Suicidio del 25enne in carcere:
«Verità e giustizia per Matteo.
Il garante Giulianelli si dimetta»

ANCONA - Presidio organizzato oggi pomeriggio in piazza Cavour dalla casa editrice "Edizioni Malamente" e dal gruppo consiliare d’opposizione "Altra idea di città". I manifestanti: «Era in cella per un'ora di ritardo nel rientro a casa dopo il lavoro mentre scontava le misure alternative. Il garante dei diritti incapace di dire la verità su questa storia»

Un manifesto di protesta esposto oggi pomeriggio

Cori e striscioni per chiedere “Verità e giustizia per Matteo Concetti”, il detenuto 25enne fermano che si è tolto la vita nella cella d’isolamento del carcere di Montacuto 9 giorni fa. Slogan e manifesti che invitavano alle dimissioni Giancarlo Giulianelli, il Garante per i diritti della persona della Regione.

Un momento del presidio di protesta in piazza Cavour ad Ancona organizzato oggi pomeriggio davanti all’Ufficio del Garante regionale dei Diritti

E’ iniziato così, oggi pomeriggio alle 17 ad Ancona il presidio di protesta organizzato in piazza Cavour dalla casa editrice ‘Edizioni Malamente’ e dal gruppo consiliare d’opposizione ‘Altra idea di città’.

«Matteo Concetti era un ragazzo troppo giovane per morire nel carcere di Ancona lo scorso 5 gennaio – hanno sottolineato i manifestanti -. Ha avuto l’amaro primato di essere il primo suicida in carcere dell’anno. Ogni anno le prigioni d’Italia inghiottono almeno 80 persone. In carcere il suicidio è 20 volte più probabile che tra la popolazione in libertà, e questi numeri non accennano a diminuire. Matteo doveva e poteva avere non solo un’altra opportunità nella vita, ma proprio un’altra vita, rispetto alla miseria e alla sofferenza in cui il sistema nel quale viviamo relega spesso le persone giovani. Invece di ricevere cure Matteo era diventato uno dei 60.166 detenuti e detenute nelle carceri italiane. Uno dei 350 detenuti di Montacuto, a fronte di 250 posti sulla carta».

Durante la mobilitazione, inscenata proprio davanti all’ufficio del Garante a Palazzo delle Marche, è stato anche ricordato che il giovane «era etichettato come una persona con disturbi mentali e dipendenze patologiche e per questo forse è stato trattato peggio di altri. Per avere, un giorno, ritardato di un’ora il rientro a casa dopo il lavoro mentre scontava le cosiddette “misure alternative” è stato messo in carcere e qui, per un atto di disobbedienza ai carcerieri, è finito in cella di isolamento.

È noto come all’aumento delle disuguaglianze sociali e della violenza strutturale dei rapporti sociali segua un aumento del numero dei detenuti e delle detenute e un peggioramento delle loro condizioni di vita. Non vogliamo più misure alternative, né una semplice riforma del sistema carcerario: vogliamo radicali alternative sociali alla repressione».

Il messaggio che ‘Edizioni Malamente’ e ‘Altra idea di città’ hanno voluto veicolare con il picchetto di protesta ruotava attorno alla difesa della memoria di Matteo Concetti «che significa però – hanno spiegato – difendere la libertà e la dignità di tutti noi. Di fronte a chi vuole estendere la carcerazione, costruire più prigioni, dare più potere alla polizia, noi diciamo No». Poi l’affondo finale: «Chiediamo le dimissioni del Garante dei detenuti Giancarlo Giulianelli, incapace di dire la verità su questa storia, incapace di difendere i diritti di chiunque, nominato dalla politica regionale». L’altro ieri nel penitenziario di Ancona è stato registrato un altro decesso di un detenuto, dalle prime informazioni avvenuto per cause naturali.

 

 

 

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