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Pd, Bomprezzi sulla graticola.
La minoranza va a lamentarsi da Schlein
e poi minimizza: «Nessun ribaltone»

TENSIONI TRA I DEM - Sei consiglieri regionali su 8 sono stati ricevuti dalla segretaria nazionale, a cui hanno presentato delle istanze relative alla gestione interna del partito regionale. Il capogruppo Mangialardi smorza i toni su quanto avvenuto: «Chiediamo semplicemente pluralità e unione per le prossime sfide elettorali». Mastrovincenzo: «Comportamenti fuori luogo. Io e Carancini nemmeno informati»

A sinistra Maurizio Mangialardi, a destra Chantal Bomprezzi

di Antonio Bomba

Passano gli anni, cambiano le dirigenze, ma il Partito Democratico regionale sembra non trovar pace. Una costante non virtuosa.

A scombussolare l’ambiente negli ultimi giorni è stata la notizia dell’incontro che 6 consiglieri regionali (su 8) hanno tenuto con la segretaria nazionale del partito Elly Schlein, il 22 febbraio scorso. Chi in presenza come Maurizio Mangialardi, chi da remoto, tutti hanno presentato delle istanze per informare la leader Dem su cosa, secondo loro, non va nel Pd Marche. Nel mentre è anche spuntato un documento che molti han definito dossieraggio.

Sul cosiddetto banco degli imputati è così finita la segretaria regionale Chantal Bomprezzi, rea per la minoranza del partito che però è maggioranza in assemblea regionale, di adottare metodi non consoni a garantire la pluralità di espressione interna alla forza politica, con il risultato di non attrezzare adeguatamente il partito, sempre secondo loro, per l’impegno elettorale di settembre 2025, vale a dire le elezioni regionali. Accuse che Bomprezzi e la sua segreteria preferiscono non commentare onde evitare ulteriori danni di immagine e reputazione al Pd, anche se è fin troppo facile comprendere che non condividono minimamente le accuse a loro mosse.

I consiglieri regionali Dem assieme a Chantal Bomprezzi. Mancano Romano Carancini e Micaela Vitri

Intervistato da noi di Cronache Ancona però, smorza i toni su tutta la vicenda il capogruppo in consiglio regionale Maurizio Mangialardi. Lui all’incontro con Schlein c’era eccome, ma precisa che «non c’era e non c’è alcuna intenzione di fare un ‘ribaltone’ interno al partito o chissà che. I toni utilizzati sin qui mi hanno sorpreso molto. E tantomeno – vuole specificare – si trattava di un dossieraggio, ma di un semplice report in cui erano indicate alcune criticità da noi riscontrate».

Mangialardi prosegue nella spiegazione di quanto avvenuto: «Semplicemente 6 consiglieri regionali su 8 hanno chiesto di essere ascoltati dalla segretaria nazionale del partito». La ragione dell’incontro pertanto risiede ufficialmente nel «provare a mettere in campo tutte quelle azioni che sono indispensabili per provare a vincere le prossime elezioni regionali, visto che la destra sta governando malissimo e occorre un candidato progressista che sappia mettere d’accordo tutte le forze politiche, dal Movimento 5 Stelle con cui ormai procediamo compatti da tempo, a tanti altri partiti».

Elly Schlein, lo scorso maggio al Teatro delle Muse. Sullo sfondo a destra Chantal Bomprezzi

Mangialardi va avanti con ironia: «Nessuno vuol ‘menare’ la segretaria. Però – torna serio – sin qui abbiamo visto una gestione che definirei di maggioranza quando a nostro modo di vedere dovrebbe essere unitaria e plurale» e la dimostrazione che nessuno ha tentato un ribaltone o un colpo alle spalle starebbe nel fatto che: «Noi stessi abbiamo chiesto a Elly Schlein di informare Chantal Bomprezzi della nostra visita. E abbiamo lasciato a lei il compito perché eravamo ‘a casa sua’, solo per questo».

Ed Elly Schlein cosa vi ha risposto?

«La ringrazio anzitutto perché è stata molto attenta alle istanze da noi poste. Ci ha chiesto il massimo impegno per le imminenti elezioni europee e amministrative. Alle regionali ci si penserà dopo».

Gli unici due consiglieri regionali che non hanno partecipato al meeting con Schlein sono stati Romano Carancini e Antonio Mastrovincenzo. Su tutta la questione quest’ultimo dichiara: «Personalmente non sono stato coinvolto in nessun incontro con la segretaria nazionale, né tantomeno sapevo dell’esistenza di alcun documento. Credo sarebbe stato corretto e opportuno – ribadisce – comunicarlo anche a me e Romano Carancini. Quindi chi ha partecipato all’incontro non era certo rappresentativo di tutto il gruppo consiliare».

Antonio Mastrovincenzo e Chantal Bomprezzi

Mastrovincenzo prosegue: «Io credo che la segretaria Bomprezzi e la sua segreteria stiano facendo un ottimo lavoro che va sostenuto convintamente. Penso che chi ha critiche o proposte le debba avanzare negli organismi democraticamente eletti, a cui troppo spesso buona parte della minoranza non partecipa. Ho apprezzato il fatto che Michela Bellomaria (avversaria di Bomprezzi lo scorso anno per la segreteria del partito, ndr) si sia dissociata dall’incontro di Roma. Ricordo anche che la Segretaria Bomprezzi le propose il ruolo di vicesegretaria, non appena eletta. Così come ho apprezzato l’appello all’unità di Matteo Ricci. Mi auguro – è sempre l’esponente Dem a parlare – che dia un contributo fattivo, censurando e prendendo le distanze da comportamenti fuori luogo di esponenti della minoranza, e collaborando con la segreteria regionale per contrastare il vero avversario del Partito Democratico, la destra» che secondo lui «sta provocando disastri in Italia e nelle Marche e dobbiamo battere nelle urne a partire dalle elezioni europee e da quelle amministrative».

Nulla trapela invece dalla segreteria regionale, ma siamo comunque riusciti ad apprendere che la scelta era e resta quella di parlare di tutta la vicenda quando verranno convocati gli organismi del partito, fedeli al motto che i panni sporchi si lavano in casa.

Ma in sostanza cosa c’era scritto in questo documento tacciato da molti di essere un dossieraggio? Anzitutto che alle prossime elezioni regionali è possibile vincere ma, sempre a loro modo di vedere, per fare questo occorre mettere da parte ogni tipo di personalismo. Tra gli esempi in questione viene citato l’eventuale terzo mandato per i consiglieri regionali. Un ‘bonus’ che dovrebbe essere concesso a tutti o a nessuno, senza che vi sia alcuna discrezionalità da parte della segreteria. Poi, come già detto a noi da Mangialardi, che all’interno del partito vi sia più spazio per la minoranza anche e soprattutto nello stilare il futuro programma elettorale, nonché nella scelta del candidato a governatore della Regione Marche, magari attraverso le primarie. Infine, spazio all’alleanza con il Movimento 5 Stelle e con qualunque altra forza politica che condivida il programma progressista del Pd e la figura del candidato presidente.

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