facebook rss

«Vicini al dolore delle famiglie,
basta morti o feriti sul lavoro
Servono azioni concrete»

CGIL CISL UIL MARCHE ricordano le tragedie avvenute ieri a Jesi e Rapagnano: «Nel 2023 ci sono stati nella nostra regione 15.714 infortuni e 21 morti. I numeri servono per la statistica, ma dietro i numeri ci sono cittadini marchigiani che sono morti o hanno subito gravi infortuni»

La Cnh a Jesi

«Il silenzio per partecipare al dolore delle famiglie delle vittime degli ultimi due tragici infortuni sul lavoro nelle Marche, ma subito dopo l’azione per dire che la prevenzione e la sicurezza sul lavoro sono priorità».
La Cgil Cisl Uil Marche è vicina al dolore delle famiglie che nella giornata di ieri, in due incidenti avvenuti a Jesi e a Rapagnano, hanno visto perdere i propri cari.
Il sindacato aggiunge che «certamente il giorno dopo le ennesime tragedie sul lavoro serve soltanto unirsi al dolore di quanti hanno perso i propri cari. Poi, però ci deve essere il tempo della riflessione e della condivisione di principi e di regole. Il principio è che il lavoro è un diritto e uno strumento per realizzare i propri sogni e partecipare alla crescita di una intera società, la regola è che non si può morire per il lavoro, sicuramente quasi sempre basterebbe rispettare le norme esistenti. Ci stiamo abituando a quello che è invece un bollettino di guerra, morti e feriti sul lavoro non possono essere considerati una normalità, non ci deve essere assuefazione».
Nel 2023 ci sono stati nelle Marche «15.714 infortuni e 21 morti – ricorda -. I numeri servono per la statistica, ma dietro i numeri ci sono cittadini marchigiani che sono morti o hanno subito gravi infortuni. Continuiamo a chiedere alla Regione di investire in prevenzione, di potenziare i controlli, di avviare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole e di condizionare alla realizzazione di investimenti in sicurezza la con cessione di risorse alle imprese. Alle imprese – prosegue – chiediamo di fare piani reali, e non di facciata, sulla sicurezza veri, chiediamo loro di investire in formazione. Il silenzio per partecipare al dolore delle famiglie private dei loro affetti, poi l’azione e per questo chiediamo alla Regione di convocare urgentemente le parti sociali per decidere insieme azioni concrete. Azioni per mettere fine – conclude – a un bollettino di guerra indegno del nostro Paese e del vivere civile».

Tragedia sul lavoro: operaio cade dal tetto e muore

Tragedia a Rapagnano, muore il 61enne Paolo Mariani avvolto dalle fiamme

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X