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Lavori al Mercato delle Erbe,
il Comune invia una Pec di diffida
alla ditta appaltatrice

ANCONA - L'amministrazione sollecita l'impresa a iniziare il prima possibile la riqualificazione, dato che il cantiere è stato aperto ufficialmente l'8 gennaio. Il rischio è di perdere i 5,8milioni di fondi Pnrr che finanziano l'opera, ma sono tante altre le preoccupazioni che aleggiano tra gli esercenti della zona e i residenti

I lavori al Mercato delle Erbe fermi al palo

di Antonio Bomba

Lavori al Mercato delle Erbe, il Comune di Ancona ha inviato una lettera di diffida alla ditta appaltatrice e al direttore dei lavori: «Iniziate i lavori e anche celermente» è il senso della missiva. 

Dopo telefonate su telefonate e richiami su richiami effettuati dall’8 gennaio (data ufficiale dell’apertura del cantiere) a oggi, tutto è come si suol dire ‘fermo al palo’. Di operai al lavoro se ne son visti davvero pochi e in qualche sparuta giornata sparsa lungo il mese. I motivi di questa lentezza sono al momento ignoti. Fatto sta che a oggi risultano sostenuti come lavori il cancelletto che da via Marsala delimita l’accesso a corso Mazzini, l’installazione delle classiche reti arancioni sul lato sinistro della struttura in ghisa, il posizionamento dei bagni chimici e gli scavi effettuati da una ruspa la mattina di lunedì 22 (ovviamente sul lato sinistro) e poco altro.

La situazione è insomma quantomai delicata visto che l’opera di riqualificazione è finanziata con i fondi del Pnrr e, se non si manterranno le tempistiche di lavorazione imposte dalle rigide tabelle europee, i 5,8milioni di euro ottenuti se li riprenderà il mittente.

Sono quindi tante le paure che aleggiano tra: gli esercenti dello storico contenitore, quelli esterni, i residenti. «Resterà un’opera incompiuta per oltre 10 anni?» «Dove troveranno mai i 6 milioni necessari se l’Europa dovesse ritirare i soldi promessi?». Sono alcuni dei dubbi che angosciano tutti.

A fare chiarezza è l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Tombolini il quale spiega a Cronache Ancona che «I lavori sul lato sinistro sono stati interrotti perché la ditta è in attesa del certificato della caratterizzazione dei materiali. Però…».

Prego, vada avanti.

«Però questo non può essere un motivo per fermare tutto. Così dopo varie richieste, abbiamo ufficialmente fatto partire le Pec di sollecito e diffida al direttore dei lavori e alla ditta appaltatrice stessa. Nella diffida inviata loro abbiamo sottolineato, tra le altre cose, come avrebbero potuto nel frattempo iniziare a fare i lavori all’interno ad esempio, o da un’altra parte».

Insomma Tombolini, in nome e per conto del Comune, ritiene che «tutti gli atti che potevamo fare li abbiamo fatti. Auspico adesso che nel giro di pochi giorni i lavori abbiano effettivamente inizio e vadano avanti con continuità». Altrimenti «agiremo di conseguenza. Ci sono dei termini – ribadisce – contrattuali da rispettare perché rischiamo di perdere il finanziamento Pnrr. Entro la fine di settembre dobbiamo raggiungere il 30% dei lavori completati in base all’importo ad esempio, mentre per fine marzo del 2026 tutto dovrà essere completato».

L’ingegnere aggiunge inoltre che «Nel giornale dei lavori registro 200mila euro di lavori mensili. Quindi se in uno non vengono svolti, in quello successivo se ne dovrebbero fare 400mila. Se ancora niente si arriva a 600mila e così via. Ci stiamo insomma tutelando in ogni maniera possibile».

Sotto il profilo strettamente economico inoltre i commercianti a sede fissa di corso Mazzini, precisamente quelli compresi tra via Marsala e Piazza Roma, hanno qualche problema in più. Dall’8 gennaio, trasferite le bancarelle in corso Garibaldi per cause di forza maggiore (a tal proposito i bancarellari si dichiarano tutti soddisfatti dell’esperimento) la gente è più o meno sparita e, a passare, ce n’è veramente poca a qualsiasi ora e giorno della settimana. Alcune di queste riescono a sopperire al problema grazie alla clientela fissa, per molte altre invece questo è meno fattibile vista la natura stessa dei propri prodotti.

Qualche settimana fa qualcuno di loro aveva anche pensato di intraprendere una protesta civile, sotto forma di sit-in da effettuarsi davanti al Comune. L’iniziativa, nonostante il riscontro favorevole di diversi colleghi, non ha però avuto seguito.

A tal proposito l’assessore al Commercio Angelo Eliantonio spiega che «Chi si lamenta dei lavori non iniziati ha ragione da vendere. Sia io che il collega Tombolini sollecitiamo la ditta a iniziarli in modo celere, pungolandola quotidianamente, ma al momento più di questo non possiamo fare». Quanto detto fa da preambolo alla risposta ai negozianti esterni al Mercato delle Erbe: «Comprendo bene le loro rimostranze e le loro preoccupazioni, ma lì – sottolinea Eliantonio – la situazione è accentuata dalla mancanza dei mezzi della ditta per fare i lavori. Quando tutto entrerà a pieno regime, la situazione sarà ben più chiara e comprensibile a tutti. Quella zona sarà a tutti gli effetti cantiere e le persone non potranno più transitarci, se non nei marciapiedi che resteranno fruibili».

In conclusione è impossibile non far notare come la pazienza di tutti i soggetti coinvolti direttamente e non nell’affare ‘riqualificazione del Mercato delle Erbe’ sia a un passo dall’essere definitivamente persa.

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