La Cna di Fabriano plaude al nuovo consistente stanziamento scaturito dalla bozza di contratto di programma tra Anas e Mit per la Pedemontana delle Marche. Si parla di 94 milioni, che verranno destinati anche al tratto tra Fabriano e Sassoferrato, un segmento che da diversi decenni attendeva ormai un sostanziale sviluppo che potesse far superare l’ormai ripetitivo appellativo di “incompiuta”.
Sul tema è intervenuto Marco Silvi, responsabile sindacale della Cna del comparto fabrianese e montano.«Finalmente le aree interne possono intravedere una luce in fondo ad un tunnel,- sottolinea in una nota – le cui arcate sono state per troppo tempo composte da promesse infrastrutturali disattese, da inesorabile calo demografico con spopolamento drammatico dei piccoli borghi, dall’interruzione repentina di interi indotti industriali e dal concreto rischio di desertificazione di ampi settori del commercio e dell’artigianato. Che le aree interne risultino spesso nell’intero territorio italiano, complice anche la morfologia dello stesso, quelle più svantaggiate è un dato di fatto e altrettanto lo è la consapevolezza che a questo problema si può ovviare solo attraverso uno sviluppo infrastrutturale degno di una delle prime sette economie del pianeta».
Silvi è consapevole che «sicuramente ci vorrà del tempo per vedere completata quella che oggi viene definita “l’autostrada delle aree interne“, il sistema Pedemontano-intervallivo che collegherà Carpegna ad Ascoli Piceno, ma il percorso è stato già tracciato. Sappiamo bene, inoltre, come il mondo imprenditoriale per saper fare ottimamente impresa oggi debba essere in grado di ragionare anche e soprattutto in termini di medio e lungo periodo, motivo per il quale, se le progettualità attualmente in cantiere dovessero andare in porto come fortemente auspichiamo, non dovremo certo aspettare di vedere l’ultimo km di asfalto per constatare la volontà di tornare a investire strutturalmente in questo splendido territorio. Già, perché le aree interne hanno bellezze e ricchezze di indubbio valore, ma per sfruttare quel massiccio potenziale turistico di cui sicuramente disponiamo, non basta essere belli e attrattivi, occorre essere anche e soprattutto raggiungibili».
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