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«Solo lo 0,7% dei marchigiani usa l’autobus,
il trasporto pubblico non attrae»

MEZZI - A lanciare l'allarme Cgil, Cisl e Uil nel corso del convegno "Arrivati al capolinea": la percentuale sale al 2,6% se si aggiunge anche il treno, ma resta siderale la distanza rispetto alle auto, la preferita dall'80% della popolazione. Pesa la frammentazione: in regione lavorano 36 aziende, ma 22 hanno meno di cinque dipendenti

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Un momento dell’incontro

Nelle Marche appena il 2,6% degli utenti utilizza treni o autobus per i propri spostamenti contro il quasi 80% che preferisce il mezzo privato. È uno dei risultati peggiori d’Italia, triste primato che arriva e se guardiamo al solo autobus la percentuale scende allo 0,7% degli utenti. Numeri sconfortanti dai quali parte “Arrivati al capolinea”, l’incontro promosso da Cgil, Cisl e Uil delle Marche che si è tenuto questa mattina all’H3 Coworking di Ancona per discutere del trasporto pubblico locale marchigiano, la seconda voce del bilancio regionale, dopo la sanità.

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Da sinistra: Giorgio Andreani, segretario Uil Marche, Daniela Rossi, segretaria generale Fit Cisl Marche, e Stefano Malorgio, segretario generale nazionale Filt Cgil

Un tema importante, dunque. «Non siamo i soliti che criticano e si lamentano senza dare soluzioni – evidenziano i tre sindacati– per noi questo capolinea è il punto di partenza, un punto da cui iniziare una discussione per trasformare un servizio che non attrae utenza e relegato ad essere solamente uno scolastico diffuso, in un servizio veramente per tutti».

Tra le note dolenti la troppa frammentazione delle aziende che si occupano di tpl. Nelle Marche lavorano 36 aziende (22 hanno meno di cinque dipendenti) per circa 40 milioni di chilometri (11,5 milioni di rete urbana e 28 di extraurbana). Senza parlare delle scarse risorse assegnate alle Marche nella ripartizione del Fondo nazionale trasporti. «Da anni sia l’amministrazione regionale che noi sindacati denunciamo questo stato di cose senza che sia stato riconosciuto finora alcun miglioramento – spiegano Cgil, Cisl e Uil – ci troviamo infatti all’ultimo posto in quanto a risorse pro capite avendo assegnata, dallo Stato, una quota media per abitante inferiore del 40% rispetto alla media delle regioni italiane e addirittura del 60% rispetto alle regioni di piccole dimensioni. Va ricordato che dal Fondo arriva il 65% delle risorse che servono per finanziare il servizio mentre il restante 35% è frutto di bigliettazione e abbonamenti».

la-salaAl tavolo dei relatori si sono alternati Giorgio Andreani (segretario regionale Uil Marche), Daniela Rossi (segretaria generale Fit Cisl Marche), Alessandro Lucchetti (docenti di diritto pubblico e avvocato), Carlo Carminucci (direttore della Ricerca Isfort), Marco Fioravanti (presidente Anci Marche), Lorenzo Fiorelli (presidente Anav Marche), Enrico Diomedi (presidente Asstra Marche), Goffredo Brandoni (assessore ai Trasporti della Regione Marche) e Stefano Malorgio (segretario generale nazionale Filt Cgil). Hanno partecipato anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Giuseppe Santarelli, Marco Ferracuti e Claudia Mazzucchelli. «Per incentivare il servizio occorre migliorarlo così da raggiungere il doppio obiettivo di dare un servizio ai cittadini, liberare le città dal traffico e dalle fonti inquinanti. Il tema fondamentale, anche in vista della gara per l’assegnazione del servizio del 2026, è necessariamente la riorganizzazione della rete, eliminando l’eccessiva frammentazione, valorizzando il lavoro di chi svolge il servizio, che deve essere lavoro sicuro, di qualità e ben retribuito», concludono i sindacati.

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