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Un fiaccolata per Andreea «per ricordarla
nel secondo anniversario della scomparsa
e per chiedere giustizia e verità»

JESI - L'hanno organizzata per il 12 marzo la mamma Georgeta e gli amici della 27enne sparita nel 2022 da Montecarotto, i cui resti sono stati ritrovati a gennaio in un casolare di Castelplanio. Il corteo partirà dall' arco Clementino e arriverà in piazza Federico II

Il post della mamma di Andreea Rabciuc

 

Un fiaccolata organizzata a Jesi dalla madre e dagli amici di Andreea Rabciuc, per chiedere giustizia a due anni dalla scomparsa delle 27enne, i cui resti scheletrici sono stati ritrovati il 20 gennaio scorso in un casolare di via Monte Adamo a Castelplanio. «Il giorno 12 marzo alle ore 21 si terrà una fiaccolata che partirà dall’ arco Clementino a Jesi e percorrerà il corso fino a piazza Federico II – scrive in un post su Fb Geogeta Cruceanu, la mamma di Andreea – con vari momenti di preghiera e con le parole di amici o di chiunque voglia rivolgerle un pensiero. L’intento è quello di ricordare mia figlia nel secondo anniversario della sua scomparsa e di chiedere giustizia e verità sull’accaduto. Invito tutti quelli che vorranno ricordarla così come era allegra e sorridente con un cuore grande. Inoltre il corteo rivolge un grido di dolore ,uno stop alla violenza contro le donne perché anche in questo caso è di ciò che si tratta».

Georgeta, distrutta dal dolore, sta lottando da due anni per conoscere la verità, per sapere che cosa è accaduto alla figlia quella maledetta mattina del 12 marzo 2022, quando si è allontanata senza telefonino dalla roulotte dove aveva trascorso la serata precedente con due amici ed il fidanzato Simone Gresti con il quale aveva litigato e che era rimasto in possesso del suo smartphone. Il 44enne è  l’unico indagato per sequestro di persona, spaccio, omicidio volontario e in alternativa, istigazione al suicidio. La Procura nei giorni scorsi ha dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia ed ha disposto accertamenti tecnici irripetibili (che saranno eseguiti dai Ris di Roma) sulla scritta trovata nel casolare su una trave di legno accanto ai poveri resti, posta sotto sequestro insieme a un pennarello.«Se non mi avesse preso il cellulare avrei chiamato mamma» riporterebbe un passaggio dello scritto su quel legno.

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