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E’ marchigiano il comandante
della “Caio Duilio” che ha abbattuto
un drone nel Mar Rosso

OPERAZIONE - Sabato sera l'attacco al cacciatorpediniere della Marina Militare comandato dal sambenedettese Andrea Quondamatteo, in missione per proteggere il traffico mercantile minacciato dagli Houthi

Andrea Quondamatteo (foto Marina Militare)

di Pier Paolo Flammini

È sambenedettese il comandante dell’imbarcazione Caio Duilio, Andrea Quondamatteo, che nella sera di sabato 2 marzo si è resa protagonista dell’abbattimento di un drone lanciato dagli Houthi yemeniti contro il cacciatorpediniere lanciamissili della Marina Militare varato nel 2007 e al momento impegnato nell’operazione di tutela del traffico marittimo nello stretto dello Yemen, a seguito degli attacchi dei ribelli Houthi. Quondamatteo, il cui cognome tradisce le sue origini sambenedettesi, è stato intervistato dal Corriere della Sera, giornale al quale ha spiegato cosa è accaduto sabato sera.

Nave Duilio (foto Marina Militare)

«A un tratto c’è arrivato un “eco radar” sconosciuto – ha detto Quondamatteo –  il segnale era a 8 miglia di distanza. Un profilo in movimento, a bassa quota e in rapido avvicinamento. Minaccioso. Un drone? Un missile? Un aereo? Così, prima gli abbiamo lanciato delle chiamate di avvertimento, invitandolo a cambiare rotta». Ovviamente dal drone non è arrivato nessun segnale di risposta.

«Ma era già passato il tramonto, il Mar Rosso era buio, per essere sicuri su come agire serviva un riconoscimento ottico, così abbiamo usato le telecamere a infrarossi del radar di tiro. Quando il profilo è arrivato a 6 miglia, abbiamo visto che non era un aereo alleato. I sensori di bordo hanno inquadrato un drone della stessa tipologia e comportamento di quelli che nei giorni scorsi si sono resi autori degli attacchi al traffico mercantile in area» ha detto al quotidiano milanese.

Quando si è capito che si trattava di un drone, questo era ormai a 4 miglia di distanza: «E a quel punto non c’era altro da fare. Così ho preso la decisione. Dovevo difendere la mia nave e il mio equipaggio (234 uomini e donne imbarcati, ndr) e ho dato il comando all’operatore del radar di tiro: il cannone di prora dritta ha sparato 6 colpi, dopo pochi secondi l’apprezzamento ottico ci ha confermato l’abbattimento. Nave Duilio ha reagito per autodifesa».

«Nave Duilio è nel Mar Rosso da un mese, la nostra è un’operazione nazionale, prima di noi a pattugliare queste acque pericolose c’erano la Virginio Fasan e poi la Federico Martinengo. L’ammiraglio Costantino era presente, certo, ma ho deciso io in maniera autonoma l’abbattimento del drone». Il motto della Duilio è «Nomen Numen»: «La forza sta nel nome, già. Caio Duilio, il console romano che sconfisse le navi cartaginesi. Diciamo che spero di esserne all’altezza, ma è anche vero che quando penso ai grandi ammiragli italiani, uno su tutti, Paolo Thaon di Revel, mi tremano le gambe. La storia della Marina, però, è fatta anche da donne: qui l’ufficiale medico, l’ufficiale della logistica e il direttore di macchina, sono donne. È una donna che dà propulsione alla Duilio. E al mondo».

All’Ansa, Quondamatteo aveva dichiarato: «C’è una valutazione importante del rischio, ma siamo addestrati e approntati per essere in missione qui. Questa prontezza mantenuta per periodi prolungati è faticosa per questo vorrei fare un plauso al mio personale. Un ringraziamento anche alle loro famiglie, che vorrei rassicurare. Stiamo tutti bene, l’equipaggio è composto da professionisti altamente concentrati e formati. Fanno bene il loro lavoro e io sono orgoglioso di essere il loro comandante. L’azione di ieri non è stata l’azione di un comandante, ma di un intero gruppo coeso»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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