenità e dignità ” del nostro iscritto e di altri casi simili e non solo, l’altra faccia della medaglia è il costo economico per il processo , a carico degli anconetani mentre chi ha sbagliato, non pagherà nulla, l’unica consolazione è che l’attuale sindaco, non gli ha rinnovato l’incarico. Il monito che lanciamo alla nuova amministrazione è di non commettere gli stessi errori, anzi farne tesoro per evitarne altri» conclude Vincenzo Marino.
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