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Cisl, Ferracuti indica la linea:
«Sanità, il mattone non cura
Servono personale e attrezzature»

INTERVISTA - L’appena eletto segretario regionale si racconta: lavoro, benessere e partecipazione le linee guida. Stoccata maceratese sui rifiuti: «Era un’eccellenza nazionale, incapacità di gestione»

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Marco Ferracuti durante il congresso regionale della scorsa settimana

È la prima volta che un sindacalista formatosi nella confederazione maceratese, e che ora vive con la famiglia a Recanati, arriva ad essere eletto segretario regionale della Cisl. Marco Ferracuti, appunto il nuovo segretario generale: sente questa appartenenza territoriale?
«Sicuramente. Le provenienze, le radici sono fondamentali perché hanno formato quello che sono oggi: sento le radici maceratesi ma allo stesso tempo sento l’appartenenza alle Marche in tutte le sue componenti territoriali, sociali ed economiche».

Ha iniziato l’attività come delegato sindacale dei metalmeccanici ad Albacina. In questi anni gli strumenti di azione sono cambiati. Quali sono oggi i riferimenti di un impegno sindacale e solidale per i lavoratori?
«Prima c’era la contrapposizione, ora c’è la contrattazione. Dobbiamo farne di più e con migliore qualità. Dobbiamo farne nelle aziende per distribuire ricchezza, aumentare le tutele, garantire sicurezza e sviluppare il welfare e la bilateralità. Ma dobbiamo accelerare anche nei territori: attraverso la contrattazione sociale possiamo irrobustire il sistema dei servizi socio assistenziali e sociosanitari, limitare l’impatto di prezzi e tariffe sulla popolazione meno abbiente, governare la transizione demografica garantendo tutele intergenerazionali. Attraverso la contrattazione vogliamo infine presidiare il sistema dei servizi pubblici locali: trasporti, raccolta e smaltimento dei rifiuti, servizio idrico. Sono settori che incidono in maniera determinante sulla qualità della vita delle persone che rappresentiamo».

Sguardo al passato, memoria e custodia delle radici, ma anche attenzione al futuro partendo dalle Marche e dal welfare. Nel suo primo intervento da segretario generale della Cisl Marche ha attaccato la Giunta regionale sul fronte dei servizi sanitari. Argomento vasto e complesso, cosa contesta in particolare?
«Un anno fa hanno approvato la legge di riforma, ora hanno fatto le linee guida per iniziare ad attuarla. Come Cisl diciamo che bisogna evitare di essere frettolosi facendo danni, quindi è bene ragionare insieme e condividere progetti e soluzioni. La salute non riguarda solo l’ospedale, serve appropriatezza. Il mattone non è una cura, servono anche personale e attrezzature. Non serve avere tanti piccoli ospedali, c’è più bisogno di strutture importanti e qualificate, con bacini di utenza adeguati. Questo rende più sicure le cure e ottimizza il sistema. Occorre ragionare in base alle risorse disponibili e non per slogan. Bisogna avere visione e strategia per prevedere gli impatti e tutto questo non si ottiene facendo da soli, serve condivisione».

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Marco Ferracuti

Dice che “il mattone non è una cura”. Ce l’ha con i nuovi ospedali, unici o meno che siano?
«L’innovazione tecnologica e strumentale dei nostri ospedali è una priorità. Senza dubbio servono nuove strutture, più moderne. Ma questo richiede tempo, e in questa transizione dobbiamo preservare la qualità degli ospedali che abbiamo. La salute è un bene troppo importante per i marchigiani, per questo come Cisl continueremo a lavorare per aprire spazi di confronto con questa Giunta».

Cosa invece condivide delle azioni finora messe in campo dall’esecutivo regionale a guida Acquaroli?
«Ci sono stati momenti di apertura e di condivisione vera che spero possano diventare la normalità. Mi riferisco, per esempio, al Protocollo sottoscritto per il benessere dei lavoratori. Un messaggio potente quello partito dalla Regione e dalle parti sociali: si danno contributi economici o premialità nei punteggi alle aziende che realizzano azioni di benessere per i lavoratori. Si sta affermando che il benessere dei lavoratori e la qualità della vita sono delle priorità».

Le Marche stanno scivolando, da diversi anni, tra le Regioni in difficoltà. Chi ha sbagliato cosa? Quando?
«La politica è divisa e poco lungimirante, gli imprenditori sono ancora poco aperti all’innovazione: siamo in un sistema chiuso con tanto campanilismo, c’è poca collaborazione tra università e impresa, ognuno è eccellente nel suo ambito ma infine non c’è sinergia, non si fa rete. Da anni segnalavamo che le condizioni dei cittadini marchigiani stavano peggiorando, finché la situazione non è stata certificata dall’Europa che ci ha declassato da regione sviluppata a regione in transizione».

Le strategie possibili per invertire la rotta?
«Aprirsi al confronto per arrivare ad un patto condiviso da tutti per le Marche 2025. Una strategia è possibile ma occorre che la Giunta prenda la strada del confronto. Servono azioni di “ingegneria sociale”, che coinvolgano istituzioni e rappresentanti dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. »

La Cisl ha appena visto calendarizzata in Parlamento la sua proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. Un risultato forse inaspettato anche nei tempi.
«Sicuramente c’è grandissima soddisfazione per questo risultato: nelle Marche abbiamo raccolto quasi diecimila firme certificate a dimostrazione del grandissimo interesse dei cittadini sul tema proposto. Alle imprese dico che non si può essere partecipi solo quando le cose non vanno bene. Bisogna aprirsi sempre alla partecipazione e coinvolgere i lavoratori nelle scelte organizzative, negli investimenti, nelle assunzioni e nella ripartizione degli utili.»

Lei è partito dall’impegno sindacale in fabbrica ad Albacina. Oggi la Cisl è anche un contenitore di tantissimi servizi. Tanti luoghi fisici di incontro – un centinaio in tutta la Regione – in tempi in cui sembra dominare il virtuale: è una scelta che vi sta premiando?
«L’azione sindacale si fonda sulla rappresentanza, sulla tutela e sull’assistenza, individuale e collettiva. Per noi il virtuale è un supporto rispetto alla cura della persona: siamo una Cisl delle eccellenze che concilia sempre prossimità, professionalità, e relazioni umane. Lo scorso anno circa 320mila persone – un marchigiano maggiorenne su quattro – si sono rivolte a noi trovando professionalità e umanità. Ci premia essere presenti sul territorio con la capacità di erogare servizi molteplici che vanno dalla previdenza all’assistenza passando per fisco, vertenzialità, consumi, casa, volontariato e tanto altro ancora».

Cura della singola persona, ma anche numeri. Qual è la situazione in casa Cisl Marche?
«C’è un forte aumento degli iscritti, 2.700 lavoratrici e lavoratori in più. Tra lavoratori e pensionati siamo 155mila iscritti».

Di recente ha citato il rapporto Censis sullo stato in cui versa il Paese, i suoi desideri “minori” e quelli “maggiori”.
«L’ultimo Rapporto Censis sulla situazione del Paese parla del “tempo dei desideri minori”, definendolo come una “pacata ricerca di piaceri consolatori per garantirsi uno spicchio di benessere”. Per l’87,3% degli occupati mettere il lavoro al centro della vita è un errore. Non siamo mai stati sostenitori della corsa verso maggiori consumi per conquistare agiatezza. Abbiamo sempre criticato la concezione di uno sviluppo senza freni e senza limiti. Ma non ci piace neppure questa visione minimalista e rinunciataria della vita. Noi vogliamo testimoniare alle giovani generazioni che ci sono anche “desideri maggiori” ai quali è bello e giusto aspirare: il benessere per sé stessi, per la propria famiglia e per la propria comunità, il progresso, il contrasto alle povertà, alle solitudini e all’esclusione sociale, la promozione della libertà, della solidarietà, della tolleranza e della pace».

Ha avuto a che fare con la provincia maceratese da giovane segretario della Cisl provinciale. Come la vede oggi?
«La provincia maceratese è in fase di transizione, ci sono sfide importanti in corso che potranno fare la differenza. La gestione dei rifiuti nei decenni passati era una eccellenza nazionale: oggi rischia di essere messa in discussione. Un’incapacità di gestione che sta scaricando sui cittadini gli effetti. l’incremento delle tariffe di questi due anni ne è la prova. Tutto questo avviene per non aver avuto il coraggio di scegliere. Eravamo una provincia innovativa, ora siamo fermi. E l’immobilismo è un errore in questi tempi».

Per la prima volta un maceratese alla guida della Cisl Marche: Marco Ferracuti eletto segretario generale

«Sanità, la Regione scopra le carte. Fondi e liste d’attesa: serve più trasparenza»

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