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Entrò nel casolare “dell’orrore” e filmò:
«Lì dentro non vidi alcun corpo».
Il video sul tavolo della procura

CASTELPLANIO - Lo youtuber del Maceratese, contattato telefonicamente ieri da "Chi l'ha Visto?" ne è certo. I frame verranno visionati dagli investigatori mentre si attendono i risultati degli esami eseguiti dai carabinieri sui resti dell'abbigliamento trovati con il presunto corpo della 27enne Andreea Rabciuc. Intanto il papa della ragazza dice che lo chiamò la notte tra l'11 e il 12 marzo 2022 ma lui non rispose perché dormiva

L’interno del casolare in via Madonna del Piano visto dalla finestra rotta, sul retro dell’edificio

Gli amici del pub di Jesi dove lei lavorava hanno lasciato mazzi di fiori bianchi e un cartello ‘Giustizia per Andreea’ davanti al casolare di via Madonna del Piano.
Qui a Castelplanio, sabato scorso 20 gennaio, sono stati ritrovati i probabili resti della 27enne scomparsa 22 mesi fa. Questa casa colonica diroccata si raggiunge in 13 o al massimo 15 minuti a piedi da quella di via Montecarottese da dove si è incamminata la mattina del 12 marzo 2022 dopo l’ennesimo litigio con il fidanzato, Andreea Rabciuc poi svanita nel nulla. In attesa che gli accertamenti tecnici sulle ossa ne accertino l’identità, nella puntata di ieri sera di ‘Chi l’ha Visto?’, Federica Sciarelli, la conduttrice della trasmissione di Rai Tre, con l’inviata Veronica Briganti, ha cercato di riavvolgere il nastro e mettere a posto i tasselli per ora conosciuti del mosaico di questo complesso caso giudiziario.

Il casolare nel quale è stato trovato il presunto corpo di Andreea Rabciuc

Dalla testimonianza dello youtuber del Maceratese che l’1 aprile 2022 era entrato nel casale ‘degli orrori’, come lo aveva ribattezzato nel suo video, è emerso intanto, che ogni locale di quell’edificio fatiscente era stato perlustrato. «L’ho visitato tutto, anche il soppalco del piano superiore traballante e la scaletta ma non c’era niente, ho ripreso tutto con il cellulare  – ha spiegato al telefono l’autore delle immagini – Pensavamo che fosse il casolare del rave party di cui si parlava all’inizio, era l’unico che sembrava abbandonato e sono entrato con il cellulare e la torcia». 
Anche la giornalista ed il cameraman della trasmissione sugli scomparsi, però, avevano acceso le telecamere all’interno del casale diroccato, attraverso una finestra di nuovo rotta sul retro che era già stata riparata in precedenza, il 16 marzo di quell’anno (secondo il racconto di uno dei due proprietari dell’immobile), subito dopo il sopralluogo svolto dai volontari della  protezione civile e i vigili del fuoco, gli unici a poter entrare in quell’edificio pericolante. La giornalista, come lo yuotuber, ha già consegnato le immagini registrate alla procura e in trasmissione ieri ha specificato di non aver avvertito in quella occasione «cattivi odori». Andreea era già scomparsa da tre settimane. Elementi che lascerebbero dedurre che forse il corpo in quel frangente non si trovava nel casolare.

La piantina del casolare

C’è poi la testimonianza del padre della ragazza, Marcelo, che vive in Spagna. «Nella notte tra l’11 e il 12 marzo, mia figlia mi aveva fatto una videochiamata ma io stavo dormendo e non ho risposto. L’ho richiamata attorno a mezzogiorno ma non ho ricevuto risposta nemmeno su messenger». Parole rimandate in onda anche nella puntata di ieri sera. Il padre ha ricordato inoltre che circa tre settimane prima, Andreea gli aveva mi aveva chiesto aiuto. Voleva raggiungerlo a Madrid perché «si trovava male con il fidanzato Simone e si era messa nei guai per colpa sua».
Si è chiusa nel silenzio la madre di Andreea, Georgeta, che attende gli sviluppi dell’inchiesta. Non ha mai creduto che la figlia si sia allontanata volontariamente dal casolare di Montecarotto e sette mesi dopo la sua scomparsa, in un drammatico confronto con Simone Gesti, trasmesso proprio da ‘Chi l’ha visto?’ aveva ricordato che Andreea «aveva paura» del fidanzato 44enne, «riuscivo a vederla solo quando lo minacciavo di andare dai carabinieri». Dichiarazioni che sono state fatte riascoltare ieri sera al pubblico Tv.

I fiori bianchi ed i lumini davanti al casolare di Castelplanio, lasciati dagli amici di Andreea Rabciuc

Per la Procura tutte le piste d’indagine sono ancora aperte. Secondo quanto raccolto da ‘Chi l’ha visto?’ nel casolare, i carabinieri avrebbero ritrovato e repertato brandelli degli indumenti che la ragazza indossava nel giorno della scomparsa: un giubbetto bianco,  la felpa di Tom & Jerry, il cappellino rosa con le orecchie e lo zainetto verde fluo. Ma anche una sciarpa con le stelle e, sembrerebbe, un biglietto con una scritta e un laccio di corda nelle vicinanze dei povero resti. Dopo quasi 2 anni, in un contesto altamente inquinato, decodificare il loro messaggio diventa più difficile ma tutti questi reperti sono stati sottoposti all’analisi dei Sis dei carabinieri di Ancona e dei Ris di Roma perché possono ‘parlare’ e diventano fondamentali per risolvere il giallo. Dopo 3 giorni di rilievi accurati nel casolare, i militari hanno portato via anche quella che sembrerebbe una trave o, comunque, qualcosa di molto lungo.

L’avvocato Emanuele Giuliani durante la trasmissione

Al momento il fidanzato di Andreea è accusato dei reati di sequestro di persona, spaccio, omicidio volontario e istigazione al suicidio. Il legale di Simone Gresti, l’avvocato Emanuele Giuliani, ieri in collegamento video con lo studio di Rai Tre, ha ribadito che il suo assistito sta vivendo con grande dispiacere questa situazione.
«Una situazione in evoluzione, a mio modesto parere. La procura vuole indagare a 360 gradi e ipotizza varie fattispecie di reato e bisognerà vedere quali sono gli elementi che pone a fondamento e se sono ipotesi sostenibili oppure no. L’auto di Simone (dove sono state trovate tracce di sangue) è ancora sottoposta a sequestro. – ha confermato il legale – Simone da due anno sta pagando un prezzo altissimo e sono due anni che subisce un processo mediatico quando in Italia ci sono tre gradi di giudizio. Non abbiamo neanche iniziato il primo e lui è accusato di essere un sequestratore, uno spacciatore, un assassino e adesso anche un istigatore – ha rimarcato l’avvocato Giuliani rispondendo a chi accusava  Simone di andare anche al bar in questi giorni – E’ giusto, la magistratura deve indagare e deve raccogliere tutti gli elementi possibili. però bisogna stare cauti perché se poi viene fuori che non ci sono elementi sufficienti, lo terremo in considerazione. Io sono equilibrato per natura ma mi piacerebbe che anche dall’esterno venisse fuori lo stesso equilibrio, perché è schiacciante. Simone è un uomo libero, può continuare ad uscire mi sembra eccessivo che venga controllato se va in un bar. Non si sta divertendo senza avere pensieri». L’avvocato ha ammesso che a Simone resta il rimorso di non aver fermato e cercato subito la ragazza che se n’era andata.

(m.p.c.)



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