facebook rss

Tragedia sul lavoro:
operaio cade dal tetto e muore

JESI - L'uomo, 55enne titolare di una ditta esterna di Castelbellino, stava svolgendo alcuni lavori di manutenzione quando si sarebbe verificato un cedimento. E' accaduto intorno alle 10 all’interno della Cnh Industrial in via Leone XIII. Sul posto la Croce Verde, l'eliambulanza e i carabinieri

L’eliambulanza sul posto

Tragedia sul lavoro questa mattina intorno alle 10, all’interno della Cnh Industrial in via Leone XIII a Jesi.
Un operaio 55enne, Simone Filipponi, titolare di una ditta esterna di Castelbellino, è precipitato mentre stava svolgendo alcuni lavori di manutenzione sul tetto, compiendo un volo di circa dieci metri.
Finito al suolo, è rimasto incosciente a seguito delle lesioni riportate.
Immediata la chiamata al 112 e l’arrivo sul posto di un’ambulanza della Croce Verde di Jesi mentre dalla piazzola di Torrette si è alzato in volo Icaro.
Dall’elicottero, una volta raggiunto il luogo, si è verricellata l’équipe medica.
Le condizioni dell’operaio sono apparse fin da subito molto gravi. L’uomo è stato rianimato a lungo sul posto ma successivamente si è dovuto constatare il decesso.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri per ricostruire con esattezza la dinamica di quanto avvenuto. Sembrerebbe che la caduta dell’uomo potrebbe essere stata causata dal cedimento del tetto sul quale si trovava a lavorare.
L’attività all’interno dell’azienda è stata immediatamente sospesa dopo un breve confronto avvenuto tra azienda e sindacati.

I carabinieri sul posto

Una morte che ha creato un comprensibile shock portando nuovamente a riflettere sugli incidenti sul lavoro.
«Ancora una volta, l’ennesimo operaio è morto a causa di un incidente sul lavoro, nello stabilimento della Cnh di Jesi, in provincia di Ancona – hanno dichiarato in una nota congiunta Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl, e Gianluca Giuliano, Commissario Regionale Ugl Marche -. Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio di 55 anni, che faceva parte di una squadra di manutentori di una ditta esterna, stava svolgendo dei lavori sulla copertura del tetto, quando è precipitato nel piazzale sottostante. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei sanitari. L’Ugl – prosegue – chiede al Governo di intervenire immediatamente al fine di rafforzare le misure di sicurezza sul lavoro. E’ doveroso fermare simili tragedie intensificando i controlli e garantendo un’adeguata e continua formazione».

Cordoglio è stato espresso anche dal Comune di Jesi e dal sindaco, Lorenzo Fiordelmondo.
«Un’altra morte sul lavoro, accaduta questa mattina nello stabilimento della Cnh di Jesi. Con profondo sconcerto – dice il primo cittadino – ho appreso questa terribile notizia e mi stringo al dolore della famiglia dell’uomo, lavoratore di una ditta esterna adibita alla manutenzione del sito produttivo. Raccolgo con preoccupazione un dato di fatto che, al netto delle dinamiche che stanno raccogliendo le autorità competenti, ritengo inaccettabile. Daremo la massima attenzione e sostegno ad ogni impulso necessario al superamento di un fenomeno, quello degli incidenti sul lavoro, ancora purtroppo presente ed allarmante».
La presidente dell’Anpi di Jesi, Rosalba Cesini ha spiegato come «L’Anpi di Jesi partecipa al lutto per la morte dell’operaio precipitato stamattina dal tetto della Cnh Industrial. La strage infinita dei nostri lavoratori ci rattrista e ci indigna perché mostra in maniera lampante la contraddizione di un Paese che costituzionalmente dev’essere fondato sul lavoro e le misure di sicurezza che sono evidentemente, drammaticamente e largamente inadeguate. Ciò che è avvenuto è davvero il lutto della nostra comunità, ma non ci si può limitare al pur doveroso cordoglio. Non si può morire per lavorare. Non era questa l’Italia che hanno sognato i Partigiani. Non è questa l’Italia disegnata nella Costituzione, ove si recita che l’iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza. Occorrono misure radicali e strutturali. Un Paese che conta mille morti all’anno e centinaia di migliaia di feriti sul lavoro non è un Paese civile».

La Cnh a Jesi

«Ancora una morte sul lavoro. Questa volta a Jesi, nello stabilimento della Cnh – ha detto Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale del Partito Democratico – dove stamattina ha perso la vita un operaio di 55 anni. Anche nella nostra regione sono sempre più numerosi questi tragici fatti. Occorre fare molto di più. Sul Piano Triennale del Lavoro in discussione lunedì in Consiglio regionale, presenteremo emendamenti per incrementare le risorse per la sicurezza sul lavoro, aumentare il numero di addetti alla prevenzione e di controlli nelle situazioni di sub-appalto. Chiederò inoltre a breve – ha aggiunto – la convocazione di una seduta urgente monotematica della Commissione Sviluppo Economico e Lavoro per affrontare questa tematica coinvolgendo enti preposti e parti sociali».

Solidarietà e vicinanza alla famiglia del 55enne è giunta anche dall’amministrazione comunale di Castelbellino che esprime «A nome dell’intera Comunità, la propria partecipazione al dolore della famiglia, dei colleghi e delle persone vicine alla vittima. Le circostanze, la dinamica e le eventuali responsabilità saranno oggetto di chiarimenti. Non è però accettabile che si possa morire per lavorare ed è compito di tutte le istituzioni collaborare per vigilare e garantire condizioni di lavoro sicure».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X