Erano sbarcati ad Ancona, nel febbraio dello scorso anno, dopo aver raggiunto il porto dorico a bordo della nave Ong Geo Barents, partita dal largo delle coste libiche.
I migranti portati in salvo, oltre che a essere sottoposti alle cure mediche, vennero poi ascoltati dalla polizia per capire come fosse iniziato il viaggio, fatto a bordo di imbarcazioni precarie.
Questa mattina, il personale della Sezione Investigativa di Ancona, del Servizio Centrale Operativo, con la collaborazione della Squadra Mobile di Ascoli e di personale delle volanti della Questura ascolana, con il coordinamento operativo del Servizio Centrale Operativo, sotto l’egida della procura di Ancona, titolare delle indagini, alle prime luci dell’alba, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nei confronti di uno straniero proveniente da territori oltre confine nazionale, a cui sono stati contesati reati in materia di immigrazione clandestina.
L’intensa e articolata attività di indagine, durata circa 10 mesi, svolta della neo-articolazione della Polizia di Stato, denominata Sisco, è stata conclusa grazie a numerosi presidi di natura tecnica e da plurimi accertamenti svolti anche in ambito internazionale.
Sono stati individuati importanti dati, informazioni ed elementi riconducibili a persone coinvolte nell’organizzazione dei viaggi dei trasmigranti, sulla rotta Egitto-Libia-Italia.
Elementi poi condivisi con l’Europol e arricchiti su input dell’Agenzia Frontex nonché nell’ambito di altre attività di indagine svolte nello specifico dal Regno Unito.
Secondo quanto diffuso dalla struttura di Europol, che si occupa di reati in materia di tratta e di immigrazione clandestina, le evidenze individuate ed accertate nell’ambito di questa inchiesta, congiuntamente a quelle emerse nelle investigazioni di altri paese europei, hanno permesso di corroborare e suffragare gli indizi a carico di alcuni trafficanti internazionali.
Il laborioso lavoro di ascolto di gran parte dei migranti dirottati sulle coste marchigiane, ha reso dunque possibile l’individuazione di colui che ha svolto il ruolo cosiddetto di “skipper/scafista d’occasione” al quale, con l’arresto avvenuto oggi, sono stati contestati i reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, per aver trasportato molteplici migranti in mare aperto, fino ai soccorsi della nave Ong, con l’aggravante dell’esposizione a pericolo per la vita di numerose persone, trasportate a bordo di un’imbarcazione priva di ogni necessaria dotazione di sicurezza, del tutto inadeguata in relazione al numero di persone trasportate.
Dagli atti di indagine, al momento non emergono elementi che attestano l’appartenenza dell’uomo a una rete criminale dedita alla tratta di persone.
Il provvedimento costituisce comunque l’ultimo tassello di un assiduo lavoro di ricostruzione investigativa, condotto dal personale della Sisco anconetana, coordinato dalla procura dorica, Direzione Distrettuale Antimafia, e svolto con i colleghi.
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